Hello, IT. Have you tried turning it off and on again?
Benvenuti a un nuovo appuntamento con Back to the Past, la rubrica che vi (ri)presenta le serie cult ormai finite ma mai dimenticate. Quest’oggi vi presentiamo la sitcom nerd per eccellenza, una delle serie più assurde e divertenti che esistano.
Io non sono un tipo molto incline alla cosiddetta grassa risata, a quelle risate incontrollate che ti fanno lacrimare gli occhi e che ti tolgono il respiro. In effetti, da che io ricordi, esistono solo due cose al mondo che sono riuscite, più volte, a provocare un tale effetto: una è Rat-Man, ma non sono qui per parlarvi di questo, l’altra è The IT Crowd.
Creata da Graham Linehan, la serie britanica è andata in onda su Channel 4 dal 2006 al 2010 per un totale di quattro stagioni e di ventiquattro puntate, alle quali si aggiunge uno speciale episodio conclusivo trasmesso nel settembre del 2013.
TRAMA E PERSONAGGI
The IT Crowd è ambientata principalmente negli uffici della Reynholm Industries, una fittizia società di Londra. I tre protagonisti della serie sono i membri del reparto informatico, segregati nel trasandato seminterrato dell’edificio, e ignorati da tutti gli altri lavoratori dell’azienda. La storia inizia quando Jen (Katherine Parkinson), nonostante sia completamente ignorante in materie tecnologiche, viene messa a capo del reparto, e si ritrova dunque a lavorare con l’esasperato scansafatiche Roy (Chris O’Dowd), e con Moss (Richard Ayoade), il genio informatico completamente incapace e immaturo negli aspetti più pratici e sociali della vita.
La serie prosegue semplicemente seguendo le vincende dei tre personaggi. Vedremo il reparto informatico provare a guadagnare la fama che merita all’interno dell’azienda, osserveremo Jen alle prese con la sua nevrosi e con i suoi tentativi di fare carriera, e soprattutto assisteremo ai tragici azzardi di inserimento sociale da parte dei due tecnici nerd.
Nel corso della serie i tre protagonisti vengono spesso affiancati da altrettanti personaggi secondari.
Il primo a comparire è Denholm (Christopher Morris), l’arrogante, pretenzioso e folle capo dell’azienda che passerà il tempo a mettere sotto pressione i membri del team informatico, nei momenti in cui si ricorderà della loro esistenza.
Più avanti apparirà anche Richmond (Noel Fielding), un misterioso goth che viene in continuazione allontanato da tutti a causa del suo atteggiamento ultra-pessimista.
Nella seconda stagione entrerà, in modo a dir poco trionfale, Douglas (Matt Berry), figlio di Denholm. Pieno di sé e folle quasi quanto il padre, Douglas si è guadagnato un bello spazio nella serie e nel cuore dei fan. È spesso considerato come il quarto protagonista, e più avanti nella serie avrà anche delle storyline personali e indipendenti.
LA COMICITÀ
Il punto di forza di The IT Crowd è chiaramente la comicità. Possiamo tranquillamente affermare che la sitcom britannica si basa essenzialmente solo su questo: far ridere lo spettatore, farlo ridere di gusto e farlo ridere di continuo. È questa la potenza della serie: la sua comicità, oltre ad essere di alto livello, è presente per gli interi venti minuti di ogni episodio. Ogni cosa che succede, ogni singola battuta, ogni singolo movimento, ogni singola espressione è atta ad un qualcosa di umoristico.
Il tipo di comicità rientra nel classico british humour. Essenzialmente si basa sull’assurdità delle situazioni, sulla stravaganza dei personaggi e sull’irrealismo delle loro azioni, delle loro espressioni e dei loro modi di parlare.
È sicuramente da lodare il lavoro degli scrittori, i quali sono riusciti a creare delle situazioni estremamente divertenti partendo da premesse sulla carta banali. Sono stati in grado di mettere in scena gli aspetti e i temi più risibili della quotidianità senza mai cadere nel ripetitivo e senza mai allontanarsi dallo stile iniziale.
Il risultato è una lunghissima sequela di scene indimenticabili e di esilaranti gag che rimarranno per sempre impresse nella memoria degli spettatori.
E a proposito delle gag, ho deliberatamente evitato di scrivere esempi e di descrivere delle scene per non rovinarle ai lettori che non hanno ancora visto la serie. Però mi sono preso la libertà di scegliere un segmento spoiler-free abbastanza particolare che riesce ad incarnare piuttosto bene lo spirito della serie. Vi ricordate le pubblicità anti-pirateria che venivano mostrate prima dei film qualche anno fa? Ecco una reinterpretazione direttamente dalla seconda stagione di The IT Crowd:
IL SUCCESSO
Inizialmente la sitcom britannica non riscontrò molto successo, gli spettatori della prima puntata furono 1.8 milioni. Ma il creatore della serie Graham Linehan dichiarò che lui stava “guardando al futuro”, era convinto che The IT Crowd, esattamente come la sua prima serie Father Ted, avrebbe guadagnato più fama con il tempo. E così è stato. Dalla seconda stagione gli ascolti si sono stabilizzati circa ai 2.2 milioni di spettatori, e sono rimasti così fino alla fine della quarta stagione (con l’eccezione della seconda puntata della seconda stagione che fu vista da ben 3.5 milioni di persone). Nel periodo in cui è andata in onda è stata la maggiore sitcom di Channel 4.
The IT Crowd ha ottenuto diversi premi e diverse nomination nel corso degli anni. Nel 2007 e nel 2008 è stata nominata come miglior sitcom ai BAFTA, sempre nel 2008 ha vinto un International Emmy e un Rose d’Or come miglior comedy. L’anno successivo Linehan ha vinto un IFTA per la miglior sceneggiatura, Katherine Parkinson è stata premiata ai British Comedy Awards come miglior attrice comedy, e la serie ha finalmente ottenuto il premio di miglior sitcom ai BAFTA.
Per l’episodio speciale andato in onda a settembre dell’anno scorso, la serie ha ricevuto quattro nomination ai BAFTA 2014 (che devono ancora essere assegnati): i tre attori protagonisti sono tutti candidati nelle categorie della recitazione, e la serie gareggia come miglior sitcom.
La catchphrase più famosa della serie è “Have you tried turning it off and on again?”, e viene usata da Roy per domandare a chi chiede assistenza se ha già provato a spegnere e riaccendere il computer. Praticamente tutti i problemi che passano per il reparto informatico vengono risolti in questo modo. Nel corso della serie la frase è diventata una metafora che sottolinea l’esasperazione di Roy, che si ritrova a ripetere sempre la stessa banale domanda a chiunque gli chieda aiuto.
Nella nostra realtà, il processo di spegnimento e di riaccensione (chiamato power cycling) è un processo molto comune, ma dopo l’impatto di The IT Crowd, la domanda posta in questo modo è diventata parte del linguaggio collettivo, ed è anche spesso usata come meme nel web.
Il successo della serie ha portato anche al tentativo di remake: sia negli Stati Uniti che in Germania era stato commissionato un pilot. Negli USA la serie sarebbe andata in onda sulla NBC, Richard Ayoade avrebbe ripreso il ruolo di Moss mentre Joel McHale avrebbe interpretato Roy. In Germania la serie si sarebbe chiamata Das iTeam – Die Jungs an der Maus. I due episodi sono stati ampiamente criticati e le due serie non hanno mai preso piede.
The IT Crowd è senza dubbio una serie all’altezza di questa rubrica. Una sitcom indimenticabile che, secondo me, non ha avuto neanche un briciolo del successo che meriterebbe, soprattutto se andiamo a paragonarla con le sitcom che effettivamente hanno un’enorme fama.
Voi l’avete vista? Cosa ne pensate? Ditecelo nei commenti.
Se l’avete scoperta solo ora, spero che questo articolo vi abbia convinto a darci un occhiata, ovviamente i sottotitoli li trovate qui su ItaSA.
Luigi Dalena
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