Se stavate pensando di andare a visitare la Sala di Controllo giù nelle segrete di Alcatraz e cercare almeno uno dei 300 desaparecidos, vi consiglio di disfare le valigie e annullare il volo, perché la serie tv Alcatraz è un’opera di fantasia.

Lo so, è un duro colpo per tutti: chi avrebbe mai pensato che l’antica e costosissima prigione al largo di San Francisco fosse stata effettivamente chiusa per un’erosione alle fondamenta causata dal sale marino, e non per la misteriosa scomparsa di centinaia di detenuti e guardie negli anni ’60? Come riuscire a sopportare la delusione di un nido di uccellacci in sostituzione alle costose attrezzature high-tech?

E non fate i brillanti, anche voi itasiani c’eravate cascati. Ci scommetterei uno zloto.

Scherzi a parte, a meno che voi non siate un tantino naïf, la finzione del drama era chiara a tutti, o almeno a chi aveva conservato un briciolo di sale in zucca.

Infatti, perché essere serie tv addicted non è mai abbastanza, una frotta di fan della suddetta serie, sfegatati e con le idee evidentemente poco chiare, affollava continuamente le zone off-limits dell’edificio per sbirciare i segreti dei loro beniamini e chissà, magari risolvere da sé l’ultimo mistero.
I fan erano talmente numerosi e insistenti, che il servizio di sicurezza dello stabile ha dovuto esporre un cartello che recita una cosa del genere:

“La serie tv Alcatraz è un prodotto di finzione, e molte zone rappresentate non sono reali.
Le zone inaccessibili proteggono voi, reperti di valoro storico, e uccelli che nidificano.”

Quindi che dire ancora, eccetto l’avvertimento di non restare delusi se non troverete dati segreti e accessori di ultima generazione, ma solo resti poco carini dei nuovi “abitanti” della zona?
Ah sì, dalla Lapponia fanno sapere di smetterla di mandare letterine e usare le e-mail per Babbo Natale, e l’asino di Santa Lucia fa invece notare che è stufo di mangiare carote andate a male, è passato alla nouvelle cuisine.

Fonte: TMZ