Curiosità

Da grande voglio fare – Lo sceneggiatore

Conosciuto anche come screenwriter, o solo writer, è l’anima creativa di una serie tv, o di un film. Cosa fa? Come lavora? Scopritelo con noi.

Per capire cosa fa e come lavora lo sceneggiatore, bisogna capire come nasce un prodotto di intrattenimento come una serie tv. Quasi sempre si comincia da un soggetto (concept) che è quanto di più rozzo e approssimato l’autore possa buttare giù. Il soggetto è spesso “l’incarnazione” dell’idea nella testa dell’autore e come tale varia molto nella sua forma o contenuti: alcuni lo limitano a quattro-cinque righe senza nomi dei personaggi e in alcuni casi addirittura senza finale; altri più ordinati scrivono soggetti più elaborati, anche diverse pagine, aiutandosi con immagini e dialoghi utili in fase di sceneggiatura.

Nel mondo delle serie tv raramente è lo sceneggiatore a scrivere il soggetto: quasi sempre si tratta del produttore, che è appunto il “creatore” della serie (“Created by…“). Indubbio però che suddetto produttore deve avere capacità e competenze di sceneggiatura; nel cinema, invece, non è raro che siano sceneggiatori o registi a proporre il soggetto, ma i suggerimenti possono arrivare da più parti, e siccome ormai è sempre più comune che le pellicole si rifacciano a un libro, un fumetto o un videogioco, sono quasi sempre i di loro autori a scrivere (o meglio, rielaborare) i soggetti del film e della serie tv collegata.

Potrebbe capitarvi di sentir parlare o di leggere di “spec script“. Non si tratta di sceneggiature sul famoso salume affumicato ma piuttosto il nome che in gergo si danno alle “opere libere” che gli sceneggiatori di Hollywood tengono nel proprio portfolio. Se siete uno sceneggiatore, ogni volta che vi viene un’idea scrivetene il soggetto e inseritelo fra i vostri “spec scripts“. Quando collaborerete con un regista o una casa di produzione presentate loro i vostri spec (da speculation, nel senso che si tratta di idee generatesi liberamente e non di un lavoro di commissione) in modo da far capire che siete tipi molto creativi.

Dopo il soggetto, nelle serie tv si scrive quasi sempre il pilot, cioè la prima puntata della serie. Inutile ricordare l’importanza del pilot, sia per convincere l’emittente a ordinarvi lo show, sia per fidelizzare da subito gli spettatori: si tratta forse del compito in assoluto più importante nella realizzazione di una serie e per questo a scriverlo è quasi sempre il creatore dello show. A dire il vero, se il progetto è abbastanza sicuro (se cioè il soggetto è stato proposto da un’emittente stessa determinata ad avere una serie “a tema”), a volte si procede con la stesura della bibbia. Quest’ultima rappresenta la storia (completa, o quasi) che si intende raccontare, specificata nei dettagli, dove possibile, e in ordine cronologico. In questa fase, è ancora il produttore ad avere l’ultima parola sulle scelte creative, ma è probabile che abbia già coinvolto i membri principali del suo writing team, cioè quegli sceneggiatori che scriveranno la serie in modo regolare nel corso della serie.

La stesura della bibbia è un processo che inizia prima della produzione della serie stessa, ma che continua nel corso di tutte le stagioni in cui la serie si sviluppa. Capita infatti che nella sua prima stesura la bibbia sia, necessariamente, scarna di informazioni a.e. riguardo alcune storyline secondarie o sui personaggi. Questi poi assumono rilevanza man mano che la serie procede: e la bibbia finisce con l’essere una piccola enciclopedia del mondo fittizio creato nella serie. Diversi show (come le soap) non usano la bibbia oppure la usano ma in formato light; in alcuni casi esiste una figura, quella dello script coordinator, col compito specifico di assicurare continuità ed evitare errori nello svolgimento della storia della serie: è soprannominato affettuosamente (ma anche no) “walking bible”.

(volete sapere come si scrive una bibbia come Dio comanda? Date un’occhiata a quella di Battlestar Galactica)

A questo punto non resta che scrivere la sceneggiatura vera e propria. Qui entriamo in un mondo a parte, vecchio come l’uomo: la verità è che si può essere degli ottimi sceneggiatori “giocando secondo le regole” cioè costruendo e distruggendo suspance, creando i tempi comici, sfaccettando i personaggi, ecc… oppure lasciando perdere tutto e seguendo l’istinto. Perchè gli stilemi sono tanto efficaci quanto gli antistilemi, e la scrittura resta un fatto altamente personale, che racconta una storia e insieme racconta qualcosa anche di chi la scrive. D’altra parte, nemmeno i migliori non sono perfetti. Nelle serie, ma soprattutto ad Hollywood, abbondano gli script doctors, cioè professionisti della penna (spesso di grande esperienza) che si guadagnano da vivere correggendo soggetti e sceneggiature scritti da altri. Questo perchè molto spesso chi crea una storia fatica a comprenderne i lati oscuri o problematici (specie in sede di produzione) oppure si “affeziona” a singoli aspetti della storia (un episodio, un personaggio, un colpo di scena, un singolo dialogo) che non sono funzionali nell’economia della stessa.

Ecco uno che si è guadagnato il diritto di scrivere in Times New Roman

Nel mondo delle serie tv a scrivere sono gli story editor (con maggiore esperienza) e gli staff writer (i più giovani). A volte lavorano in gruppo, ma più di frequente collaborano in parallelo (soprattutto nei procedurali): il writer 1 scrive l’episodio 1, il writer 2 l’episodio 2, e via così: il coordinamento è assicurato dal produttore (o dallo script coordinator di cui si parlava sopra). Scrivere sceneggiature è in realtà più noioso di quanto la gente pensi: negli Stati Uniti ad esempio è praticamente obbligatorio utilizzare il font Courier di dimensione 12, ed esistono una serie di convenzioni (fra cui le cosiddette slug-line: INTERNO CASA DI JOE – CUCINA – GIORNO) che suddividono le scene e consentono di tradurre in parole ciò che gli sceneggiatori vedono nella propria testa. Al lato pratico, comunque, lo scopo ultimo è quello di capire e farsi capire dal cast e dal resto dello staff, quindi possono svilupparsi anche delle convenzioni interne. Alcune sceneggiature sono molto divertenti da leggere, sono dei piccoli romanzi, e l’autore interviene spesso nella descrizione delle scene con frasi e immagini per far capire il tono generale della scena o della serie. Non è raro che già in questa fase possa essere coinvolto il regista dell’episodio… ma questa è un’altra storia e ne parleremo nel prossimo articolo!

PS: se volete saperne di più sul mestiere e l’arte della sceneggiatura visitate questo sito o procuratevi il bel libro di Vincenzo Cerami, Consigli a un giovane Scrittore. In giro per la Rete troverete un gran numero di script e sceneggiature di film e serie tv.

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