Questa nuova comedy-drama di FX è un gioiellino e Italiansubs non poteva farsela sfuggire. Perciò, benvenuti ad Atlanta!
TRAMA E INFORMAZIONI
Atlanta è la nuova comedy-drama di FX che ha debuttato sul canale americano il 6 settembre dopo una lunga fase di produzione iniziata nel 2013 e giunta fino all’ordine di una stagione completa (10 episodi) nel 2015. La serie è stata creata da Donald Glover che, dopo aver interpretato Troy in Community, si mette in proprio e decide di interpretarne anche il protagonista. Così ci troviamo davanti alla storia di Earnest Mark che, dopo aver abbandonato gli studi all’Università di Princeton, si ritrova a vendere carte di credito all’aeroporto, a non guadagnare comunque un soldo e a dormire tra la casa dei genitori e quella della friend with benefit, Van (Zazie Beetz) con la quale ha anche una figlia. Earnest fluttua in questo limbo fino a quando quando capisce che il cugino rapper/spacciatore Alfred “Paper Boi” Miles (Bryan Tyree Henry), che passa la maggior parte del tempo a fumare erba insieme al coinquilino Darius (Keith Stanfield), ha le potenzialità per entrare a gamba tesa nella scena rap di Atlanta. Decide, così, di convincere Paper Boi e di diventare il suo manager.
IMPRESSIONI SUL PILOT
FX sta man mano diventando, o forse già lo è, la gallina dalla uova d’oro della serialità televisiva, con buona pace di HBO. E Atlanta è l’ennesima occasione per dimostrare come il network americano riesca a fornire un’offerta televisiva sempre più variegata e originale. Leggendo il paragrafo “trama e informazioni” magari uno può pensare: “Ah ok, un’altra serie per hipster fissati con l’autorialità seriale. Ma tanto guardo già Master of None e quindi passo”. E invece no, perché nonostante Atlanta si inserisca in quel filone seriale inaugurato da Louis C.K. e portato avanti da Girls, Master of None ecc. e pur essendo un’opera prima, questa serie TV dimostra da subito una sua identità precisa. Come Aziz Ansari (Master of None) e Pamela Adlon (Better Things), anche Donald Glover fa un passo fuori dall’ombra e crea un prodotto televisivo a tratti surreale ma ben ancorato alla realtà che descrive. Lo stesso autore della serie l’ha definita come una Twin Peaks con i rapper. Ovviamente siamo ben lontani dal trascendentalismo di Lynch e, in questo caso, per fortuna. Volendo trovare dei riferimenti, in Atlanta ci sono una serie di elementi rintracciabili in altre serie a cavallo tra comedy e dramedy che sono fiorite in questi ultimi anni: il punto di vista del protagonista, come in Master of None e Better Things (lo stesso Glover ha un trascorso in ambito musicale, con lo pseudonimo di Childish Gambino, con ben due album all’attivo e un terzo in produzione); la necessità di abbandonare tutto per inseguire il proprio sogno o coltivare una possibilità di riscatto, anche sociale, come in Baskets; l’affresco della città in cui si svolge l’azione e del suo rapporto con i protagonisti (Glover è cresciuto ad Atlanta), come il protagonista di Flaked. Può sembrare di trovarsi davanti a qualcosa di già visto, è vero. Ma non è così. Glover ha mantenuto fede a quanto aveva sottolineato durante i TCA affermando che Atlanta è il tipo di show che vuole mettere lo spettatore nella condizione di provare cosa significa essere neri, e questa non è una cosa che puoi esprimere a parole. Il cast a dominanza di attori afro-americani punta proprio in questa direzione, così come alcune scene calibrate in modo da enfatizzare le differenze di atteggiamenti dei bianchi nei confronti dei neri. Ancora una volta, è difficile esprimerli a parole ma vi indirizzo verso le scene in cui si parla di Flo Rida per capire di cosa sto parlando. Tutto questo con la città della Georgia a fare da sfondo, una metropoli camuffata e dominata da una mentalità a tratti provinciale che costituisce il limbo nel quale Earn, Paper Boi e Darius si muovono, e dentro al quale continuano a girare in loop. Un po’ come il flashback del pilot, i protagonisti cercano di capire come uscire dalla quotidianità e irrompere sulla scena rap, improvvisando una filosofia di strada, quella spicciola e da luogo comune di Paper Boi («spavento le persone ai Bancomat quindi devo fare rap»), e mescolandola a quella prettamente surreale di Darius (la sua “dissertazione” su ratti e smartphone nel pilot è un esempio calzante) e a quella più pratica e pragmatica di Earnest («sono povero e ho bisogno di soldi adesso e non di un investimento a lungo termine») il cui diminuitivo, Earn, richiama il verbo to earn, guadagnare: una sorta di nomen omen che mette il protagonista della serie a dover trovare sempre nuovi modi per guadagnarsi il rispetto e la credibilità delle persone che lo circondano.
Atlanta riesce a dosare tutti questi elementi in maniera eccellente, portando sullo schermo uno spaccato di vita ben preciso e raccontato attraverso un umorismo costruito dalle circostanze e dalle dinamiche tra i personaggi: delle gag a tratti geniali che non hanno bisogno di ricorrere a catchphrases o tormentoni. In alcune scene basta addirittura il silenzio a innescare la risata. D’altronde non ci sono i miliardi di Empire a edulcorare la scena, nè il ritmo di The Get Down. Atlanta è una serie TV che racconta una storia che a tratti va letta tra le righe ma che allo stesso tempo è in grado di inserire delle critiche sociali forti, come la violenza della polizia o la questione razziale, senza fronzoli. La sua cifra stilistica e personale, infine, si nota da subito grazie a un comparto tecnico di qualità e ben curato, come fotografia e colonna sonora, e una ottima regia di Hiro Murari, che ha diretto 6 episodi della serie e in passato è stato dietro la macchina da presa di videoclip musicali per Bloc Party, David Guetta e lo stesso Donald Glover / Childish Gambino.
Non aspettatevi la comedy o il drama in senso tradizionale. Con Atlanta, FX dimostra ancora una volta di essere una grande fucina creativa e di attestarsi su standard qualitativi molto alti. Per Donald Glover questo show rappresenta l’autonomia stilistica e autoriale, ma allo stesso tempo rappresenta un rischio, dato che la sensazione di già visto, come dicevo prima, è dietro l’angolo. Del resto, per dirla con una battuta della serie, bisogna avere un’occasione per poter fallire. Ma non sembra questo il caso visto che FX ha già rinnovato la serie per una seconda stagione.
IL TRAILER
I sottotitoli della première li trovate cliccando a questo link. Buona visione e ricordate: “yo! Paper Boi! Paper Boi!”
givaz
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