Una nuova avventura, per Martha e il Dottore, nella terza stagione.
Episodio 3×08-09: Uman Nature / The Family Of Blood
Scritti da: Paul Cornell
Diretti da: Charles Palmer
Data di messa in onda: 26/05/2007 e 02/06/2007
Dove eravamo
Con la promessa di “un viaggio, un solo viaggio”, Martha Jones e il Dottore sono finiti nella New York del futuro già vista con Rose, hanno combattuto quel che resta dei Dalek nella New York degli anni ’30, sono tornati a Londra e, nello spazio, hanno salvato una nave destinata a finire dentro un sole, in soli 42 minuti…
Vi presento John Smith
Ora, inseguiti da una misteriosa minaccia, si rifugiano nella TARDIS, dove il Dottore affida a Martha un orologio da tasca, dicendole di custodirlo a qualunque costo e di farglielo aprire solo se costretta. E’ a questo punto che John Smith, insegnante con le sembianze del Dottore, si risveglia nel proprio letto, in un collegio maschile, la mattina dell’11 novembre 1913.
John Smith è un uomo tranquillo e timido, che tiene un Diario di Accadimenti Impossibili, in cui annota i propri strani sogni e in cui disegna le creature (simili a Dalek e Cyberman) che li popolano, e che condivide una tenera amicizia con Joan Redfern, giovane vedova, infermiera dell’istituto.
In questo scenario tipicamente inglese e apparentemente idilliaco, Martha fa la cameriera e passa le giornate a strofinare pavimenti e ad impedirsi di tirare secchi in testa a giovani rampolli di ricche famiglie, che non le mostrano il minimo rispetto, mentre veglia sul Dottore/John Smith seguendo le scarne istruzioni che le sono state lasciate in un video sulla TARDIS.
Tutto sembra procedere per il meglio, nonostante la gelosia e l’insofferenza di Martha, finché non precipita dal cielo un meteorite verde, che si rivela essere l’astronave aliena de La Famiglia. Nonostante il simpatico e innocuo nome, La Famiglia è formata da quattro malvagie creature alla ricerca del Dottore e del TARDIS, per impadronirsi della loro energia e consumarla, vivendo in eterno.
Sarà solo con l’aiuto di Latimer, un giovane, coraggioso, intelligente e particolare studente del collegio, che Martha e il Dottore sconfiggeranno La Famiglia, a costo, però, della vita e dell’esistenza, anche futura, di John Smith.
Perche’ non posso essere John Smith? Non e’ un brav’uomo?
Scritta da Paul Cornell (già autore di Father’s Day, nella prima stagione), tratta da un suo romanzo del 1995 con lo stesso titolo, Human Nature, la storia è piuttosto semplice, nella trama e nella risoluzione: tutto ruota attorno all’orologio affidato a Martha, tecnologia gallifreyana in grado di custodire l’intera essenza e i ricordi di un Timelord. L’orologio, smarrito e ritrovato, permette di celare più a lungo la vera identità di John Smith e poi di rivelarla al momento più opportuno, risolvendo la vicenda.
Quel che rende i due episodi, almeno per me, interessanti e appassionanti è l’inconsueta posizione in cui si trova il Dottore, non più deus ex machina di un altro mondo che arriva a salvare la situazione, ma protagonista e vittima umana del dramma. E’ John Smith ad essere al centro del conflitto, la sua terribile scelta e il suo coraggioso sacrificio, una volta conosciuta e accettata la verità. John Smith deve morire, perché il Dottore possa tornare a vivere e salvare gli abitanti del villaggio e i ragazzi della scuola, minacciati da La Famiglia e dal suo esercito di Spaventapasseri.
Sarà Joan, consapevole che la “morte” di John e il ritorno del Dottore risparmieranno sofferenza, guerra e dolore a generazioni e mondi futuri e passati, ad aiutare il professor Smith a compiere la sua scelta e a portare il lutto per la sua scomparsa.
“Cosa fai esattamente per lui? Perche’ ha bisogno di te?”
Tutto è bene quel che finisce bene o, almeno sembra. Sono le ultime parole di Joan che ci fanno capire quanto, spogliato dai “lustrini” che sono la cabina blu e la promessa di avventure e “accadimenti impossibili”, il Dottore sia una creatura terribile e potente che, con il suo intervento ha sì il potere di salvare e proteggere, ma anche di distruggere e devastare.
Se il Dottore non fosse mai venuto da noi, se… non avesse mai scelto questo posto, per un capriccio… Sarebbe morto qualcuno, qui?
Il tema è ricorrente nella gestione daviesiana della serie. Spesso, nelle prime quattro stagioni, ci viene ricordato che il Dottore è una creatura ferita e combattuta, che forse ha vissuto troppo a lungo e che deve lottare costantemente per rimanere legato al suo lato più umano, che gli impedisce di diventare la forza più temibile dell’universo. Sono i compagni che sceglie, le persone che incontra durante i suoi viaggi a mantenerlo “sano” e il Dottore ne è consapevole, anche nel caso di Martha, sempre bistrattata, sempre messa da parte, ma ringraziata con un significativo “Grazie perche’ ti prendi cura di me”.
Al calar del sole e al mattino, noi li ricorderemo…
E, per concludere, un paio di curiosità.
– Durante una passeggiata, parlando con Joan, John Smith racconta del proprio passato e dice di essere originario di un paese di nome Gallifrey, che si trova (forse) in Irlanda. I suoi genitori sono Sydney e Verity, esplicito riferimento a Sydney Newman, creatore di Doctor Who e Verity Lambert, prima produttrice della serie.
– Baines, studente del collegio che scopre l’arrivo de La Famiglia e ne diventa prima vittima e poi leader, è interpretato da un giovane Harry Lloyd, pronipote di Charles Dickens, che facilmente ricorderete nella biondissima e perversa parrucca di Viserys Targaryen in Game Of Thrones.
Parrucca o meno, il modo in cui l’aria petulante e lo sguardo problematico gli vengono naturali, anche a distanza di anni, è a dir poco preoccupante…
– Tim Latimer, che aiuta il Dottore e Martha, è invece interpretato da Thomas Brodie Sangster. Potreste ricordare anche lui per un recente ruolo in Game Of Thrones, ma senza parrucca e senza perversione.
– La storia è ambientato alla vigilia della Prima Guerra Mondiale e la minaccia del conflitto imminente è presente in entrambi gli episodi. Joan si riferisce ad essa come ad “un’ombra che scende e attraversa il mondo intero”. La conclusione del secondo episodio è un vero e proprio omaggio ai caduti della Grande Guerra, con Martha e il Dottore che partecipano ad una cerimonia commemorativa a cui è presente anche Tim, ormai anziano.
Martha appunta un papavero rosso al bavero del Dottore, un fiore che vi sarà capitato spesso di vedere sulle giacche di attori e presentatori britannici in questo periodo dell’anno.
In occasione del Remembrance Day, infatti, all’undicesima ora, dell’undicesimo giorno, dell’undicesimo mese (le 11 dell’11 novembre, appunto), in ricordo della firma dell’armistizio che cessò le ostilità sul Fronte Occidentale, nei Paesi del Commonwealth ci si raccoglie in un minuto di silenzio, in ricordo delle vittime della Prima Guerra Mondiale. Dal 1945 i minuti di silenzio sono due, in ricordo delle vittime di entrambe le guerre mondiali.
Alla commemorazione è spesso associata la poesia In Flanders Field (Nei Campi delle Fiandre), scritta nel 1915 da John McCrae in ricordo di un caro amico scomparso in guerra, i cui versi
In Flanders fields the poppies blow
Between the crosses, row on row
That mark our place;
hanno ispirato proprio l’uso dei papaveri (poppies).
hipopo
Ultimi post di hipopo (vedi tutti)
- Due cuori e una cabina: Partners In Crime - 8 Novembre 2013
- Due cuori e una cabina: Human Nature / The Family Of Blood - 4 Novembre 2013
- Due cuori e una cabina: The Shakespeare Code - 2 Novembre 2013