Curiosità

DJ chiama Italiansubs: le scelte musicali di Giugno 2017

Italiansubs Blog vi presenta una playlist di musiche tratte dalle migliori colonne sonore del mondo delle serie TV.

Le colonne sonore sono uno degli aspetti più importanti in un’opera cinematografica, anche se spesso vengono lasciate in secondo piano. Con questa nuova rubrica, vogliamo provare a mettere in risalto anche questo elemento, scegliendo delle composizioni o delle canzoni particolarmente significative e belle da farvi ascoltare.

Nell’articolo non sono presenti grossi spoiler per le serie prese in esame.

Per il mese di giugno, sette blogger hanno scelto i loro pezzi musicali. Per ognuno trovate il video YouTube e una breve analisi della musica o dell’episodio in cui viene usata. Ecco le scelte della redazione:

 

DONA NOBIS PACEM 2 (Max Richter) – The Leftovers

 

Scelta di Luigi Dalena.

Per celebrare la conclusione di The Leftovers, è obbligatorio citare una delle incantevoli musiche composte da Max Richter (anche compositore per la terza stagione di Black Mirror). La scelta iniziale era quella di “Departure (Reflection)”, forse la composizione più celebre della serie. È sicuramente la più significativa, perché utilizzata in scene fondamentali come quella che termina la serie e soprattutto quella che conclude la seconda stagione, lasciando gli spettatori stupefatti dopo aver assistito a un episodio così meraviglioso. Però la scelta finale è ricaduta su “Dona Nobis Pacem 2”, una composizione più movimentata che in quanto a fama si posiziona probabilmente al seconda posto. Questa splendida musica viene utilizzata diverse volte nel corso della serie, ma quella più memorabile è nel sopracitato ultimo episodio della seconda stagione, I Live Here Now, in una scena molto emozionante in cui si vede tutto l’amore di una madre nei confronti di sua figlia, e in cui Dona Nobis Pacem 2 è la principale ragione del pathos che si crea, data anche la completa assenza di dialoghi. Inoltre, la musica di Richter viene anche brevemente utilizzata due episodi prima, in International Assassin, puntata che si contende il primato di migliore della serie. In questo episodio la musica si sente in un momento topico per il percorso del protagonista, e aiuta a confermare The Leftovers come una delle serie più profonde del panorama televisivo.

 

AMERICAN GODS OPENING THEME (Brian Reitzell) – American Gods

 

Scelta di Silvia Speranza.

Continuiamo con una canzone originale, composta appositamente da Brian Reitzell (Hannibal) per i titoli di apertura della serie American Gods, creata da Brian Fuller (Hannibal) e Michael Green in collaborazione con l’autore del romanzo omonimo, Neil Gaiman. Probabilmente, se non avessi mai visto la fine di Hannibal (e sono ancora molto arrabbiata per questa cosa), non avrei mai conosciuto il genio di Brian Reitzell, compositore di “Love Crime”, cantata dalla splendida Siouxsie Sioux; una canzone profonda e oscura, eppure così romantica e melodica. Dunque ritrovare uno dei miei sceneggiatori preferiti per le atmosfere oniriche e splendidamente sanguinolente e il compositore della maggior parte delle musiche di Hannibal ha fatto scattare in me una sorta di innamoramento istantaneo per American Gods, nonostante sia a digiuno dei romanzi di Neil Gaiman. La sigla di apertura, in cui si sente la meravigliosa voce di Shirley Manson, cantante dei Garbage, è un tripudio di suoni potenti e alienanti, tra cui spiccano batteria e basso perfettamente in armonia, i quali, combinati alle immagini che scorrono ritmicamente sulle schermo, danno subito l’idea del tono che avrà la serie: psichedelica, onirica e un bel po’ strana. Nella sequenza troviamo immagini che si contrappongono tra loro, proprio come gli dèi moderni e quelli antichi nella serie, tra astronauti, crocefissi, iconografia classica religiosa e il progresso della tecnologia; tutte queste immagini vengono impilate in un totem luminoso, sovrastato da un’aquila gigantesca. Una sigla evocativa, la quale risplende grazie alle immagini sullo schermo, ma che anche da sola riesce ad avere una carica esplosiva e coinvolgente che, personalmente, non riesco a smettere di ascoltare da settimane.

 

AMARSI UN PO’ (Lucio Battisti) – Master of None

 

Scelta di Giovanni Trombino.

Quando Aziz Ansari decise di girare in Italia parte della seconda stagione di Master of None, “Amarsi un Po’” di Lucio Battisti fu il primo pezzo che il supervisore musicale della serie, Zach Cowie, gli fece ascoltare. Secondo Cowie, questa canzone si sarebbe adatta bene all’impianto narrativo della serie, sia per sonorità che per tematiche trattate. La traccia piacque così tanto ad Ansari che non solo decise di inserirla nella serie, ma di usare il titolo della canzone per il nono episodio della seconda stagione. Il pezzo cantato da Lucio Battisti e scritto da Mogol chiude uno degli episodi, secondo me, più belli della stagione: più che fare da colonna sonora a una scena precisa, questa canzone rappresenta il culmine di un episodio in cui i due protagonisti costruiscono un conflitto e una tensione genuini, raccontate in maniera garbata ma che non mancano di far emergere delle frustrazioni. “Amarsi un po’” è quasi un lungometraggio che racconta l’altalena emotiva di una relazione che ha i presupposti per evolvere in qualcosa di più ma che resta confinata all’interno di un limbo in cui tiranneggiano l’attesa, l’insicurezza e le contraddizioni – temi che rientrano tra le chiavi di lettura della serie e che mettono in risalto il lato più malinconico e triste di Dev. È un episodio intenso e intimo, che si addentra in questo limbo emotivo in cui i due protagonisti sembrano continuamente essere “vicini ma irraggiungibili”.

 

CHANCES (Athlete) – Doctor Who

 

Scelta di Francesco M. Conte.

Sette anni fa andava in onda uno degli episodi più emozionanti, più struggenti, della nuova serie di Doctor Who: Vincent and the Doctor. Come il titolo suggerisce, l’episodio mette insieme il Dottore (Matt Smith) e Vincent Van Gogh (Tony Curran). È una delle poche volte in cui il Dottore non è riuscito a salvare una vita; anche se, in questo caso, è stato perché il Signore del Tempo non poteva raggiungere i demoni interiori che tormentavano l’artista. Il brano, a mio avviso, esalta quello che per l’artista è un momento di profonda emozione: lo realizzare che sarà ricordato in futuro. È un po’ ciò che tormenta tutti gli artisti, il non sapere se riusciranno a lasciare il segno nella storia. Il tema del brano è lo sfruttare ogni occasione che la vita offre, perché “non sai quando può ricapitare”. In effetti Van Gogh sfrutta una delle più grandi occasioni che la vita gli abbia mai offerto e riesce a toccare con mano la sua grandezza, vedendo i suoi dipinti esposti nel Musée d’Orsay. In un momento di profonda commozione, osservando le persone ammaliate dalle sue opere, sente anche la considerazione che la gente ha di lui. Nonostante il Dottore non sia riuscito ad evitare il suicidio di Van Gogh, ci lascia con una frase bellissima: “Per come la vedo, ogni vita è un insieme di belle e brutte cose. Quelle belle non sempre addolciscono quelle brutte, ma quelle brutte non rovinano quelle buone rendendole non importanti”, il tutto accompagnato da uno zoom della macchina da presa per cogliere un dettaglio nel dipinto “Vaso con dodici girasoli”: For Amy…

 

LIGHT OF THE SEVEN (Ramin Djawadi) – Game of Thrones

 

Scelta di Marco Quargentan.

Questo brano, presente durante i primi 20 minuti del season finale della sesta stagione di Game of Thrones, segna una svolta nella colonna sonora della serie: è il primo a fare uso del pianoforte (nelle scorse stagioni abbiamo avuto l’organo). Il brano è costruito in maniera tale che lo spettatore possa intuire che sta per accadere qualcosa di grosso; possiamo considerarlo un conto alla rovescia in salsa musicale. Inizia lento e col pianoforte solo, a cui viene affidata una melodia spesso intervallata da silenzi. In questi tipi di composizione, i silenzi sono la parte più importante perché contribuiscono ad aumentare l’ansia in chi ascolta (un famosissimo esempio è la colonna sonora de Lo Squalo). Poi pian piano entrano l’organo, le due voci e il resto dell’orchestra; più ci si avvicina al momento clou della scena, più le linee musicali dei vari strumenti si intrecciano, danzando in un turbinio di emozioni che si conclude all’improvviso (è finito il conto alla rovescia) e nel momento in cui accade l’irreparabile. Per questa parte dell’episodio non è stato usato nessun tema riferibile a un personaggio in particolare: questa scelta è stata fatta per cercare di nascondere il più possibile il protagonista indiscusso della scena. Infine, ragionando due secondi sul titolo, possiamo affermare con certezza che non ne esiste uno migliore e più azzeccato. Ramin Djawadi ha fatto il botto con questo brano: non per niente è stato usato anche per il secondo trailer della settima stagione, uscito qualche giorno fa. Fun Fact: per questo brano, il pianoforte è stato suonato da Ramin Djawadi stesso.

 

SON OF PLACENTA PREVIA (Cliff Martinez) – The Knick

 

Scelta di Alessandro Tranchini.

Ci troviamo a New York nei primi decenni del ‘900 per seguire l’involuzione fisica e psicologica del dr. John Thackery, rispettato capo-chirurgo al Knickerbocker Hospital e… tossicodipendente. Come esprimere queste atmosfere glaciali, rivoluzionarie e malsane attraverso la musica? Forse con melodie d’epoca o composizioni classiche? Troppo semplice. Il regista/showrunner Steven Soderbergh ha preferito collaborare con il compositore Cliff Martinez per creare una colonna sonora elettronica e minimalista. Martinez era famoso per aver fatto parte dei Red Hot Chili Peppers e Captain Beefheart, e sempre in campo elettronico aveva gia creato le meravigliose colonne sonore di film come Drive, Solo Dio perdona e Spring Breakers. Ciò che ha fatto in The Knick è un esperimento sicuramente riuscito: le tragedie del Knickerbocker vanno a braccetto con la regia mozzafiato di Soderbergh (tra le più cinematografiche mai viste) e i ritmi eterei, ma al contempo martellanti, di Martinez. In tutta la serie si susseguiranno brani quasi ambientali ad altri più sincopati, che potrebbero ricordare certe sonorità al sintetizzatore tipiche degli anni ’80. Il brano scelto, “Son of Placenta Previa”, è il brano più ricorrente in tutta la serie e presente in numerosi dei momenti più importanti. Per quanto mi riguarda, la scelta di questo pezzo è stata doverosa dopo la recente cancellazione della serie: un piccolo omaggio ad un capolavoro durato troppo poco.

 

RUN (Snow Patrol) – Rescue Me

 

Scelta di Giuliano Franco.

Rescue Me è una serie creata da Denis Leary e Peter Tolan, andata in onda sul canale FX per sette stagioni dal 2004 al 2011 e incentrata sulla vita professionale e, soprattutto, personale di un gruppo di vigili del fuoco di New York City a seguito degli attentati dell’ 11 settembre 2001 in cui persero la vita 343 pompieri. Il protagonista è Tommy Gavin (Denis Leary), personaggio tormentato la cui vita sembra ridursi in pezzi a causa dell’impossibilità di riuscire a superare la perdita di suo cugino Jimmy, morto proprio durante gli attentati.
L’episodio Brains della seconda stagione, in cui viene trattata la difficile tematica della pedofilia nella Chiesa Cattolica, si conclude con una scena straziante perfettamente accompagnata da “Run” degli Snow Patrol, gruppo rock britannico conosciuto, soprattutto, per il finale della seconda stagione di Grey’s Anatomy in cui è presente la loro “Chasing Cars”. Il brano, inserito nel terzo album della band “Final Straw” e scritto a cinque mani da Gary Lightbody, Jonathan Quinn, Mark McClelland, Nathan Connolly, Iain Archer, è una ballad dai toni malinconici in cui si raccontano le difficoltà di riuscire a superare la fine di una storia d’amore (“to think I might not see those eyes makes it so hard not to cry”). Famosissima, qualora il vostro genere fosse il POP, è la cover della cantante britannica Leona Lewis, contenuta nella Deluxe Edition del suo album d’esordio “Spirit” e sedicesimo brano più venduto di sempre in UK.

 

Con questo concludiamo la nostra prima rassegna di DJ chiama Italiansubs. Non abbiate paura di farci sapere nei commenti la vostra opinione e i vostri suggerimenti per migliorare questa rubrica. Al prossimo mese!

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Luigi Dalena

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Producer pubblicitario. Blogger itasiano dal 2013. Maniaco dell'ordine e dell'organizzazione. Appassionato di videogiochi, tecnologia, astronomia, cinema e soprattutto serie TV. Apprezzo qualsiasi genere, ma ho un debole per sci-fi e fantasy. Una volta guardavo di tutto, ma poi ho lentamente ristretto i miei gusti spostandomi quasi esclusivamente sulle serie britanniche e sulle cable statunitensi. Più sono brevi, meglio è.
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