Chi ha scritto il pilot di The Event deve essere una persona scaramantica, deve aver pensato che iniziare con una sequenza a bordo di un aereo deve portare fortuna. Dopo Lost e Fringe anche The Event si apre così, all’incirca.
Cosa c’è di buono nella sceneggiatura di questo pilot? Diverse cose, ad esempio non è un pilot convenzionale nella sua struttura, strizza infatti l’occhio a Flash Forward e Lost, dei quali vuole riempire il vuoto. The Event viene presentato come un “conspiracy thriller”, e di questo genere, almeno nelle premesse, rispetta i canoni. Abbiamo infatti un brillante giovanotto che si ritrova invischiato in qualcosa di davvero troppo più grande di lui. C’è una misteriosa prigione in Alaska, i cui detenuti sono avvolti dal mistero. C’è un Presidente deciso a conoscere la verità pur essendo circondato da individui dalla questionabile onestà.
La sceneggiatura suddivide il racconto in diversi atti ognuno con al centro un personaggio. Ovviamente apriremo con il protagonista Sean Walker, per poi proseguire con il misterioso Agente Simon Lee, il Presidente Martinez e poi non vi dico altro. Sembra tutto già preparato per episodi concentrati su certi personaggi. Aggiungiamo anche che ogni atto contiene al suo interno un breve flashback di pochi minuti.
Il thriller cospirativo presuppone la presenza di un mistero. In The Event però questo mistero non viene posto come condizione necessaria alla narrazione, sembra di leggere un semplice thriller. FlashForward e la sua miserabile fine dovrebbero esserne un chiaro esempio. I personaggi vengono per primi, senza di essi l’audience non connette con la serie, non c’è nulla da fare.
La trama riassunta in poche parole
Miami, Florida. Tutto inizia a bordo di un aereo: Sean Walker è visibilmente teso, il suo falshback ci riporta alcuni giorni indietro dove lo troviamo ad Atlanta in partenza con la fidanzata Leila per una crociera. Chiaccherando con il di lei padre Sean rivela che durante la vacanza chiederà alla figlia di sposarlo. Il flashback finisce e noi scopriamo che Sean ha una pistola!! Nell’atto successivo facciamo la conoscenza dell’agente Simon Lee, alle prese con un inseguimento (che molto probabilmente ha a che fare con Walker). Nel suo flashback saltiamo indietro nel tempo di 13 mesi e ci ritroviamo in Alaska, in una prigione segreta, dove, attraverso i dialoghi cominciamo a notare i contorni della cospirazione. Finito il flashback torniamo da Simon Lee giusto in tempo per vederlo farsi sfuggire l’aereo di Sean Walker. Il terzo atto ci fa conoscere via flashback la coppia formata Sean e Leila, nel frattempo la situazione precipita. Nel quarto atto conosciamo il neo-eletto presidente Elias Martinez in una scena che sa di già visto, con il presidente che vuole andare fino in fondo alla ricerca della verità e i suoi consiglieri che cercano di fargli cambiare idea. Scopriremo, senza rimanerne troppo sorpresi, che tutto ruota attorno alla misteriosa prigione in Alaska. Non vado oltre per non rovinarvi l’attesa.
Se V ha attirato delle critiche per le non tanto velate simpatie anti-Obama, in The Event le rassomiglianze con l’attuale presidente sono anche troppo evidenti. Ma forse pè questo che il pubblico vuole… forse vuole vedere un’America nuova e diversa, anche sul piccolo schermo. Forse è proprio il presidente la figura più riuscita del pilot, non tanto nei suoi punti di forza e nel suo idealismo, ma nelle sue fragilità. In The Event avvertiamo che anche lui è a rischio. Se forse il Presidente Martinez risulta riuscito questo non si può dire del protagonista, al quale manca qualcosa. Non sappiamo chi sia Sean Walker se non per qualche scambio di battute qua e là, sappiamo quale sarà la sua missione ma non sappiamo niente di lui, neanche per bocca di altri.
A mio avviso la sceneggiatura è stata scritta con attenzione verso i personaggi, il principale intento in un pilot è quello di identificare dei ruoli, di permettere ai vari gruppi di spettatori di poter stabilire una connessione emozionale con loro. Sappiamo in partenza quale sarà la missione di Sean Walker: ritrovare la sua ragazza Leila, scomparsa in circostanze misteriose su di una nave da crociera poco prima che Sean le chiedesse di sposarlo.
Ovviamente ci sarà il grande cliffhanger finale che, salvo cambiamenti, dovrebbe stupirvi. Molto. Tanto da farvi pensare: “allora mi hanno preso per il c?^*”. In senso buono. Per quanto mi riguarda ho terminato la lettura con un sorrisino di soddisfazione, alla “me l’avete fatta”.
Nelle sue intenzioni questa serie vuole riempire il vuoto lasciato da Lost e 24 cercando di non fare la fine di FlashForward. Per ora riesce solo a non essere quest’ultima, che è già positivo.
Chris Bernard
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