Torna la mia classifica dei dieci migliori episodi di serie televisive, che stavolta comprende gli episodi andati in onda durante il 2015. Rispetto all’anno scorso vi sono degli avvicendamenti, nuovi ingressi e clamorose uscite.
Il tonfo più rumoroso è quello di True Detective, mentre l’avvicendamento più importante quello tra Fargo e Agents of Shield. La classifica rispecchia inoltre la crescita costante di serie come The Leftovers e The Americans, sempre più il fiore all’occhiello del panorama televisivo americano.
Seguono spoiler su Game of Thrones, Fargo, Inside Amy Schumer, Marvel’s Daredevil, Parks and Recreation, Master of None, Justified, The Americans, The Leftovers, Mad Men.
- Hardhome – Game of Thrones S05 E08
Game of Thrones è una serie ricca di difetti e questa quinta stagione non ne è stata esente. Ma poche serie sono capaci di sfornare episodi come questo scritto dai due showrunner David Benioff e D.B.Weiss. Hardhome è una magnifica ora di televisione, e con la sua rappresentazione mozzafiato della battaglia tra i Guardiani della Notte e i Wildlings loro alleati contro l’avanzata dei White Walkers, dimostra cosa è possibile ottenere con un budget di livello cinematografico. Il dialogo intimo e onesto tra due leader carismatici come Khaleesi e Tyrion invece, fa da contraltare all’azione sfrenata della seconda metà dell’episodio, per un mix di eccellenza difficile da pareggiare.
- Loplop – Fargo S02 E08
Un po’ mi sentivo in colpa di aver escluso Fargo dalla mia Top 10 dello scorso anno, per cui sono felice di poter rimediare al torto fatto alla serie scritta da Noah Hawley. In questo episodio, scritto da Bob Delaurentis, il grottesco incontra la suspense, il tutto condito dai soliti dialoghi surreali. La relazione tra la discesa nella follia di Peggy e il suo proto-femminismo, è secondo me una delle combinazioni più interessanti viste in tutta la stagione televisiva. Ma non c’è solo Peggy. Hanzee si è lentamente trasformato dal più classico dei tirapiedi monoespressivi ad essere uno dei personaggi meglio caratterizzati dello show, trasformazione culminata in questo episodio. La serie e i personaggi, come era accaduto lo scorso anno, vivono di luce propria e non soffrono il paragone con la scomoda presenza dei fratelli Coen e del loro lavoro. Io direi missione compiuta.
- 12 Angry Men Inside Amy Schumer – Inside Amy Schumer S03 E03
Il 2015 è stato l’anno di Amy Schumer, ormai è evidente a tutti. Ma, tra tutti i possibili highlight dello straordinario anno appena trascorso, è questo episodio il momento che splende più luminoso tra tutti. La Schumer per l’occasione ha messo da parte il format tipico dello show e ci ha regalato una parodia del capolavoro di Sidney Lumet del 1957, Twelve Angry Men, riuscendo a combinare comicità brillante e discussione sui doppi standard di bellezza ai quali le donne sono sottoposte ancora oggi. Vincent Kartheiser, Dennis, Quaid e Paul Giamatti fanno parte del cast di questo episodio, destinato a diventare un classico.
- Nelson vs Murdock – Marvel’s Daredevil S01 E10
Non esiste una storia di supereroi senza una “origin story”, un momento in cui la trama si prende una pausa e ci racconta come i nostri protagonisti sono arrivati a quel punto delle loro vite. La vera nascita di Devil però secondo me non risiede nel classico momento dell’incidente chimico che tolse la vista a Matt regalandogli una vita diversa. Per me l’attimo seminale, che ha sancito la nascita del mito del Diavolo di Hell’s Kitchen, è mostrato nell’episodio dedicato al periodo della maturità di Matt, alla crescita della sua amicizia con Foggy. L’amicizia tra i due ragazzi, insieme al carisma di Wilson Fisk sono i pilastri portanti della serie, e i migliori episodi di questa prima stellare stagione, sono quelli dedicati allo sviluppo di queste tematiche.
- Leslie and Ron – Parks and Recreation S07 E04
La settima stagione di Parks and Recreation è un tour d’addio lungo 13 episodi. Ogni episodio emana una vibrazione di finalità particolare, e l’avvicinarsi della fine è evidente. Questo quarto episodio permette a Amy Poehler e Nick Offerman di mettere in mostra le loro ben note abilità di attori comici e l’evidente intesa esistente tra loro, costruita nell’arco di queste sette stagioni. La transizione tra lo stato di nemesi e la rinnovata amicizia è di intensità crescente e certamente una delle cose più divertenti e tenere che mi sia capitato di vedere nel 2015.
- Parents – Master of None S01 E02
Master of None è l’ultimo esemplare del recente filone di comedy americane che sposano la comicità con la riflessione su temi di ampio respiro. “Indians on TV” ha approfondito il tema della discriminazione razziale e del typecasting della minoranza indiana nella TV americana. Ma è Parents ad avermi colpito di più. In un solo colpo, Aziz Ansari analizza il rapporto genitore-figlio nella cosiddetta epoca dei millennials e scava nel gap generazionale tra immigrati di prima e seconda generazione. Il tutto con i propri reali genitori come interpreti. Geniale.
- The Promise – Justified S06 E13
Tra le serie che abbiamo salutato nel 2015 c’è anche Justified, il western moderno nato dalla penna di Elmore Leonard e sviluppato sul piccolo schermo da Graham Yost. Con l’approssimarsi della fine, lo show è tornato alle sue radici, scavando più a fondo nella relazione tra Raylan e Ava, e tra Raylan e Boyd. Timothy Olyphant e Walton Goggins sono due interpreti capaci di bucare lo schermo e di riempire letteralmente qualsiasi scena nella quale siano entrambi presenti. La relazione tra l’uomo di legge e il bandito, che doveva esaurirsi al termine del pilot e che invece è diventata il muro portante sul quale si è poggiato tutto lo show, è stata sempre capace di sostenerlo anche nei momenti di stanca. E lo show non poteva che finire che con i due rivali-amici faccia a faccia, in un confronto onesto, con il cuore in mano e che si chiude con una citazione destinata a diventare simbolo dell’intero show. “We dug coal together. – That’s right.” (Abbiamo lavorato in miniera assieme – Proprio così)
- Stingers – The Americans S03 E10
Scegliere un solo episodio nell’immensa terza stagione di The Americans è stato difficile. Stingers ha vinto il ballottaggio con il bellissimo Do Mail Robots Dream of Electric Sheep se non altro perché il primo è più un esempio della coralità dello show, opposta alla pazzesca interpretazione personale di Keri Russell nell’altro episodio. Qui la tensione crescente tra la coppia di spie sovietiche e la giovane e combattuta adolescente americana Paige raggiunge il punto di non ritorno con la rivelazione della vera identità di Philip ed Elizabeth. Un confronto doloroso, onesto e realistico, per quanto improbabile sia la situazione di partenza. Un confronto che dimostra, come se non lo sapessimo già, che non tutte le figlie adolescenti devono essere rappresentate come delle ragazzine insopportabili. Joe Weisberg si è ritrovato in Holly Taylor una giovane promessa tra le mani e ha capito come utilizzarla sfruttando il suo potenziale. La quarta stagione non arriverà mai troppo in fretta.
- Lens – The Leftovers S02 E06
Prima che la serie prendesse il volo con gli ultimi episodi, i momenti più alti della prima stagione erano certamente costituiti dai due episodi dedicati a Matt e Nora Jamison. Guest aveva presentato al mondo il talento di Carrie Coon. Un anno dopo, la serie di Damon Lindelof si è trasformata in una gemma e la struttura monografica che aveva permesso alla serie di rimanere a galla nei primi due mesi è stata allargata fino a diventare la colonna portante dell’intera seconda stagione. In questo episodio assistiamo al confronto tra Nora ed Erika (Regina King), due donne complesse, devastate dai sensi di colpa e dall’incapacità di gestire il lutto. Con l’inasprirsi del disagio emotivo dei due personaggi. la loro amicizia accidentata si trasforma rapidamente in un odio malamente represso. La rappresentazione del confronto delle due attrici, fatto di primi piani ravvicinatissimi, ha l’intensità di una finale di Wimbledon ed è certamente uno dei punti più alti di tutta la seconda stagione.
- Person to Person – Mad Men S07 E14
L’altro grande colosso ad aver calato il sipario nel 2015 è stato Mad Men, la serie di Matthew Weiner capace di ridefinire i confini del “prestige drama” e di regalare ad AMC l’ambito posto al sole tra i network più importanti del panorama televisivo americano. L’ingresso trionfale di Peggy nei corridoi di McCann & Eriksen in Lost Horizon è forse il momento più iconico di questa stagione, che verrà ricordato con più gioia negli anni avvenire, poiché ha segnato l’apice del percorso di crescita di Peggy, da giovane e ingenua segretaria a donna in carriera, simbolo di emancipazione femminile. Ma è il finale a conquistare l’animo e il cuore degli spettatori. La caduta di Don Draper, reale e figurata, è rappresentata dalle tre telefonate che Don fa alle donne della sua vita, Sally, Betty e Peggy. Una volta toccato il fondo, e il nostro cuore con quel “birdie” praticamente sussurrato a Betty, Weiner è stato tanto ambizioso da affidare la scena finale a un quasi perfetto sconosciuto che con il suo discorso sulla propria eredità di essere umano ha l’effetto di cambiare la vita di Don. La sequenza finale è tanto ambigua quanto importante. Come già fece il finale dei Sopranos, ha diviso gli spettatori e giustamente non offre una risposta univoca. La domanda “è possibile cambiare veramente o ci si può solo rassegnare ad essere se stessi?” è una domanda per la quale nessuno ha una risposta, ed è giusto che sia così.
Prima di chiudere vorrei includere in questo articolo un pò di menzioni speciali, da dedicare a episodi rimasti ai margini della top 10 ma che avrebbero meritato di farvi parte. Mr. Robot, vera rivelazione dell’estate, avrebbe meritato la top 10 per l’episodio pilota, mentre What the Hell Did I Do, episodio finale di The Jinx: The Life and Deaths of Robert Durst e Do You Remember Moon Flower, penultimo episodio della 2° stagione di The Knick non trovano spazio solo per un esigenza di suddivisione di spazio tra comedy e drama. 4772 Hours, quinto episodio della 2° stagione Marvel’s Agents of Shield è un one-woman show di Elizabeth Henstridge e non avrebbe sfigurato nella top 10. Knockoffs di Broad City, LCD Soundsystem di You’re the worst, You’re Not Yelping di South Park, Testimony di Veep e Untitled di Louie sono tra gli episodi comedy che sarebbero stati meritevoli di figurare nella classifica. Show Me a Hero invece, per me tra le migliori serie dell’anno in assoluto non trova spazio perchè, nella miglior tradizione delle serie di David Simon, è molto difficile separare gli episodi l’uno dall’altro, in quanto capitoli del nuovo grande romanzo americano portato in scena dall’autore di Baltimore. Ora che ci penso manca anche Autumn di This is England 90. Che dire, è stata davvero una buona stagione televisiva.
E voi che ne pensate? Siete d’accordo con la mia classifica o vorreste crocifiggermi in sala mensa?
talpa10
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