Arriva finalmente Looking, la tanto chiacchierata dramedy targata HBO sull’universo gay.
Cosa dite? Siete pronti a visitare la San ‘Cisco più trasgressiva che sia mai stata raccontata?
TRAMA
La serie narra le vicende di un trio di amici che vivono la loro omosessualità tra le colline della vivace San Francisco. Il primo è Patrick (Jonathan Groff), uno sviluppatore di videogiochi in cerca di una relazione vera ma dai tratti forse troppo eterosessuali. Poi c’è Agustin (Frankie J. Alvarez), l’artista sperimentatore impegnato in una storia importante ma molto progressista. Ed infine Dom (Murray Burtlett) che vorrebbe qualcosa di più dalla vita e si sente prigioniero di un lavoro troppo vincolante. I tre ci raccontano un mondo inflazionato dagli show televisivi ma, questa volta, lo fanno con un’autenticità disarmante.
LA PRIMA IMPRESSIONE
L’impatto con la serie è forte. Il sesso viene presentato da subito come un tema molto importante ed è dipinto in maniera cruda, realistica. Interessante è il fatto che in questo episodio i tre amici, fulcro della trama, si incontrano soltanto in una breve scena iniziale. I 30′ del pilot sono molto intensi e, lasciando poco spazio a tutto ciò che non riguarda l’universo gay, ci propongono già da subito una vasta gamma di sfaccettature e situazioni appartenenti a questo mondo. Per quanto riguarda il lato comedy, è poco marcato. Non si tratta di battute e neanche di situazioni. È una comicità che va ricercata più che altro nelle espressioni e nella vitalità dei dialoghi.
IL QUESITO
Traspare chiaramente la volontà dello show di ritrattare tutto ciò che è stato mostrato precedentemente sul tema dell’omosessualità e di stabilire un nuovo standard. Ed è facile che si riesca nell’intento perché, come ho già detto, la parola d’ordine è “autenticità”. Rimane però il dubbio se ci sia davvero così tanto da raccontare in merito da poter riempire puntate intere senza sfociare nei soliti cliché che, fino ad ora, sono stati solo sfiorati elegantemente. Perché è vero che la struttura così sta in piedi ed è uno spettacolo, ma è anche vero che in genere le serie che puntano tutto sulle relazioni affettive tendono a ricadere nei soliti schemi visti e rivisti.
IL VERDETTO
Come ho già accennato è un’immagine forte. La qualità è indubbia e la firma HBO si legge in ogni dettaglio. Ma la specificità del tema e la sua particolarità ne fanno un prodotto non adatto a tutti. Personalmente vi posso dire che, nonostante non sia il mio genere, seguirò ancora qualche episodio per vedere quale direzione prenderà perché questo Michael Lannan mi è parso uno sceneggiatore davvero formidabile. E vi consiglio di dare almeno una chance a questo pilot perché la merita. E soprattutto perché i sottotitoli ve li offre ItaSA.
Matteo Pilon
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