Che cosa fai se vuoi vedere l’universo? Facile, rapisci un Signore del Tempo.
Episodio 6×04: The Doctor’s Wife
Scritto da: Neil Gaiman
Diretto da: Richard Clark
Data di messa in onda: 14 Maggio 2011
Dove eravamo: Dopo il matrimonio dei Pond, il Dottore e i due sposini riprendono a viaggiare insieme. Si ritrovano tutti a Lake Silencio, nello Utah per un avvenimento tanto sconvolgente quanto inaspettato che tormenterà i nostri protagonisti fino alla fine della stagione. Dopo una breve avventura su un vascello del XVII secolo, Amy, Rory e il Dottore atterrano su Casa: asteroide senziente fuori dall’universo.
A volte basta una piccola idea, come una scatolina luminosa che bussa alla porta della mente di uno scrittore, per creare uno degli episodi più belli del nuovo Who.
La trama di questo episodio, infatti, è tutt’altro che interessante o originale. Il Dottore e i suoi fanno la conoscenza di un alieno che minaccia di ucciderli tutti, TARDIS compreso. Praticamente la giornata-tipo del nostro Signore del Tempo. Come se non bastasse, diversi tratti di questa storia sembrano essere stati ripresi da una delle storie a fumetto che ha come protagonista il settimo Dottore (Nineveh!).
Vi starete chiedendo perché recensire un episodio così banale. Ebbene, la questione riguarda uno dei personaggi: Idris (Suranne Jones). Una giovane donna che vive su Casa. Al fine di nutrirsi del TARDIS del Dottore, Casa trasferisce la matrice della macchina nel corpo di Idris. La matrice, l’anima del TARDIS non è progettata per stare all’interno di un corpo umano. Un corpo che quindi può tenerla in vita solo per poche ore.
Questi istanti, però, sono molto preziosi. Preziosi per il Dottore ma anche per noi che osserviamo il suo vagabondare nello spazio-tempo. Se c’è qualcuno che è sempre stato a fianco del Dottore è senz’altro quella cabina blu. Eppure non l’abbiamo mai sentita parlare, ridere o piangere. E cosa definisce la vita meglio di queste cose? Ridere, piangere, parlare, baciare… mordere. Sono tutte attività che descrivono il naturale vivere di un qualunque essere umano. È per questo che viene sopraffatta da una nuova gamma di sensazioni quando prende possesso del corpo di Idris.
Ladro! Ladro! Sei il mio ladro!
Dopo 700 anni, la donna può finalmente parlare con il suo ladro e confidargli di aver lasciato la porta aperta per poter “rubare” il Dottore e vedere con lui l’universo. Per tutto questo tempo, abbiamo pensato che fosse stato il Dottore a rubare la TARDIS per vedere l’universo. Cominciamo ora, forse, a vedere quanto questi due personaggi si somiglino: i modi di fare, quasi da folle, la parlantina frenetica e veloce, che spesso dice cose incomprensibili (almeno ai più) e una sensibilità davvero singolare. Sono tutte qualità che possiamo riscontrare nel Dottore quanto in Idris. Proprio come in una vecchia coppia sposata, lui la chiama Sexy (ma solo quando sono soli) e lei imbastisce battibecchi tanto divertenti quanto inutili sul verso in cui andrebbero aperte le porte del TARDIS.
Perfino la qualità che ci ha sempre meravigliato del TARDIS, ovvero il suo essere “più grande all’interno” diventa un tratto comune. All’interno del suo involucro di carne, ogni persona è immensa, sterminata, infinita. La TARDIS, da oggetto di meraviglia, diventa semplice, umana.
L’episodio sta finendo e l’alieno è sconfitto. Amy, Rory e il Dottore sono salvi e possono finalmente riprendere a viaggiare. Il tempo di Idris, però, è giunto al termine: l’anima del TARDIS deve tornare al suo posto, nella cabina. Ecco che, all’improvviso, quando quest’esperienza terrena è ormai finita, Idris trova quella parola tanto complicata e triste che ha cercato per tutto l’episodio. La parola che racchiude tutti i battibecchi, le sensazioni e la parlantina frenetica che l’hanno accompagnata in questo lasso di esistenza umana.
Viva. Io sono viva.
È vero, una parola molto importante, complicata e anche tanto triste, specialmente ora che il Dottore deve dire addio a questo avatar terreno della sua TARDIS e lasciare che torni ad essere muta nella sua cabina blu e che continui a portarlo ancora, non dove vuole andare, ma dove deve andare.
Fun Facts per fanboy e fangirl del Dottore:
- Questa è la prima volta dopo la “presa di potere” di Steven Moffat che in un episodio di Doctor Who viene usato un Ood. Per questo, in quanto loro creatore, Russel T Davies viene citato nei titoli di coda.
- A causa del budget ristretto, lo script originale ha subito molti cambiamenti.
- La puntata è stata in origine scritta per essere l’undicesimo episodio della quinta stagione.
- Il genio di Neil Gaiman avrebbe voluto che la console archiviata nel TARDIS fosse una di quelle della serie classica.
- Avrebbe anche voluto che Nipote fosse un nuovo tipo di alieno.
- Come in Forest of the Dead e Eleventh Hour, anche qui il Dottore tenta di aprire le porte del TARDIS schioccando le dita, ma stavolta senza successo.
- Per la prima volta nella serie moderna vengono utilizzati come setting i corridoi del TARDIS, che erano tipiche ambientazioni della serie classica.
Kikka.Muse
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