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Da Gallifrey a Trenzalore: sul finale di stagione di Doctor Who

Steven Moffat, dall’alto del suo genio, guardando in basso, vide piccoli, minuti esserini chiamati fan e lasciò che ammirassero con il cuore colmo di gioia e curiosità il season finale di Doctor Who, dal titolo “The name of the Doctor“…
E fu così che i piccoli, minuti esserini chiamati fan, al termine di esso, dal basso del loro genio,  guardando in alto, videro Steven Moffat sorridere cinicamente, e con le lacrime agli occhi gridarono “Spiegaci perché!”, ma lui sussurrò “No…”

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Maledetto. Genio, ma maledetto!

Molti di voi avranno certamente colto la citazione presa di sana pianta da Watchmen, ovviamente qui riadattata per calzare bene a ciò di cui ci accingeremo a parlare, e cioè il finale di stagione del Dottore più amato di sempre (sento già qualche lacrima e molte parolacce), perché non è stato solo un finale ricco di suspance, emozioni e spiegazioni varie, ma è stato anche il finale che darà la spinta narrativa all’attesissimo speciale per i cinquant’anni della messa in onda di Doctor Who (1963-2013), che sarà trasmesso il prossimo 23 novembre in territorio britannico e che quindi a noi sarà possibile vedere il 24 dello stesso mese. E in un finale così importante volete che non ci sia il colpaccio di scena? Con Moffat alla sceneggiatura?! TUTTI RIDONO (oggi Watchmen mi scorre nelle vene).
Naturalmente è sconsigliato proseguire a chi non dovesse essere ancora in pari con la serie od odiasse spoiler di varia natura, dato che potreste odiarmi/odiarvi per sempre se lo farete.

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Siete avvisati!

Come tutti saprete, la settima stagione di Doctor Who ha visto il significativo e commovente addio dei coniugi Pond nell’episodio “Angels Take Manhattan“, portando così all’introduzione della nuova compagna del dottore, Clara Oswald, “La ragazza impossibile”, così nominata dallo stesso Dottore dato che, nonostante l’abbia vista morire per ben due volte, in linee temporali diverse ed in situazioni diverse, ora se la ritrova come se nulla fosse successo a bordo del TARDIS. Come? Perché? Chi è in realtà Clara?

Bene, nell’episodio finale, ambientato a Trenzalore, molti nodi vengono al pettine. Infatti:

1– Trenzalore è in realtà il luogo dove giace perennemente il dottore. La sua tomba.
2– River è già morta, ecco spiegata la sua costante assenza sin dalla morte dei Pond (ricordate l’episodio “The Library“? Beh, siamo arrivati a quel punto e lo abbiamo superato).
3– Clara non ha incontrato solo due volte l’Undicesimo Dottore, ma bensì lo ha incontrato tutte le sue altre dieci incarnazioni, ogni volta salvandogli la vita ed ogni volta morendo, come se avesse vissuto in più linee temporali contemporaneamente, questo grazie al fatto di essere entrata nello squarcio del Dottore, che, se vogliamo, sarebbe la sua salma.

Infatti, intenzionata a cancellare per sempre il Dottore dalla storia, sia a livello fisico sia il suo ricordo, la Grande Intelligenza entra nel suddetto squarcio, e sembra averla vinta, senonché Clara fa la sua mossa e succede ciò che ho sopra descritto. Il Dottore è salvo! Fine…

…Macché! E il colpone di scena finale?
Servito su di un piatto d’Argento, nell’ultimo fotogramma, accompagnato da una musica epica e da una fotografia dai toni cupi, appare lui, John Hurt (chi dice “CHI?!” sarà fucilato).

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Tutti insieme, con facce basite gridiamo “COOOOSA?!”

Amici, mica pizza e fichi: John Hurt interpreterà il dottore! Uno dei caratteristi inglesi più bravi di sempre darà il suo volto ad un personaggio iconico, popolare e amato come il Dottore, ed esattamente alla sua dodicesima incarnazione. Oppure non alla dodicesima? A quanto pare, fonti vicine a Moffat hanno rivelato al quotidiano The Sun che Hurt non interpreterà l’ultima incarnazione del Dottore, ma bensì la nona.
Ebbene si, dopo il rifiuto di Eccleston di tornare nella parte del nono, il malvagio Moffat ha pensato bene di mettere un po’ di disordine in tutta la story line del Dottore dall’ottavo al dodicesimo. Proprio così: stando alla teoria del “vero nono“, Matt Smith è il dodicesimo Dottore, l’ultima incarnazione dell’ultimo signore del tempo! Questo significa che i suoi giorni, a quanto pare, stiano per giungere al termine, e nello speciale del 23 novembre scopriremo chi sia in realtà Hurt e perché sia stato dimenticato dalle successive incarnazioni e anche quale sia il nome del dottore. Presupposti a dir poco eccitanti!
Ovviamente, non è ancora certo se Hurt sia o meno la vera nona forma corporea del Dottore (Moffat non ha né confermato né smentito le parole della fonte del The Sun), ma molti punti giocano a favore di questa teoria, primo fra tutti l’abbigliamento scelto dall’attore per il personaggio, che risulta essere una via di mezzo tra quello di McGann (ottavo Dottore) e quello di Eccleston (nono).

Insomma, tirando le somme si può definire questo finale di stagione come il più entusiasmante, pieno di suspance, emozionante e cinico che la serie di Doctor Who abbia mai avuto. Uno di quei finali che ti lasciano a bocca aperta, che ti fanno rizzare i peli delle braccia, volgere lo sguardo al cielo e pensare a quanto una sola persona possa lasciarti simili emozioni nel giro di quaranta minuti.

“Spiegaci perché!”, gridarono i fan. “No…” sussurrò Moffat, “Non adesso. Non ancora.”
“Grazie”, pensarono loro.

Fonte: The Sun

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