Assistere all’attuale stagione di Sons Of Anarchy (ad esempio) mi ha fatto pensare ad un problema facilmente riassumibile nel titolo. Fino a che punto una storia può intricarsi? E quanto invece conta l’evoluzione di un personaggio?
Sons Of Anarchy, dicevo… in quest’ultima stagione sono successe tante di quelle cose che ho francamente perso il conto. Bambini rapiti, pace tra due club rivali, doppio gioco con l’ATF, strizzatine d’occhio ad un incesto fratello-sorella, una missione in Irlanda… potrei scrivere intere pagine fatte di soli avvenimenti. Ma se poi penso ai personaggi non posso fare altro che rimanere disorientato; alcuni sono passati leggermente in secondo piano, un altro è diventato il vero protagonista, un protagonista del quale però a tratti abbiamo stentato a capire le motivazioni.
Tutto questo per dire che forse quest’anno SOA ha scommesso più sull’azione che sul connubio di questa con l’introspezione… la splendida seconda stagione mi è invece sembrata semplicemente più solida, più pensata. Sono stati creati personaggi, nelle prime due stagioni, dei quali ci siamo praticamente innamorati, ogni loro scelta è stata dissezionata, ogni motivazione scovata. Adesso la storia, in tutti i suoi sconvolgimenti ha tolto spazio a loro, per non parlare delle nuove aggiunte, in pochissimi episodi abbiamo dovuto conoscere McGee e il suo braccio destro salvo poi salutarli senza davvero sapere chi fossero realmente, un qualcosa alla quale invece eravamo abituati in SOA.
Dunque, abbiamo: tanti fatti, tanti colpi di scena, una storia bella e interessante ma con personaggi che possono anche scappare di mano.
Non è questo il solo modo di condurre il gioco. Ho sempre pensato che uno dei modi per misurare la grandezza di un autore fosse la sua abilita di scrivere un’opera basandola sul nulla, a condizione che l’opera fosse ben riuscita. E’ così che una serie può essere fantastica anche se l’unico “fatto” degno di nota è solo “importantissimo cliente dell’agenzia decide di andarsene”, oppure “giovane e brillante dirigente di origine britannica viene investito da un trattore, negli uffici dell’agenzia dove lavora”, oppure ancora “una mosca si introduce nel laboratorio di produzione di metanfetamine”. Tutto questo per dire che mettere in piedi una trama ricca di avvenimenti è solo una condizione sufficiente e non necessaria per la costruzione di una grande storia. Dopo aver visto sette stagioni di House, l’averlo visto assieme a Cuddy dopo aver così tanto atteso, deve aver avuto un significato particolare per voi, aldilà del singolo e asettico colpo di scena.
Non avete forse la sensazione di conoscere i vostri personaggi preferiti come se fossero amici (o nemici) di lunga data? Questo è stato per tre anni il punto di forza di Lost, è il punto di forza di The Walking Dead (io sono un pò avanti con la storia avendo letto i fumetti), Mad Men, Friday Night Lights, Breaking Bad… e ci risiamo, sempre le stesse serie che nessuno guarda, che palle! Ammetto che la mia visione del mondo è limitata, sono un pò come un italiano che naviga sul web, vivo in un mondo tutto mio.
E allora, inevitabilmente si ritorna alla domanda iniziale, cosa conta di più?
Chris Bernard
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