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Breaking Bad: Vince Gilligan parla del finale della 4a stagione

Abbiamo visto tutti (spero) cosa sono stati capaci di fare Vince Gilligan e il suo team di sceneggiatori per la conclusione della quarta stagione di Breaking Bad. La maggior parte dei commenti degli appassionati della serie andavano da “capolavoro” a “genio assoluto” con diverse sfumature in mezzo. Ma si sa, è pur sempre il fan più accanito a commentare su un forum dedicato alla serie e le reazioni non sono mai misurate, sia in positivo che in negativo.

Adesso che sappiamo cosa ne pensano i fan (e chi non si è ancora espresso potrebbe cogliere l’occasione con questo articolo) non ci resta che chiederci cosa pensa il creatore e showrunner Vince Gilligan della conclusione data a questa stagione? Scopritelo con noi grazie a questa intervista ripresa dal New York Times. Ne vale veramente la pena.


Un po’ tutti gli americani si sono chiesti: quali canzoni degli Aerosmith e dei Def Leppard stavano per iniziare prima che Walter spegnesse la radio?

C’è questa donna che si chiama Erica Viking, lavora realmente come DJ alla Coyote 102.5 di Albuquerque. Le abbiamo fornito i punti fondamentali della notizia e abbiamo lasciato che la dicessero a modo loro. Credo che la citazione degli Aerosmith e dei Def Leppard sia farina del loro sacco. L’ho apprezzato. E’ una donna interessante. Una gran bella donna. Non so nemmeno perchè lavori in radio.

Questa domanda è stata una delle più gettonate alla fine della scorsa stagione. E la riproponiamo anche per questa stagione. C’è qualche ambiguità nella morte di Gus?

Non c’è decisamente nessuna ambiguità. Immagino che ci sia chi pensa di rivederlo nella prossima stagione con delle viti d’acciaio su mezza faccia, in stile Terminator. Ma dubito fortemente che accadrà.

E’ stato sempre questo il finale che avevi in mente per la conclusione? Uno scontro diretto tra Gus e Walter?

Sì, io e gli altri sceneggiatori abbiamo sempre lavorato in questo senso. Sapevamo che, alla fine della stagione, uno dei due doveva uscire di scena, la città era troppo piccola per entrambi. Un po’ come in Highlander… “Ne rimarrà soltanto uno”.

Nonostante questo, durante questa stagione, sono venuti a galla dei dettagli sul passato di Gus, anche se con diversi buchi. E’ qualcosa che verrà ripreso in futuro o era stato pensato per rimanere ambiguo?

Entrambe le cose. Potremmo parlarne ancora in futuro. Come ho detto a Giancarlo Esposito (Gus Fring, ndr), è stato molto difficile eliminare un personaggio come il suo. Anche se facciamo fuori un personaggio nella serie, non è detto che non possa riapparire in qualche modo. In altre parole, facciamo un largo uso di flashback, spesso su personaggi che non fanno più parte del cast, quindi… chi lo sa. Gustavo Fring potrebbe tornare.

Inoltre, abbiamo riflettuto parecchio con gli altri sceneggiatori su quale fosse in realtà il passato di Gus. Quanto dovesse essere spietato in Chile per essere risparmiato dal Cartello, considerati gli affronti perpetrati. Abbiamo discusso molto su Pinochet e il suo governo, su quello che è stato fatto al tempo. Alla fine abbiamo preso in

La valigetta misteriosa di Pulp Fiction

prestito qualcosa da “Pulp Fiction”. Nel film Samuel L. Jackson e John Travolta hanno sempre con loro una valigetta, ma il contenuto non è mai rivelato apertamente. Ad un certo punto, vediamo che il contenuto della valigetta emana un bagliore, ma non ci dicono mai cosa contiene realmente. E’ una cosa che ho sempre adorato, da spettatore. A mio avviso, l’immaginazione del pubblico sull’oscuro passato di Gus è potenzialmente molto più interessante di qualsiasi spiegazione concreta potremmo mai dare.



Considerato che Walt e Jesse sanno ancora meno del passato di Gus, e non sanno assolutamente come mai è stato risparmiato dal Cartello… è possibile che l’assassinio di Gus sia uno strascico importante per la prossima stagione?

Questa è una bella domanda. A Novembre ricominceremo la stesura della sceneggiatura e ne parlaremo. Credo che una persona in particolare non sarà molto felice dell’accaduto, e sto parlando di Mike (interpretato da Jonathan Banks). Fidatevi di me, non conviene far arrabbiare Mike.

Neanch’io voglio far arrabbiare Jonathan Banks.

Una volta si è arrabbiato con me, non è stato affatto piacevole.

E’ stato difficile eliminare un personaggio così avvincente come Gus e sopratutto un attore così bravo nel portarlo sullo schermo come Giancarlo Esposito?

E’ stato difficilissimo. Ne abbiamo parlato per giorni e giorni, cambiando idea molte volte. Ma ci è sembrato che fosse il momento giusto. Prima sono stato ironico citando “Highlander” ma non si allontana molto dalla realtà delle cose.

Gustavo Fring

Gustavo Fring e Walter White non sono fatti per essere soci. Hanno personalità troppo simili, uno deve per forza dominare l’altro. D’altra parte, la serie parla di Walter White e della sua trasformazione da Mr. Chips a Scarface. Ogni stagione che passa deve esserci un passo in più nella sua trasformazione. Walter è rimasto nell’ombra di Gus per tutta la stagione, anzi anche da prima. E, sebbene pensi che al pubblico Gus mancherà moltissimo, penso anche che si sentiranno soddisfatti dalla perseveranza di Walter nel perseguire i suoi scopi.


Siete stati aiutati dagli addetti al makeup e agli effetti prostetici di “The Walking Dead” per la scena della morte di Gus?

Ovviamente sì, e non lesinerò i complimenti per Greg Nicotero e Howard Berger della KNB EFX, che hanno provveduto al makeup. Successivamente, Bill Polowski e i suoi uomini si sono occupati degli effetti visivi digitali in modo da fondere il makeup creato dalla KNB EFX al girato. Si riesce realmente a vedere dentro e attraverso la testa di Gus nella versione definitiva. E’ una combinazione di ottimo makeup e grandi effetti visivi. Ci sono voluti mesi.

Mesi?

Mesi, davvero. La scena dell’esplosione è in realtà composta di due riprese separate. Prima abbiamo girato l’esplosione, e dopo la parte in cui Gus esce dalla stanza. Ci sono voluti 19 ciak per quella scena. E abbiamo usato proprio l’ultimo ciak realizzato. La colpa è mia che come regista sono pignolo, non certo di Giancarlo Esposito. La parte più difficile era proprio l’espressione sul volto di Gus, o quel che ne restava. Sono rimasto sbalordito del lavoro fatto con gli effetti visivi. Nelle due riprese è usato anche del fumo, eppure non si vede che sono due riprese separate. Pazzesco cosa si riesce a fare oggigiorno.

Parliamo dell’ultima scena dell’episodio, la pianta velenosa nel giardino di Walt. Sta lì a indicare la possibilità che Walt l’abbia avvelenato o è una conferma definitiva che sia stato lui?

Direi decisamente definitiva. C’è una frase di Billy Wilder molto calzante: “Dai agli spettatori gli elementi necessari e poi falli arrivare alla conclusione da soli, ti ameranno per sempre.” Io sono totalmente d’accordo.

La ormai celeberrima pianta di "Lily of the valley" nota come mughetto o convallaria

Il pubblico è intelligente e mi piace fornir loro solo il minimo indispensabile, lasciando che siano loro ad arrivarci. E’ un momento davvero shockante scoprire la totale cattiveria di Walter. Realizzi di cosa è capace davvero, di avvelenare un bambino per perseguire i suoi scopi e salvare la sua famiglia. E’ una cosa che andava raccontata con delicatezza. E’ meglio non rovesciare sul pubblico la cruda verità, ma lasciarli arrivare da soli alla conclusione.



Devo dire che questo finale di stagione aveva il sapore di un finale di serie. E’ stato fatto di proposito?

Sì. Non eravamo sicuri che ci avrebbero concesso una quinta stagione, quando stavamo scrivendo la quarta. Dunque abbiamo voluto dare alla storia tutto il senso di compiutezza possibile, non sapendo cosa ci riservava il futuro. Detto questo, ci sono ancora delle domande rimaste senza risposta. Ma sono d’accordo con te,  se non ci avessero concesso la quinta stagione sarei rimasto sufficientemente soddisfatto dalla conclusione data da quest’episodio.

Stai dicendo che potrebbe esserci un lieto fine per Walter?

Sì. Cioè, se la metti in questo modo… lieto per Walt ma non per le persone che lo circondano. Le cose attorno a lui seguono sempre questo schema, riflettici.

A Marzo si è saputo che le trattative per il rinnovo di Mad Men si erano arenate e che lo showrunner Matthew Weiner diceva di voler chiudere la serie. Qualche mese dopo le stesse difficoltà si sono estese a Breaking Bad, dopo che tu stesso hai affermato di voler chiudere la serie alla quinta stagione. C’è qualcosa in comune tra i due casi? E’ così frustrante la trattativa che preferite entrambi chiudere le vostre serie piuttosto che continuare a combattere?

Logo di AMC, la rete di Breaking Bad

Per niente. Non posso parlare per Mad Men, anche perchè loro chiuderanno la serie tra tre stagioni. Posso parlare per me e posso dire che lavorare con AMC e Sony è stato fantastico. Questa serie non avrebbe potuto essere fatta con nessun altro.

Breaking Bad è stata pensata come una serie con un inizio e una fine sin dal primo giorno. E’ stata fatta per non andare avanti all’infinito. Ci sta molto a cuore dare una bella conclusione alla serie e l’unico modo per farlo è sapere quando terminerà. Lo studios, secondo me, vorrebbe che la serie andasse avanti ancora per molto, perchè alla fine è un business e il mondo della TV è fatto per fare soldi. E per fare soldi ci vogliono più episodi. Alla fin fine è stata rispettata la mia scelta di voler chiudere la serie con la stessa qualità con la quale è iniziata. Per questo motivo ci saranno altri 16 episodi e poi basta.

Avresti voluto più episodi per concludere la serie?

No, sinceramente, no. Sarei stato felice anche con 13 episodi. Invece ne abbiamo anche tre in più. Abbiamo ottenuto un’altra stagione e anche la ciliegina sulla torta. Sono stato il primo a dire che non avevo idee per più di una stagione. C’è da dire anche che non voglio che la serie finisca. E’ stata l’esperienza creativa più soddisfacente della mia carriera, forse la migliore che avrò mai. Il giorno che chiuderà mi ritroverete rannicchiato in un angolo a piangere. Mi mancherà moltissimo. Allo stesso tempo, però, non voglio allungare il brodo inutilmente e sentire le persone dire “Cristo, Breaking Bad, quella sì che era una bella serie. Ma va ancora in onda?”. Mi ucciderebbe. Preferisco concludere e sentirne la mancanza per il resto della mia vita.

So che è stupido chiedere come finirà la serie ma… avete già deciso qualcosa?

Mi piacerebbe dirti di sì. Tutto dipende dal mio team di sceneggiatori, ci metteremo all’opera dopo metà Novembre. Non vedo l’ora. Dovrei star già pensando, dovrei essere già a fissare il vuoto riflettendoci o giocare con i pezzi del puzzle cercando di incastrarli alla perfezione… ma preferisco iniziare a lavorarci con il mio team, il lavoro di gruppo è il nostro segreto. Ho già delle idee sull’evoluzione finale dei personaggi, ma a livello di trama ancora nulla. So che ci sono diverse questioni da risolvere prima della fine, ma, a parte questo, sono impaziente di sapere come finirà così come lo sarebbe uno spettatore.

Significa che potresti avere un’ispirazione improvvisa tra oggi e metà Novembre che potrebbe sconvolgere il finale della serie?

Assolutamente sì. Non voglio mettere le mani avanti, ma credo che più tempo si ha per ragionare sulla trama, migliore è il risultato finale. Noi cerchiamo di fare del nostro meglio, abbiamo tempo a sufficienza per valutare tutti i possibili risvolti e trovare quello migliore. Potremmo persino avere un’improvvisa illuminazione e dirigere la serie verso tutt’altra conclusione. In TV non c’è mai il tempo di riflettere troppo sulle cose. Uno dei motivi per cui questa serie è stata un successo e un piacere da realizzare per me è proprio il fatto di essere riuscito a trovare tutto il tempo che mi serviva.

 

Un’ultima nota da parte del redattore, se siete arrivati alla fine. Profonda stima per quest’uomo.

Vince Gilligan ♥


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