Recensioni

Gli Aperitivi: The Enfield Haunting

Anche se con un po’ di ritardo, l’Aperitivo di oggi è dedicato a The Enfield Haunting, drama soprannaturale britannico targato Sky Living e composto da appena tre episodi.

La serie è basata su dei controversi avvenimenti accaduti a Enfield, in Inghilterra, tra il 1977 e il 1979, i quali sarebbero stati causati dal cosiddetto “Poltergeist di Enfield”. La quasi totalità degli avvenimenti mostrati è basata su testimonianze, resoconti e registrazioni dell’epoca (anche se risulta estremamente difficile capire quanto di veritiero ci sia in esse).

LA TRAMA

EnfieldLa trama ha inizio quando alcuni mobili della casa della famiglia Hodgson iniziano a spostarsi “volontariamente”, attaccando membri della famiglia e persino alcuni agenti di polizia giunti in seguito sul luogo. Per risolvere questo presunto caso di poltergeist, vengono chiamati due investigatori: Maurice Grosse (Timothy Spall, Mr. Turner), un ricercatore di eventi paranormali, e Guy Lyon Playfair (Matthew Macfadyen, Funeral Party), un giornalista altamente scettico. I due si trovano subito in contrasto: Grosse ritiene che uno spettro stia occupando la casa, mentre Playfair non solo crede sia una burla inventata dai tre bambini che vivono nella casa, ma si pone anche l’obbiettivo di smascherare la storia degli Hodgson. Chi dei due avrà torto e chi avrà ragione? Per scoprirlo si inizia subito la caccia al poltergeist, analizzando ogni aspetto psicologico delle presunte vittime e degli avvenimenti.

 

LA PRIMA IMPRESSIONE

Enfield 2Lo metto subito in chiaro: la prima impressione non è ottima. I presupposti per creare una serie interessante c’erano tutti, anche solo il fatto di avere accesso a interviste e registrazioni di chi ha vissuto in prima persona il “caso Enfield” avrebbe permesso di creare un docu-drama discreto, se non ottimo. Invece la serie si presenta come la versione televisiva delle centinaia di film horror che tutti abbiamo visto negli ultimi anni, basata su una costruzione della tensione banale (ogni minuto c’è un climax musicale che fa sottintendere un colpo di scena in arrivo, che però puntualmente non arriva) e su alcuni jump-scare posizionati in maniera a dir poco scontata. Il suo problema principale però è una totale mancanza di originalità. The Enfield Haunting è la mediocrità fatta serie: ogni aspetto è solo buono ma nulla di più. Negli USA questo andrebbe più che bene, ma dalla televisione britannica sono stato abituato a ben altri livelli di qualità.

Enfield 3IL QUESITO

Il quesito nasce spontaneo: sarà possibile, in soli altri due episodi, infondere un’impronta originale a questa serie? Perché la mancanza di una propria strada da seguire in questo caso porta a un pessimo effetto collaterale: l’assenza di paura nello spettatore. Tutto è così prevedibile, già visto, che la paura fatica ad arrivare. Spero di ricredermi vedendo gli altri episodi.

IL VERDETTO

Basandomi solo sull’episodio pilota devo confessare che il verdetto non è positivo. La serie non si merita una bocciatura in toto (l’eleganza tipica delle serie inglesi comunque non manca), ma finora non si merita nemmeno una promozione. Diciamo quindi che The Enfield Haunting è rimandata, solo vedendo la seconda e la terza parte scopriremo se sarà meritevole di attenzione o se rimarrà nel limbo della mediocrità.

 

Vi sono sembrato troppo drastico nei confronti della serie? A voi è piaciuta? Lasciate un commento esprimendo i vostri pareri. Per chi invece non l’ha ancora vista e non si è fatto un’idea chiara, ecco un trailer apposta per voi (e non scordatevi di scaricare i sottotitoli forniti da Italiansubs, che troverete a questo indirizzo).

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Alessandro

Soon: studente magistrale di cinema. Today: amante di serie tv, letteratura, musica e fotografia, con un'insaziabile passione per il cinema. Dal 2010 su Itasa come (ex)scroccatore di sottotitoli e dal 2014 come blogger. Serie preferite? Scrubs, Oz e Twin Peaks: il Sacred Heart Hospital, l'Oswald State Penitentiary e la Loggia Nera sono le mie seconde case.
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