Ground Floor

Gli Aperitivi: Ground Floor

Siete anche voi nostalgici di Scrubs e del dottor Cox? Beh, gioite: John C. McGinley è tornato protagonista in una nuova serie: Ground Floor (TBS, ogni giovedì sera).

Ground Floor scena barTRAMA: La commedia racconta una – atipica – storia d’amore sul posto di lavoro di un’azienda bancaria, la Whitestone Trust. In questo luogo vengono seguite e raccontate le avventure di Brody (Skylar Astin), un giovane e promettente banchiere, dal momento in cui incontra la bellissima Jenny (Briga Heelan) nel bar in cui si svolge una festa aziendale. Trasformando quella che doveva essere una semplice notte di sesso in un moderno Romeo & Giulietta, i due ragazzi dovranno trovare il modo di far sopravvivere il loro rapporto alle difficoltà di due mondi contrastanti: quello dei piani superiori di Brody e quello del piano terra in cui lavora, per la manutenzione dell’edificio, Jenny. I due universi sono in contrasto tra di loro: il primo è caratterizzato da burocrazia, tristi e noiosi colleghi e un boss, il signor Mansfield (John C. McGinley), molto esigente; il secondo è composto da persone allegre e, soprattutto, un ambiente di lavoro molto più rilassato. Una cosa comunque accomuna i due piani (e si intromette nel rapporto tra Brody e Jenny): il disprezzo e i pregiudizi dei colleghi verso le persone che operano nell’altro universo lavorativo.

LA PRIMA IMPRESSIONE: Innanzitutto c’è da dire che lo show ha sempre tenuto, nelle prime due puntate di premiere, un ritmo incalzante senza momenti di fiacca: non è cosa da poco, di questi tempi. Molto bene i protagonisti: perfetto l’affiatamento tra i due attori, Skylar Astin dà sfoggio anche delle sue capacità canore e Briga Heelan ha una risata che definire contagiosa è un eufemismo. Ottimi anche i comprimari, soprattutto quelli del pianoterra colleghi di Jenny: tra tutti spicca “Harvard” (Rory Scovel), colui che probabilmente ci regalerà durante l’arco John McGinleydella stagione i momenti più esilaranti grazie al suo essere il vero antagonista del protagonista a causa dei sentimenti provati (e non ricambiati, checché ne dica lui) nei confronti di Jenny. Non mancano poi il collega inserito per aumentare i momenti comici (operazione riuscita!) grazie alla sua capacità di essere macchietta (James Earl) e la bellezza mozzafiato di turno, aggiunta per ora prevalentemente e presumibilmente per accaparrarsi una buona parte di pubblico maschile dato il – poco – spessore del personaggio: non parlo della protagonista, che brutta comunque non è, ma di una sua collega interpretata da Alexis Knapp. Da rivedere e caratterizzare meglio, invece, i colleghi dei piani superiori: anche l’amico del protagonista, Mike “Threepeat” Wen (Rene Gube) per ora è poca cosa; gli altri sono completamente inesistenti o quasi. Discorso a parte merita John C. McGinley: è tornato più in forma che mai, con battute sferzanti sullo stile di quelle che hanno caratterizzato il suo personaggio più celebre (non devo star qui a ripetervi o ricordarvi chi è, giusto?) e con il suo solito adorabile vizietto di dare soprannomi a chi gli sta intorno. Anche qui, inoltre, l’egocentrismo del personaggio interpretato è caratteristica predominante dello stesso, e il modo in cui viene rappresentato è… come si può dire (non voglio rovinarvi la sorpresa)… impressive! Come lo è lui, d’altronde.

IL QUESITO: La qualità della serie per ora sembra innegabilmente buona, al riguardo l’unico quesito potrebbe essere se riuscirà a mantenere il ritmo serrato che la narrazione ha tenuto in questi primi 45 minuti. L’ambientazione dello show, le varie rivalità già delineate e le situazioni che possono crearsi al riguardo danno potenzialmente molti spunti per raccontare una grande quantità di storie. D’altro lato, però, continuare a stare in quell’edificio potrebbe alla lunga risultare ripetitivo e annoiare lo spettatore. È pur sempre vero che Bill Lawrence, produttore esecutivo di questa serie, ha già vissuto questa situazione in Scrubs: c’è da dire però che lì le storie di contorno assumevano una parte fondamentale e interessante dello show. In Ground Floor ricreare storie secondarie altrettanto coinvolgenti potrebbe risultare più difficoltoso, data la diversa ambientazione generale. Paradossalmente, comunque, il quesito maggiore potrebbe riguardare gli ascolti. TBSDico paradossale perché lo show è trasmesso su una rete cable, in cui generalmente i ratings non sono così fondamentali e vincolanti per il successo di una serie come lo sono per una serie di un network di tipo broadcast. Il problema in questo caso potrebbe comunque sussistere in quanto Ground Floor, trasmesso su TBS – una rete che non ha una grande tradizione in fatto di script televisivi originali – ha ottenuto degli ascolti non esattamente esaltanti per questi due primi episodi rispetto agli ascolti delle premiere dei (pochi) show di punta della rete.

IL VERDETTO: La serie è promossa, con qualche leggerissima riserva. Come già detto il ritmo dello show è ben sostenuto e costante. Certo, magari non ci saranno scene che fanno rotolare dalle risate ma un sorriso lungo tutta la puntata rimane impresso in viso, con qualche sana risata in occasione di alcune battute o situazioni veramente ben riuscite e caratterizzate. La supervisione di Bill Lawrence è un’assicurazione sulla qualità e la quantità di momenti comici: questi sono accentuati ogniqualvolta appare in scena il signor Mansfield interpretato da John C. McGinley. La presenza di quest’ultimo è al momento il pezzo forte di questa serie, ma a lungo andare anche gli altri protagonisti e alcuni comprimari (in particolar modo, come già detto, punto su Rory Scovel) sapranno approfittare e beneficiare della vena sarcastica di McGinley per assimilarla, prenderne spunto e incrementare il livello umoristico e recitativo del cast. Le leggerissime riserve indicate a inizio paragrafo potranno essere sciolte quando verranno caratterizzati maggiormente i tristi colleghi di Brody (“Threepeat” incluso) e la sinora inutile-se-non-fosse-per-il-suo-essere-sexy Alexis Knapp.

Con una dichiarazione non ufficiale posso dire che a tratti la serie sembra prendere spunto da The IT Crowd, soprattutto nelle scene che si svolgono al pianoterra e che includono il personaggio soprannominato “Harvard” (che poi, spoiler alert, si scopre essere veramente facente parte del “team” IT). Ora, non so se Bill Lawrence sia un fan della serie britannica o se la cosa sia assolutamente casuale, ma questo fatto è assolutamente piacevole e aumenta i punti stima per questo show.

Vi ricordo che la serie ha debuttato giovedì 14 novembre e ci farà compagnia in questa prima stagione per 10 episodi.

I sottotitoli della seconda puntata stanno arrivando qui su ItaSA, quindi tenetevi pronti, mentre quelli del primo episodio li potete già trovare QUI!
Nel frattempo, ingannate l’attesa con il promo e… ball-tap a tutti, ladies escluse!

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Jacopo Zambon

Blogger e traduttore (jakopelosh)
Informatico pigro e realista, nato senza ROM e GPS. Guardiano della notte. Divoratore (di bocca buona) di film, prima, e serie TV, poi. Qualcuno mi definisce nerd: lo prendo come un complimento ma, ogni volta che succede, un vero nerd si ribalta nel suo Tardis. Utente ItaSA dal 2009, blogger senza dono della sintesi da ottobre 2013 e traduttore da dicembre 2014... So say we all!
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