I fan di Philip K. Dick possono tirare un sospiro di sollievo. La serie televisiva ispirata a Minority Report (Rapporto di minoranza nella versione italiana), racconto scritto dallo scrittore nativo dell’Illinois nel 1956 e portato sul grande schermo da Steven Spielberg e Tom Cruise nel 2002, è legata alla trama del testo originale da un filo sottilissimo, per cui non ci sono pericoli di stravolgimenti di trama e sarà impossibile per i fan più integralisti gridare al sacrilegio. Lo show, proposto proprio da Steven Spielberg, è stato recentemente acquistato dalla FOX, ma ancora non si sa nulla in merito a tempistiche di produzione o sul casting. Gli eventi della serie dovrebbero svolgersi a dieci anni dalla fine del film, un decennio dopo la chiusura dell’esperimento della Pre-Crimine, concentrandosi sui tentativi da parte di uno dei tre pre-cog (esseri umani dotati di capacità precognitive e utilizzati nella scoperta di crimini che ancora non sono stati commessi) di condurre un’esistenza normale, nonostante le sanguinose visioni non si siano arrestate con la fine della Pre-Crimine. A questo punto entra in gioco la protagonista femminile della serie, una detective con il solito passato conflittuale e che vede nel pre-cog una chance di redenzione. Spielberg sta mettendo assieme un team, per ora composto da Alex Borenstein come showrunner (il fatto che abbia firmato la sceneggiatura dell’ultimo Godzilla non fa ben sperare) e Justin Flavey e Darry Frank come executive producer. Ancora non sappiamo se ci troveremo di fronte ad un classico procedurale, ad una serie caratterizzata da una prevalente trama orizzontale o come è più probabile ad un misto tra le due possibilità. Rimaniamo in attesa di aggiornamenti.
Philip Dick è stato un autore estremamente prolifico, e nell’arco della sua lunga carriera ha scritto decine di romanzi e pubblicato centinaia di racconti che gli hanno permesso di entrare di diritto nel pantheon della fantascienza moderna. Hollywood non poteva lasciarsi ignorare quel paese di Bengodi che è la bibliografia di Dick e nel corso degli anni un nutrito gruppo di film tratti da sue opere ha trovato la luce. Per ogni Blade Runner (tratto da Ma gli androidi sognano pecore elettriche? del 1968), però, c’è sempre uno Screamers (tratto dal meraviglioso racconto del 1953 intitolato Modello 2 nella versione italiana) e per ogni Atto di forza (Total Recall è il titolo originale del film, mentre il racconto del 1966 da cui è tratto si intitola Ricordiamo per voi) c’è sempre in agguato un film come Paycheck, diretto da uno sbiadito John Woo. Ed è con questo spirito, in bilico tra l’attesa spasmodica e il pessimismo cosmico che vi parliamo del progetto di adattamento dal romanzo del 1962 intitolato The man in the high castle (il titolo dell’edizione italiana è La svastica nel sole). Il romanzo, del genere ucronico che tanto piace ai fruitori del genere young adult, è ambientato in una realtà alternativa dove il Terzo Reich e il Giappone (e diciamolo sottovoce, anche l’Italia) non sono stati sconfitti dagli Alleati e si sono spartiti il pianeta, arrivando ad occupare militarmente gli Stati Uniti. I protagonisti del romanzo sono una serie di personaggi comuni che in diversa maniera vivranno un’esperienza diretta dell’occupazione nippo-tedesca. Ridley Scott, già regista di Blade Runner e fan di lunga data dei lavori di Philip Dick, da diversi anni cerca di mettere in cantiere un adattamento televisivo tratto da questo romanzo già vincitore del premio Hugo, incappando in diversi fallimenti. Prima oltreoceano dove il progetto di una miniserie in quattro parti della BBC non è mai decollato, e poi negli States dove SyFy ha dichiarato di non essere interessata. Ma di recente qualcosa si è mosso e Amazon ha mostrato un interesse concreto nei confronti del progetto, ordinando un pilot scritto da Frank Spotniz, già tra gli autori di The X-Files.
Intanto Amazon avrebbe trovato la protagonista femminile in Alexa Davalos, attrice trentaduenne, nota per i suoi ruoli in The Mist e Mob City di Frank Darabont e per aver interpretato Gwen Raiden nella quarta stagione di Angel. Davalos interpreterà Juliana, personaggio chiave dell’intero romanzo, ma che vista la scarsità di informazioni sulla trama della serie, non è ben chiaro che tipo di ruolo ricoprirà nell’adattamento televisivo. Cary Tagawa, apparso in film come l‘Ultimo Imperatore e serie come Babylon 5 e Heroes ma di cui poco c’importa una volta scoperto che è stato Shang Tsung nel meraviglioso Mortal Kombat del 1995 (perdonatemi ma si tratta di una pietra miliare della mia infanzia), dovrebbe interpretare Tagomi, il misterioso uomo d’affari giapponese; mentre l’attore britannico Rupert Evans, noto più che altro per la sua partecipazione in Hellboy dovrebbe vestire i panni di Frank Frink, l’orafo ebreo marito di Juliana.
Personalmente ho il timore che la serie potrebbe ignorare la tematica quotidianità dell’occupazione, come tutta la questione religiosa, per concentrarsi di più sulla resistenza all’occupazione nippo-tedesca, deviando più sul terreno occupato da Alba Rossa e compagnia. Ma è inutile lasciarsi andare a congetture e ipotesi in uno stadio così embrionale del progetto. Rimaniamo sintonizzati in attesa di nuove notizie che non esiteremo a trasmettervi. Nel frattempo fateci sapere che ne pensate nella sezione commenti!
Fonti: Collider, AV Club, Io9, Deadline
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