Nanni Moretti si confronta ancora con la morte in Mia Madre, suo ultimo film acclamato al Festival di Cannes 2015.
Dopo La Stanza Del Figlio anche in questo film i protagonisti si confrontano con la perdita di un loro caro. Protagonista di Mia Madre è la regista Margherita, alter-ego di Nanni Moretti, una donna che deve combattere con la malattia della madre, l’incapacità di tenere in piedi una relazione amorosa e le difficoltà nel girare il suo ultimo film.
Mia Madre è una delicata riflessione sull’Italia, il suo cinema e gli Italiani, portata avanti intelligentemente da Nanni Moretti. Le difficoltà di Margherita nel mostrare la realtà in maniera più autentica possibile sono probabilmente le stesse che ha avuto il vero regista del film. Nanni Moretti, a differenza di Daniele Vicari con il suo film Diaz, non vuole soltanto mostrarci la realtà, vuole farci riflettere su di essa. Mostrandoci la regista Margherita che si strugge per trovare un modo di raccontare il difficile mondo del lavoro e la disoccupazione che affligge il nostro paese, Nanni Moretti non prende una posizione sull’argomento ma si limita a mostrarci che un problema c’è e che una soluzione va trovata. Quale questa sia lui, come noi, non lo sa ma sembra dirci che riflettendo è possibile trovarla.
Nanni Moretti ci mostra anche l’arduo compito dell’attore di interpretare un personaggio così reale. Moretti si è dovuto scindere in due persone: Margherita, la sua parte più impulsiva e emotiva, e suo fratello, la sua parte più riflessiva e calma, per riuscire a parlare di sé in maniera realistica. L’attore accanto al personaggio, per riuscire a unire l’oggettivo al soggettivo.
Mia Madre parla dell’Italia anche e soprattutto perché è un film sulle difficoltà del comprendere e accettare l’altro, il problema più grave che affligge il nostro paese.
Nanni Moretti ci mostra la difficoltà di Margherita di accettare la morte della madre, finendosi per aggrappare a trattamenti sempre più invasivi per cercare di rimandare un evento che per i medici è ormai prossimo. Ma anche l’impossibilità della protagonista di prestare ascolto al fidanzato, ai colleghi di lavoro e al fratello. Margherita ha, come molti genitori italiani, anche difficoltà ad accorgersi dei problemi della figlia. Ne esce un ritratto autentico delle problematiche di un popolo che sta perdendo, inevitabilmente, una generazione, quella della madre di Margherita (che non a caso era una professoressa liceale), che aveva la capacità di ascoltare e comprendere il prossimo. Quando gli ex alunni si recano al capezzale della madre di Margherita raccontano di quando, durante una gita scolastica, si erano messi tutti, professoressa compresa, a ballare in un bar al ritmo di musica. È proprio questo capacità di lasciarsi andare, di guardare sempre al domani con serenità, che gli italiani hanno perso e devono ritrovare.
Mia Madre, per quanto per parli di dolore e perdita, guarda alla vita con ottimismo, con speranza. Per coglierlo, basta fermarsi a riflettere.
Jacopo Msn
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