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Gli Aperitivi: The Knick

Nel campo della serie televisive il 2014 ci ha già regalato diverse perle di rara bellezza. Riusciranno Cinemax e Steven Soderbergh ad aggiungerne un’altra alla collezione?

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Steven Soderbergh torna in televisione: dopo aver diretto per HBO il pluripremiato Behind the Candelabra, il regista di Ocean’s Eleven passa a Cinemax creando e dirigendo la nuova promettente serie The Knick, scritta da Jack Amiel e da Michael Begler, con protagonista Clive Owen. ItaSA non si lascia sfuggire questa occasione.

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LA TRAMA

La serie, ambientata a New York alla fine del XIX secolo, si focalizza sullo staff del Knickerbocker Hospital, che lotta per prevenire la morte e le sofferenze dei pazienti in una società in cui il progresso è ancora agli inizi. Il chirurgo John Thackery (Clive Owen) mescola la sua dipendenza da cocaina alla sua ambizione per la scoperta e l’evoluzione medica. Il nuovo arrivato chirurgo di colore Algernon Edwards (Andre Holland) cerca di guadagnarsi il rispetto di un’arretrata società che denigra la sua razza, mentre compete per il posto di vice del capo chirurgo, supportato dai superiori e dai finanziatori dell’ospedale. L’infermiera Lucy Elkins (Eve Hewson) prova ad adattarsi nel suo nuovo posto di lavoro. Il direttore Herman Barrow (Jeremy Bobb) tenta di mantenere abbiente il suo ospedale, usando qualsiasi mezzo.

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LA PRIMA IMPRESSIONE

La prima impressione è senza dubbio positiva. Sin da subito si può notare la capacità tecnica della serie con un uomo come Soderbergh alla regia. Ogni particolare e ogni dettaglio, ogni inquadratura, le suggestive ambientazioni, sono tutti studiati per rendere la visione il più coinvolgente possibile.
La prima impressione dal punto di vista della storia è quella di aver assistito solamente a una parte dell’introduzione. Tra i personaggi protagonisti infatti solo alcuni si sono presentati a dovere, gli altri sono rimasti sullo sfondo. Anche la trama, come è naturale in un primo episodio, è solo stata introdotta.
Una cosa che ho trovato molto interessante è il fatto che, nonostante la serie sia storicamente coerente, la sensazione è quella di assistere a un misto fra realtà e irrealtà, causato dalla differenza tra la percezione della medicina da parte della società odierna e quella presa in esame. Come vedete dalle immagini promozionali presenti in questo articolo, sembra che gli autori volessero focalizzare l’attenzione proprio su questo aspetto. Questo argomento lascia spazio per il futuro anche a trame basate sulla scoperta e il progresso nel campo medico, come già i discorsi di alcuni personaggi fanno presagire.

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IL QUESITO

Il quesito che mi sono posto dopo la visione di questa puntata rientra in un discorso già accennato: come verranno gestiti i personaggi. Sebbene John Thackery, interpretato da Owen, abbia un ruolo principale, è difficile capire se The Knick d’ora in avanti si concentrerà principalmente sui due/tre personaggi che hanno ricevuto un’introduzione adeguata in questo episodio o se allargherà le trame dando più spazio anche a quelli che sono stati solo accennati, diventando più simile a una serie con più protagonisti.

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IL VERDETTO

Come avrete capito io promuovo la serie. L’aspetto tecnico è eccellente. La trama è solo accennata ma dimostra grandi potenzialità. Ho trovato affascinante il modo in cui una storia come questa venga posta su schermo, ma sono dell’idea che The Knick possa anche non catturare l’interesse di alcuni spettatori. Sta a voi decidere, una visione al pilot però è d’obbligo. Con questa serie non dovete neanche preoccuparvi per il rinnovo, perché Cinemax ha ordinato una seconda stagione già il mese scorso. Se non siete ancora convinti, qui sotto vi lascio il trailer della stagione che ricalca molto bene lo stile della serie. I sottotitoli dell’episodio li trovate ovviamente su ItaSA a questo indirizzo. Buona visione!

Luigi Dalena

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Luigi Dalena

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Producer pubblicitario. Blogger itasiano dal 2013. Maniaco dell'ordine e dell'organizzazione. Appassionato di videogiochi, tecnologia, astronomia, cinema e soprattutto serie TV. Apprezzo qualsiasi genere, ma ho un debole per sci-fi e fantasy. Una volta guardavo di tutto, ma poi ho lentamente ristretto i miei gusti spostandomi quasi esclusivamente sulle serie britanniche e sulle cable statunitensi. Più sono brevi, meglio è.
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