I primi messaggi subliminali mi sono arrivati grazie ai ripetuti avvistamenti del film nella programmazione di Sky Cinema. Oggi si parla di Dogma.
Seguono pesanti spoiler sul film.
È stato l’articolo di Entertainment Weekly a farmi prendere la decisione finale di scrivere su Dogma di Kevin Smith. L’articolo festeggiava il quindicesimo anniversario dall’uscita dell’allora quarto film del regista del New Jersey, ed era uno di quegli articoli che servono l’unico scopo di farti sentire orribilmente vecchio e spingerti a raggomitolarti in posizione fetale tra nostalgia e ricordi. Come previsto, l’articolo ha raggiunto il suo obiettivo e accomodato sul divano di casa mia, sono ripiombato all’interno del View Askewniverse, dal quale mancavo da diversi anni. Di cosa si tratta?
Prendete il Marvel Cinematic Universe e trasferitelo in blocco nel New Jersey, levate Iron Man e Capitan America e inserite turpiloquio dilagante, Jay & Silent Bob e il piatto è servito. I personaggi creati da Kevin Smith vivono in questo universo fittizio, ambientato tra le città di Leonardo e Red Bank nel Garden State e chiamato così dal nome della casa di produzione fondata dal regista, la View Askew Productions. Sei film (sette con l’arrivo di Clerks III nel 2016), fumetti, una serie TV animata, cortometraggi e camei in film di altri registi sono il nucleo del mondo inventato dal regista, popolato di personaggi e facce familiari spesso interpretate dallo stesso gruppo di attori.
Il percorso, iniziato nel 1994, con due soldi, una telecamera, due attori dilettanti e un negozio, e che poi sarebbe diventato quella gemma del cinema underground che è Clerks, culminò nel 1999 con Dogma. Certo, probabilmente Chasing Amy è il film più bello dell’intera filmografia di Smith, e Jay & Silent Bob: Strike Back (Jay & Silent Bob: fermate Hollywood in italiano) è il suo film più assurdo e divertente, ma certamente Dogma è il più complesso e ambizioso. Nel cast troviamo gli allora freschi di premio Oscar, gli amici d’infanzia bostoniani Ben Affleck e Matt Damon, nella parte di due angeli ripudiati, il gregorio Bartleby e l’angelo della Morte Loki trasferitosi per l’occasione dalla mitologia norrena a quella cristiana, costretti da Dio all’esilio nel Wisconsin per essersi rifiutati di compiere uccisioni di massa; Linda Fiorentino nella parte dell’ultimo discendente di Cristo (chissà se l’attrice sapeva che questo sarebbe stato il suo ultimo grande film), Salma Hayek nella parte della musa asessuata più sexy dell’universo. Jason Lee nella parte del demone Azrael, Chris Rock come il tredicesimo discepolo, Alan Rickman nella parte dell’angelo Metatron, il leggendario George Carlin nella parte del cardinale Glick (chi conosce Carlin sa quanto ironico e paradossale sia un casting di questo genere), Alanis Morrissette nella parte di Dio e, dulcis in fundo, Jason Mewes e Kevin Smith negli immortali panni di Jay & Silent Bob. Non poteva mancare un cameo anche per Brian O’Halloran e Jeff Anderson, i Dante e Randal di Clerks, colonne portanti dell’intero universo cinematografico di Kevin Smith.
La trama è relativamente semplice. I due angeli caduti ed esiliati nel Wisconsin (almeno lassù potevano andare a vedere i Packers. Tristemente non riesco a trovare altri lati positivi per un esilio nel Wisconsin), scoprono l’esistenza di una scappatoia all’immutabile sentenza divina, sotto forma della volontà del Cattolicesimo del New Jersey di dare una svecchiata al proprio format, grazie al programma Catholicism Now, rappresentato dal nuovo Buddy Jesus (Gesù Amicone), che avrebbe sostituito quel deprimente pezzo di legno che è il crocifisso (parole del Cardinale Glick, non mie). La cerimonia di inaugurazione del programma avrebbe compreso anche un’indulgenza plenaria per tutti i peccati, garantita a chi avrebbe oltrepassato le porte della chiesa di Red Bank. Istigati dal demone Azrael, Bartleby e Loki intraprendono un viaggio in direzione New Jersey con l’obiettivo di ricevere l’indulgenza plenaria e tornare così in Paradiso, non sapendo che così facendo avrebbero violato il principio dell’infallibilità di Dio, cancellando ogni traccia presente e futura dell’esistenza. Per ostacolare il piano dei due angeli caduti, Metatron, l’angelo che agisce per conto di Dio (nel frattempo bloccato in un corpo umano in coma, vittima di un agguato a causa della sua ossessione per il flipper), ha messo su una squadra composta da Bethany, l’ultima discendente di Cristo, i due profeti Jay e Silent Bob, la musa e il tredicesimo apostolo. Tutto ciò condito con una dose massiccia di collera divina, omicidi di massa e lo sterminio dei produttori della versione del View Askewniverse dei Teletubbies. Se esistesse un sottogenere di film dedicato esclusivamente ai nerd cattolici, Dogma ne sarebbe sicuramente la pietra angolare. Abbandono, conflitti di identità, vendetta e libero arbitrio sono solo alcuni dei temi trattati in questo film, che tra una richiesta di sesso anale e confessioni sulla masturbazione, riesce anche ad emozionare, come ad esempio nella scena sul treno tra Bartleby e Bethany, o nella scena finale davanti al portone della chiesa, con l’incontro tra Dio e Bartleby.
Certo, il film è datato e si nota. Come mi ha fatto notare l’articolo di EW, gli angeli vestono delle felpe con cappuccio e i demoni girano sui rollerskate. Alcune scene sono un po’ sciocche, come il combattimento sul treno che è una delle scene d’azione realizzate peggio che abbia mai visto, come del resto il Golgothian, il mostro fatto di escrementi, che oltre a far un po’ schifo non suscita nessun altro tipo di reazione. Linda Fiorentino dispiace dirlo, ma è un’attrice pessima e dopo due ore di film il suo bisbigliare arriva a darti sui nervi. Ma le lamentele finiscono qui. La questione del “come invecchiano i film” è molto in voga ultimamente e da mesi si parla di come film come Matrix o Fight Club siano “invecchiati male” e che oggi sarebbero incapaci di riscuotere le reazioni che ottennero in quel lontano 1999. Dogma è certamente un film meno ambizioso di quei due e presenta i suoi innegabili punti deboli, ma se c’è una cosa che Kevin Smith ha dimostrato è quella di essere sempre avanti rispetto agli altri, che sia nella creazione di un universo cinematografico, nell’invenzione dei camei di Stan Lee o nel sostenere che Gesù Cristo in realtà fosse nero. Ci risentiamo nel 2029 per una terza visione!
Considerazioni sparse
– Jay Mewes, il Jay del film, era talmente terrorizzato dall’idea di lavorare con attori “veri”, come Alan Rickman che ha imparato tutta la sceneggiatura a memoria. Rickman era Severus ancora prima di diventarlo realmente. (Scusate per questa battuta immonda ma non ho saputo resistere). “I didn’t wanna piss off that Rickman dude” (Non volevo far incazzare quel Rickman)
– Se vi interessa, oggi, nel 2014, negli Studi di FOX News si discute sul fatto che alcuni sostengano che non solo Gesù Cristo fosse nero, ma che anche Babbo Natale lo fosse. Poi ditemi se un film come Dogma non è attuale ancora oggi.
– La scena dell'”holy bartender” in italiano è diventata “orrido barista”, perdendo completamente il gioco di parole sui buchi creati dai proiettili e ricordato anche da Jay nel film. Capisco che non sia una battuta facile da tradurre, ma un minimo di impegno sarebbe gradito. Rimanete sintonizzati per la prossima puntata de “Le meraviglie dell’adattamento italiano”.
– Non solo Jay e Silent Bob. Anche Jason Lee, Ben Affleck e Matt Damon sono delle facce familiari nei film del View Askewniverse. Memorabile il cameo di Ben e Matt nel film Jay e Silent Bob: Fermate Hollywood.
– “If only they’d let us jerk off, you know? “(Se solo ci avessero permesso di masturbarci) è la battuta più spassosa del film.
Fateci sapere che cosa ne pensate nella sezione commenti.
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