Sì, lo ammetto ho un debole per tutto ciò che è inglese: I pullman rossi, i taxi neri, Notting Hill, l’accento e naturalmente le serie TV.
Alla corte delle regina Elisabetta non sbagliano un colpo. Le idee, le ambientazioni, la regia, è sempre tutto perfetto. Un altro grande pregio, dal mio punto di vista, è il non essere prolissi come i loro cugini americani: stagioni brevi, delle piccole perle. Ho quindi deciso di dedicare questa mia top 10 a quelle che ritengo le migliori serie britanniche dell’anno. Munitevi di fish and chips e let’s start.
10. Downton Abbey
Inizio questa mia classifica con la quinta stagione della serie ITV. Ambientata nella tenuta fittizia di Downton Abbey, nello Yorkshire, durante la fine dell’età edoardiana, merita un posto nella Top 10 anche solo per la presenza della formidabile Maggie Smith.
Purtroppo, probabilmente per l’eccessiva lunghezza trattandosi di una serie inglese, si intravedono sempre più i tratti di una soap opera. Resta però interessante il contrasto upstairs-downstairs e l’evolversi dei personaggi, dei loro pensieri e abitudini in concomitanza all’evolversi della società. Nota di merito, sempre e comunque, ai costumi, alle ambientazioni, al trucco e parrucco.
Un viaggetto nell’aristocrazia inglese di inizio XX secolo è sempre apprezzabile.
9. Utopia
Penultimo posto per il thriller di Channel 4, che avrebbe meritato di più se il finale non mi avesse lasciata con l’amaro in bocca.
Questa seconda stagione ha avuto alti e bassi. L’apice, secondo me, lo ha raggiunto nel primo episodio per poi perdersi un po’ nell’ultimo, con un finale aperto data anche la cancellazione della serie.
C’è sempre, di base, l’idea geniale della storia: cospirazione con conseguente panico che cambia i personaggi nel profondo. Non trascurabile la superba fotografia, tra i punti forti della serie insieme alle musiche, capace di rendere il tutto ancora più inquietante.
Le debolezze umane si tingono di giallo.
8. Ripper Street
L’inspector Reid e la sua squadra di Whitechapel guadagnano l’ottavo posto con questa terza stagione.
La serie, salvata da amazon dopo la cancellazione da parte della BBC One, è ambientata nella Londra di fine 1800.
È uno dei pochi procedurali, caratterizzato dalla presenza di una forte trama orizzontale, degni di nota. La gran parte del merito, oltre all’inserimento di fatti storici che rendono i casi trattati più interessanti, va all’ottima caratterizzazione dei personaggi.
Questa terza stagione conclude molte delle vicende aperte nella prima e potrebbe essere un ottimo finale di serie.
Il capitano Jackson vi aspetta!
7. The Missing
Novità della BBC One al settimo posto. La serie antologica, di co-produzione internazionale, ha come protagonisti James Nesbitt, Frances O’Connor e Tchéky Karyo.
Questi otto episodi raccontano le vicende che si sviluppano attorno alla scomparsa di un bambino. Il grande merito di The Missing è quello di aver creato il giusto mix tra presente, passato, indagini, diverse reazioni e relazioni dei vari personaggi. L’aspetto crime si mescola perfettamente a quello psicologico e la tensione resta viva fino all’ultimo episodio. È un thriller in classico stile inglese, per niente scontato e con un finale che ad una pignola dei finali come me è piaciuto tanto.
Angosciante al punto giusto.
6. Call the Midwife
Siamo nell’East End di Londra, durante gli anni ’50 del XX secolo, per questo sesto posto targato BBC One. La sceneggiatura della serie si basa, originariamente, sulle memorie di Jennifer Worth raccontate in una trilogia: Call the Midwife, Shadows of the Workhouse e Farewell to The East End.
La Nonnatus House ci ha ospitato per una terza, come sempre, tenerissima stagione. Quest’anno ci sono state grandi novità nel cast e nelle storie delle nostre ostetriche preferite, il tutto gestito con la consueta accuratezza ed equilibrio.
Qualcuno potrebbe definirla un period-drama troppo buonista ma, lasciatevelo dire da un’insensibile cronica, i buoni sentimenti, se raccontati con eleganza, non sono mai inopportuni.
Fa bene al cuore.
5. Derek
Il quinto posto è di Ricky Gervais con la seconda stagione di Derek. Un piccolo gioiellino ideato, diretto ed interpretato dall’attore britannico che, grazie anche allo stile di falso documentario, è riuscito a rende tutto molto reale e intimo.
Derek è un personaggio dolcissimo, sincero e ingenuo come solo i bambini sanno essere; ha la capacità di vedere il lato positivo in tutti e tutto.
Questa seconda stagione ha soddisfatto a pieno le mie aspettative ed è stata assolutamente all’altezza della precedente con l’approfondimento dei personaggi principali e uno speciale natalizio, conclusivo della serie, dal finale delizioso.
“That’s the amazing thing about kindness, it makes you feel good.”
4. The Village
Ci avviciniamo al podio con il quarto posto dedicato alla seconda stagione di The Village, period-drama di Peter Moffat.
La guerra è ormai giunta al termine, siamo negli anni venti e ritroviamo la famiglia Middleton e tutti gli altri abitanti del villaggio nel Derbyshire. Stagione assolutamente all’altezza della precedente con l’evoluzione dei personaggi, avvenimenti storici che trovano ampio rilievo all’interno del villaggio e non mancano naturalmente intrighi, amori e sofferenze.
Il valore aggiunto di questa serie è la capacità di cogliere ogni sfaccettatura delle vite degli abitanti del villaggio, siano questi contadini o nobili. Una particolare nota di merito va alla bravissima Maxine Peak e alla fotografia.
Meriterebbe di avere più risonanza.
3. Miranda
Il terzo posto è riservato ad una sitcom adorabile che merita assolutamente il podio.
Sono andati in onda, in queste vacanze natalizie, due speciali (l’ultimo è stato trasmesso il 1 gennaio, ma voi non farete caso a questo piccolissimo particolare!).
Scritta e interpretata dalla comica Miranda Hart, è definibile semi-autobiografica. La Hart è la mattatrice assoluta dello show. Il grande pregio della protagonista e, più in generale, della serie è sicuramente l’assoluta spontaneità e sincerità che la rende unica e inimitabile.
Per i fans come me questa è stata una conclusione perfetta e sono sicura che qualche lacrima sia stata versata nel finale.
“Such Fun!”
Secondo posto per la comedy-drama di E4. La serie è basata sul romanzo autobiografico My Fat, Mad Teenage Diary di Rae Earl, ha come protagonista la bravissima Sharon Rooney ed è ambientata alla fine degli anni ’90 a Stamford.
Questa seconda stagione vede Rachel (Rae) e i suoi amici alle prese con l’inizio del college, che porta con se vecchi e nuovi problemi.
Serie assolutamente originale e ben fatta: una revisione totale del genere teen. Vengono trattati temi di vita quotidiana senza l’utilizzo dei soliti cliché o giri di parole. Dietro le insicurezze dei protagonisti chiunque può ritrovare un po’ di se stesso. Non manca il classico british humor e, ciliegina sulla torta: Britpop.
Fazzolettini sempre a portata di mano.
1. Black Mirror
Al primo posto ci finisce indiscutibilmente il dissacrante speciale natalizio di Charlie Brooker, intitolato White Christmas, in onda sul canale Channel 4. Con la collaborazione delle fantastiche performance di Jon Hamm e Rafe Spall, Black Mirror è riuscito ancora una volta a stupire e turbare.
L’episodio è diviso in tre mini-storie, ciascuna delle quali esplora, come sempre, un aspetto della convivenza tra tecnologia e umanità.
Penso di poter tranquillamente affermare che, sul piccolo schermo, non esista niente di paragonabile; niente di così spaventosamente reale e visionario; niente scritto e messo in scena con la maestria di ogni singolo episodio della serie inglese.
È un piacere per gli occhi e per la mente.
Devo ammettere che fare questa classifica è stato più complicato del previsto, non tanto per la scelta delle serie da inserire quanto per le varie posizioni delle stesse. Spero vi sia piaciuto questo viaggio atipico dell’Inghilterra, fatemi sapere cosa ne pensate qui sotto nei commenti. Ne approfitto per augurarvi un 2015 pieno di felicità e soddisfazioni (soprattutto seriali!).
Tita0188
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