Cari vendicatori ormai giunti al capolinea, benvenuti su questo tributo a Revenge in occasione del finalissimo di stagione e di serie, che porta il sinistro titolo di Two Graves, ovvero Due tombe.
SPOILER su tutte le stagioni di Revenge. Itasiano avvisato…
Facciamo finta che tu, caro lettore del blog di ItaSA, sia capitato su questa pagina per caso, e non sappia nemmeno di cosa si stia parlando.
Cos’è Revenge?
Revenge è un show della ABC che, dopo quattro stagioni e 88 episodi di più o meno onorato servizio, giunge ad una conclusione questa settimana.
Di cosa parla Revenge?
La trama, liberamente ispirata al romanzo Il Conte di Montecristo di Alexandre Dumas padre, racconta le vicissitudini di Emily Thorne (Emily VanCamp), giovane di belle speranze, bella presenza e ancora più bel patrimonio, che arriva negli Hamptons (il luogo di villeggiatura preferito dei ricconi di New York) da semisconosciuta e in brevissimo tempo si inserisce nell’alta società del posto, accalappiando fin dai primi minuti del pilot lo scapolottino n° 1, Daniel Grayson (Joshua Bowman). Ma l’alta società non sarebbe tale senza una regina indiscussa: Victoria Grayson (Madeleine Stowe), la madre di Daniel, che come qualunque suocera che si rispetti non vede di buon occhio la nuova arrivata. E non ha tutti i torti: Emily non è infatti arrivata negli Hamptons per caso, ma per portare a termine, come da titolo, la sua vendetta. E quale sia questa vendetta è presto detto: quella di Emily Thorne è in realtà un’identità fittizia dietro cui si cela Amanda Clarke, la figlia del noto terrorista David Clarke, processato e incarcerato quasi 20 anni prima e poi assassinato in prigione. Serve proprio dire che in realtà David Clarke era innocente? E che i veri colpevoli erano i Grayson? E che Victoria era l’amante di lui, e che l’ha tradito? No, vero?
Beh, a parte le ovvietà del concept iniziale, la serie è partita sotto i migliori auspici: è infatti diventata la seconda serie ABC con gli ascolti più alti, dopo la stagione 2006-2007 di Lost, nello slot delle 22 del mercoledì e ha ottenuto la stagione completa fin da dopo la messa in onda del pilot.
Una delle peculiarità di questa serie è l’originalissimo espediente narrativo che in questa sede chiameremo mortefarlocca®: solitamente, il primo episodio della stagione inizia con un flashforward di quelli fatti apposta per lasciare il segno, solitamente con morto (o presunto tale). E siccome alla ABC sono dei volponi e conoscono questi trucchetti beceri ma efficaci, il corpo senza vita sembra sempre appartenere a uno dei personaggi principali. Ma poi l’impulso di tirare la storia per le lunghe finisce sempre per prendere il sopravvento, e la risposta (che, stando all’imprescindibile scaletta, si scopre intorno a metà stagione) è solitamente no. Che è poi anche la risposta alla domanda “Ah-ah, ci eravate cascati, eh?”.
Ma andiamo con ordine e veniamo alla prima mortefarlocca®: quello che, secondo tutti gli indizi possibili, sembrava essere al 90% il cadavere di Daniel Grayson, con un colpo di coda al fotofinish si è rivelato essere quello di un personaggio secondario. I volponi della ABC si sono sfregati le mani ghignando e i telespettatori, chi più chi meno, hanno continuato a godersi le avventure di Emily/Amanda, per gli amici Emanda, del suo sidekick (o, per meglio dire, side-geek) Nolan Ross (Gabriel Mann), del suo amico di infanzia/interesse amoroso Jack Porter (Nick Wechsler) e di tutta la combriccola. Il riscontro del pubblico è stato infatti dovuto anche ad un cast decisamente azzeccato e affiatato perfino fuori dal set. Oltre alla chiacchieratissima romance tra la protagonista Emily Van Camp e l’interprete di Daniel Grayson Joshua Bowman, qualcuno tra i più informati ricorderà l’audace servizio fotografico che il discusso fotografo di Hollywood Tyler Shields realizzò in occasione del lancio della seconda stagione, e che potete trovare sul suo sito qui e qui.
La seconda stagione dunque prometteva bene, con l’introduzione di tanti nuovi personaggi ma, soprattutto, con tante attese dopo il cliffhanger del finale della precedente stagione. E questo ci porta alla seconda mortefarlocca®: nel primo season finale, una Victoria Grayson apparentemente redenta e decisa a smascherare il marito sale su un aereo che salta in aria prima di decollare. Ma il dubbio sulla sua fine è ben presto fugato: ovviamente no, Victoria non è morta. E il pubblico, tutto sommato, è stato contento, perché sapeva che questa donna complessa e multisfaccettata aveva ancora tanto da regalare. Una cosa in particolare, regalava senza troppe preghiere al primo uomo che passava… ma non fatemi scadere nel volgare. Vero è che la lunghissima lista di tutti gli amanti di Victoria meriterebbe un tributo a sé.
Ma bando alle ciance, c’è un pattern da rispettare, ovvero il tradizionale flashforward di inizio stagione con cadavere. Stavolta sembra toccare a Jack Porter, la sua barca è finita in fondo all’oceano. E ancora, sarà davvero lui? Dovremo aspettare più di metà stagione, tra fantomatiche organizzazioni criminal-terroristiche, madri schizofreniche, divorzi, matrimoni, gravidanze e tutto l’ambaradan degno delle migliori serie a tinte soap, prima di scoprirlo. La risposta, chevvelodicoafare, è ovvia. Ma stavolta i volponi della ABC non vogliono fare il solito giochetto: e infatti Jack si salva, ma ci resta secca la vera Emily Thorne, che però si spacciava per Amanda Clarke, per gli amici fintAmanda. Non solo! I volponi sono davvero assetati di sangue e non risparmiano le tragedie: quindi ecco una bomba in un edificio, la morte di un altro personaggio regular e una rivelazione importante… e il cliffhanger di ordinanza è servito.
Altro giro, altra corsa, altra stagione. Il flashforward stavolta ha come protagonista nientemeno che… la protagonista. E mentre da ogni dove spuntano fuori fantasmi del passato, Emanda finalmente sembra essersi decisa a quagliare e concludere la sua vendetta. Il matrimonio con Daniel è imminente, ma purtroppo la stagione si perde per strada anche grazie alle incursioni di personaggi sempre più a caso e plot twist che rivelano una crescente scarsità di buone idee. Questa escalation di scelte discutibili culmina nella risurrezione meno auspicata e auspicabile della storia della TV: David Clarke in realtà non è morto. Ed ecco la mortefarlocca® per antonomasia, quella che sancisce il momento esatto in cui Revenge ha indubbiamente saltato lo squalo.
Inutile girarci intorno: le premesse con cui la serie era partita erano ormai definitivamente sfumate. Eppure i volponi della ABC hanno voluto regalarci una quarta e – come si sarebbe poi scoperto – ultima stagione. Si tratta di una stagione per molti versi slegata dalle altre: è la prima a non rispettare il solito pattern del flashforward con morto e a fare quasi completamente a meno dei voiceover di Emanda che illustrano il tema dell’episodio. E, visto che la protagonista non ha più una vendetta da portare a termine, bisogna trovare qualcun altro che abbia voglia di vendicarsi… e giù trovate sempre più discutibili. E, ovviamente, l’ennesima mortefarlocca®: stavolta i volponi non si sono nemmeno sforzati di trovare un nuovo finto cadavere e, con l’avvicinarsi della fine, hanno puntato tutto sulla scommessa sicura, cioè Victoria. Come a dire allo spettatore, che quasi ci aveva creduto: “Ma ancora non l’hai capito che questa qui è indistruttibile?”
La notizia della cancellazione è stata quindi in generale ben accolta, ma non sarebbe giusto ricordare che i fan hardcore della serie esistono ancora e hanno un rappresentante d’eccezione: Stephen King, scrittore e sceneggiatore di successo, nonché divoratore di serie TV, ha un posto speciale nel suo cuore per Revenge. E una certa ossessione per l’evoluzione delle acconciature di Nolan e per i siparietti omoerotici negli spogliatoi della stazione di polizia di Southampton. Come dargli torto, d’altra parte.
Ma spendiamo due parole su questo ultimo episodio, Two Graves, che una cosa buona la fa ancora prima di cominciare: si riallaccia al pilot. Si tratta dell’unico episodio della serie il cui titolo contiene più di una parola, e non è un titolo a caso: si rifà alla citazione che compare nei primi secondi della primissima puntata. Le due tombe saranno davvero, come la citazione lascia intendere, quelle di Emanda e di Victoria? La risposta è abbastanza scontata, per chi ormai conosce a menadito come ragionano i nostri volponi: la protagonista non può morire, deve ottenere il suo lieto fine vagamente malinconico, proprio come il Conte di Montecristo. Quindi Emanda sopravvive e finisce insieme all’irriducibile Jack, e anche questo era prevedibile, visto che tutti gli altri spasimanti sono finiti mortammazzati. Una delle tombe è dunque per Victoria, perché un mondo in cui entrambe sopravvivono è difficilmente immaginabile. L’ingrato compito di farle compagnia nell’aldilà spetta al povero David Clarke, che ormai aveva già un piede nella fossa per via di un tumore incurabile… Ecco quindi il giusto contrappasso per i due campionissimi del torneo delle mortifarlocche®. Questa conclusione arriva dopo un lungo giro sulle montagne russe in classico stile Revenge, che include un paio di ricoveri all’ospedale, sparatorie e perfino un’evasione dal carcere. Ma rinunciare all’ultima potentissima dose di trash è impensabile e questa ci viene servita in una scena a metà tra il flashback e il sogno, che rivela a chi apparteneva il cuore trapiantato nel petto di Emanda… poteva non essere quello di Victoria?
Un finale talmente incredibile che perfino gli addetti ai lavori hanno pareri discordanti in materia. In un’intervista a US Weekly, Madeleine Stowe afferma che
Era tutto vero. Volevamo che Amanda fosse perseguitata da qualcosa. Non potrà mai liberarsi davvero di Victoria. Quindi hanno creato questo sogno ricorrente – e Amanda è una testimone molto credibile.
Emily Van Camp è di un altro parere:
Non ha il cuore di Victoria – è una situazione strana e incerta. Ma l’idea che Victoria la perseguiterà sul piano psicologico per tutta la vita è assolutamente vera. Il sogno è simbolico; rappresenta l’idea che Emily non sarà mai davvero felice.
Gli attori, si sa, sono volubili. Non ci resta che affidarci al produttore esecutivo, Sunil Nayar, che alla domanda diretta di TVLine risponde:
La gente non sa se sia vero o meno, e penso sia fantastico. Credo che la serie viva nel mondo degli incubi e dei ricordi quindi, vista la sua natura psicologica, è un buon finale in entrambi in casi; si capisce che questo fatto perseguiterà Amanda per il resto dei suoi giorni. E’ una domanda divertente con cui il pubblico può giocare: se fosse successo, cosa vorrebbe dire? E’ un cliffhanger bizzarro e aperto alla speculazione.
La questione resterà presumibilmente senza risposta. A noi non resta che salutare gli Hamptons e imbarcarci, proprio come Emanda e Jack, verso la prossima avventura (telefilmica).
Amethyst
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