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Doctor Who – il Dottore diventa donna: anatomia di una scelta

Domenica scorsa la BBC ha rilasciato un annuncio che ha fatto molto parlare di sé: la prossima incarnazione del protagonista di Doctor Who sarà interpretata da un’attrice, invece che da un attore. Jodie Whittaker vestirà i panni del tredicesimo Dottore. Cosa comporta questo per la serie?

Doctor Who Jodie Whittaker

Nonostante questa possibilità fosse nell’aria già dal 2013, quando poi è stato scelto Peter Capaldi per il ruolo del dodicesimo Dottore, in molti non si aspettavano questa scelta da parte del network e del futuro showrunner Chris Chibnall. L’opinione pubblica si è divisa fra chi accetta con serenità questo cambiamento e chi invece è contrario.
Chi è favorevole, porta come argomentazione i diversi moniti inseriti nella serie negli ultimi anni: già nel quarto episodio della sesta stagione, The Doctor’s Wife, era stata menzionata la possibilità per un Signore del Tempo di cambiare sesso durante una rigenerazione, scelta che è stata poi ampiamente confermata dalla nuova femminile incarnazione del Maestro, storico antagonista della serie, ora diventato “Missy”. Dall’altra parte, i fan che si trovano in disaccordo con questa scelta ritengono che un cambio di sesso per il protagonista sia meno accettabile di quello di un antagonista, e che in generale la possibilità di cambiamento sia stata introdotta nella serie solo di recente, nella cosiddetta “era Moffat”, ovvero nelle stagioni gestite dallo showrunner Steven Moffat, le cui scelte vengono spesso criticate da una parte dei fan. Infatti molti fan contrari alla decisione riconoscono la canonicità di questo cambio, e mettono in discussione direttamente la stessa introduzione del cambio di sesso per un Signore del Tempo, che come conseguenza ultima ha propria il cambio di genere per il Dottore.

Un’ulteriore questione su cui si discute è se questa scelta possa o meno influenzare l’immaginario collettivo nei confronti di Doctor Who. Ad oggi, il cambiamento di genere è quanto di più estremo possa coinvolgere una rigenerazione del protagonista. Sin dal 1966 siamo abituati a un personaggio che cambia età o che cambia modo di fare. Invece un passaggio uomo > donna, soprattutto dopo più di 50 anni in cui il Dottore è stato uomo, crea un impatto senza precedenti, che rischia di sconvolgere le fondamenta della serie, andando a coinvolgere problematiche complesse come l’identità di genere. Un cambio simile comporterebbe una riscrittura del personaggio che prima d’ora non abbiamo mai avuto, e la riscrittura rischia di oltrepassare il limite accettabile dall’immaginario collettivo, oltre al quale verrebbe cancellato un punto fisso della serie e del fenomeno “Doctor Who”, che è l’identità maschile del protagonista. Sono argomentazioni complesse e delicate, che forse non è il caso di affrontare ora, sia perché freschi dell’annuncio, sia perché, di fatto, non abbiamo ancora visto nulla di questa nuova versione del Dottore. Affrontare il discorso sul cambiamento, con le certezze di una parte di fan e le paure dell’altra, sarà sicuramente più facile una volta che l’operato di Chibnall con il suo nuovo Dottore avrà all’attivo almeno una stagione.

Doctor Who

Questa scelta capita in un periodo complesso, ma allo stesso tempo adatto. È ormai qualche anno che nel mondo dell’intrattenimento fa discutere una tendenza a cambiare sesso, razza o preferenze sessuali a dei personaggi o dei franchise preesistenti. Degli esempi noti sono il remake al femminile di Ghostbuster, il protagonista del film in uscita The Dark Tower diventato nero, oppure la versione donna di Thor e la versione di colore di Spider-Man nel mondo dei fumetti Marvel. Alcuni ritengono che tutto ciò derivi da un clima “politically correct”, sostenuto dall’impronta liberale dell’industria dell’intrattenimento e dalla fetta di pubblico più esagerata che richiede a gran voce più spazio per le minoranze razziali o di genere. Secondo chi scrive, questa tendenza è sbagliata, anche se segue una morale corretta. La soluzione ideale sarebbe quella di creare più storie originali in cui dei personaggi appartenenti alle minoranze possano spiccare o servire come modello positivo, invece che andare a intaccare qualcosa di già consolidato.

La questione ne crea un’altra che può essere vista come negativa: dietro le quinte, da cosa è stata dettata la scelta di un cambio di sesso nel protagonista di Doctor Who? A grandi linee, le possibilità sono due: è stata voluta dal network per cavalcare la tendenza di cui sopra, per accontentare la fetta di pubblico che richiedeva una protagonista femminile o per paura di essere etichettato come un network non incline al cambiamento e all’innovazione; oppure è stata scelta dallo showrunner perché riteneva che la narrativa che aveva in mente potesse essere adatta a un Dottore donna o semplicemente perché voleva portare un cambiamento netto alla serie.
Nel secondo caso questo cambiamento è positivo, perché il volere dello showrunner beneficia la sua narrazione e perché Doctor Who è una serie che necessita assolutamente di cambiare e di rinnovarsi ogni tot anni. Però se la maggior parte delle ragioni di questo cambiamento derivano della voglia del network di far parlare di sé e di cavalcare l’onda, allora siamo di fronte a una scelta che alla base è sbagliata. Purtroppo è normale che il marketing prevalga sull’arte, ma allo stesso modo è altrettanto ingiusto.

Broadchurch Jodie Whittaker

Spostandoci invece sulla specifica scelta di Jodie Whittaker, sappiamo che l’attrice non è nuova a lavorare con Chris Chibnall, né con altri attori di Doctor Who. Tra la sua filmografia, il lavoro più citato infatti è Broadchurch, serie creata dal futuro showrunner e in cui hanno recitato sia David Tennant (decimo Dottore) che Arthur Darvill (compagno dell’undicesimo Dottore), oltre a diversi altri attori con ruoli minori in entrambe le serie. Nelle tre stagioni di Broadchurch, Jodie Whittaker ha interpretato Beth Latimer, madre del bambino ucciso all’inizio della storia che vivrà nel lutto, cercando di ricominciare la sua vita. Anche se in un ruolo piuttosto complesso, che varia spesso tra l’apatico e l’eccessivamente emotivo, l’attrice ha dimostrato di avere un certo talento. Altri ruoli memorabili sono quelli nelle due serie antologiche Black Mirror e Accused, in cui la Whittaker recita rispettivamente nel terzo episodio della prima stagione e nel quarto episodio della prima stagione. Anche in questi casi Jodie si è fatta notare con performance di livello.
Ma come i fan di Doctor Who sanno bene, il solo talento non basta per interpretare il Dottore. È anzi forse più importante “essere il Dottore”, ovvero avere una dose di originalità e follia che viene trasmessa al personaggio. La normalità non è accettata. Ad ora potremmo fare solo supposizioni, finché non vedremo Jodie Whittaker all’opera nei panni dell’Ultimo Signore del Tempo, non sapremo se questa scelta è stata azzeccata o meno. La prima comparsa del tredicesimo Dottore sarà nello speciale di Natale, quando prenderà il posto di Peter Capaldi, mentre la prossima stagione andrà in onda nel 2018. Non ci resta che aspettare.

Nel frattempo, qual è la vostra opinione in merito alla scelta di cambiare genere al Dottore? Siete favorevoli o contrari?

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Luigi Dalena

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Producer pubblicitario. Blogger itasiano dal 2013. Maniaco dell'ordine e dell'organizzazione. Appassionato di videogiochi, tecnologia, astronomia, cinema e soprattutto serie TV. Apprezzo qualsiasi genere, ma ho un debole per sci-fi e fantasy. Una volta guardavo di tutto, ma poi ho lentamente ristretto i miei gusti spostandomi quasi esclusivamente sulle serie britanniche e sulle cable statunitensi. Più sono brevi, meglio è.
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