Da oggi troverete sul blog di Italiansubs una serie di recensioni della nuova produzione televisiva di Paolo Sorrentino, The New Pope, atteso seguito dell’ormai celebre The Young Pope, andata in onda nel 2016.
Dal 10 gennaio 2020, Sorrentino è tornato in TV con l’attesissimo sequel di The Young Pope, una produzione internazionale congiunta tra Sky, HBO e Canal+. Paolo Sorrentino riesce ancora una volta a conquistare i produttori Lorenzo Mieli e Mario Gianani, sviluppando la sua idea per il piccolo schermo, dando vita a The New Pope, di cui Sorrentino ne è ideatore del soggetto, regista e sceneggiatore (insieme a Umberto Cottarello e Stefano Bises).
L’articolo contiene spoiler sui primi 2 episodi della serie.
Se vi siete persi The Young Pope, potete recuperare leggendo gli articoli dedicati:
Episodi 1 e 2: una rock star in Vaticano; Episodi 3 e 4: presenza, assenza, attesa; Episodi 5 e 6: fenomenologia dello Spirito (Santo); Episodi 7 e 8: di peccati mortali e coming of age; Episodio 9: un disegno divino; Episodio 10: Lenny Belardo Superstar
Dove eravamo rimasti?
IL CANTICO DELLE CREATURE
Papa Pio XIII (Jude Law) pare sia in coma irreversibile, a seguito di un infarto durante un’omelia e di molteplici trapianti di cuore falliti. Il Vaticano, d’altro canto, ha disperato bisogno di una nuova guida; Angelo Voiello (Silvio Orlando) ha disperato bisogno di tornare a imbrigliare le redini del Vaticano e manipolare la rielezione di un nuovo Papa, mentre la setta di Pio XIII ha bisogno che Lenny Belardo si svegli al più presto e torni dal suo gregge. Il Segretario di Stato Voiello deve prendere una decisione e, con Pio XIII in quelle condizioni, l’unica cosa da fare è indire un nuovo Conclave per l’elezione di un nuovo Papa. Dunque, la macchina di Voiello di mette in moto per scegliere un Papa di costituzione sana, morigerato e conservatore; un uomo straordinariamente comune, ma non un uomo qualunque. Caratteristiche se ben si applicano al Cardinal Angelo Voiello stesso, che ora desidera diventare Papa per dirigere la Chiesa non più stando un passo indietro, ma facendo un passo avanti e tirando fuori il petto.
Inizia il Conclave e, come previsto, raggiungere il quorum è difficile e generalmente preceduto da votazioni lunghe ed estenuanti. Tra i principali candidati ci sono: Voiello, Hernandez e Brannox, che continuano a oscillare nel gradimento dei votanti, votazione dopo votazione. Hernandez, la copia sputata di Voiello (“È tale e quale a Voiello, hai visto?”) e Voiello disputano un faccia a faccia quasi definitivo, ma ci sono ancora troppi voti “regalati” ad altri cardinali, per cui Voiello decide di giocare d’astuzia e cambiare la sua strategia. Dopo svariate votazioni andate in fumo, uno solo la spunta: il cardinal Tommaso Viglietti (Marcello Romolo), ex frate confessore di Pio VIII e uomo semplice, dai modi impacciati e intimidito dall’improvvisa attenzione che gli viene rivolta.
Alla sua prima omelia, Viglietti d’improvviso passa dall’essere il timido e remissivo frate Tommaso al potente e sicuro di sé Papa Francesco II che, come fece San Francesco prima di lui, ispira l’intera Chiesa a spogliarsi di ogni ricchezza in favore della povertà e invita ogni migrante in Vaticano, lasciando le porte aperte a chiunque avesse bisogno di rifugio e di ristoro. Francesco II diventa d’un tratto condottiero della Chiesa e paladino della fede, della povertà e delle ingiustizie. Obbliga i cardinali a spogliarsi dei loro anelli e crocifissi d’oro, toglie loro gli accessi ai conti bancari vaticani, accoglie i migranti nella casa di Dio e si circonda di “bodyguard” francescani pronti a tutto per lui. Finché un giorno, non troppo lontano dalla sua elezione, Francesco II viene fermato bruscamente da un misterioso quanto conveniente arresto cardiaco.
Quando hai tramato per farmi eleggere, andavi di fretta e non hai tenuto conto di tutti gli elementi in gioco. Ne hai valutato solamente uno: la mia ingenuità, traducibile in manovrabilità. […] Errore. […] Un confessore, a forza di sentire i peccati più orrendi, perde presto il suo candore. […] Non sono stato il confessore solo di Pio XIII, ma dell’intera Curia, soprattutto il tuo. Conosco le irregolarità, le tangenti, gli scandali, i segreti, i peccati e i peccatori. So tutto quello che il capo della Chiesa moderna non dovrebbe sapere. […] Io so tutto, Voiello.
IL VAGABONDO
La seconda puntata si apre con le domande della stampa su tutta la vicenda riguardante la morte di Viglietti. Com’è morto Francesco II? È credibile la storia del malore improvviso? Chi sarà il nuovo Papa? E mentre tutti i cardinali tornano a indossare i loro gioielli e i migranti vengono scortati fuori dal Vaticano, il Cardinal Voiello, in compagnia di Assente (Maurizio Lombardi), Aguirre (Ramón Garcia), Gutierrez (Javier Cámara) e Sofia Dubois (Cecile de France) parte per l’Inghilterra per intraprendere una missione quasi impossibile: convincere l’aristocratico John Brannox (John Malkovich) a farsi eleggere Papa. Voiello descrive Brannox come un uomo difficile, cupo e con tendenze depressive, che però è la persona più giusta per ricoprire un ruolo diventato ormai impossibile da sostenere, dopo il malore di Pio XIII e la morte sospetta di Francesco II. Arrivati alla tenuta di Sir John Brannox in serata, i quattro visitatori sono costretti a passare la notte nelle stanze degli ospiti, dove ognuno di loro riceverà la visita più o meno gradita dello spirito di Pio XIII, saggio con Gutierrez e Assente, premuroso nel suo dolce tocco con Sofia, dispettoso e imperscrutabile con Brannox e Voiello.
Finalmente conosciamo Sir John Brannox, un uomo elegante, vanitoso e misterioso, dall’aspetto un po’ rock n’ roll con quel suo eyeliner nero leggermente sbiadito. Un uomo diretto e pragmatico nelle sue esternazioni, eppure così enigmatico e incline alla riflessione. Brannox vive in un’immensa tenuta, a poca distanza dai genitori ormai anziani, che ancora oggi non lo perdonano per non aver evitato la morte prematura del fratello gemello, Adam, nel 1985. A cena, Voiello propone a Brannox la posizione di Papa, ma Brannox non sembra del tutto convinto e chiede di poter riflettere.
Vorreste me come nuovo Papa? La Chiesa è nuda e voi credete che il vestito più adatto a lei sia la mia proverbiale moderazione. Ma dal momento che la Chiesa è già svestita, prima di rivestirla, sarebbe opportuno esaminarla come farebbe un dottore. Visitare la Chiesa è un’impresa colossale che voi sottovalutate gravemente. È essenziale distinguere tra ciò che è fisiologico e ciò che è patologico nel corpo della Chiesa.
I dubbi leciti di Brannox si protraggono per un giorno ancora, e dopo svariati incontri con Voiello, Sofia e i cardinali, si ritrovano tutti nella cappella privata di Brannox, in cui quest’ultimo chiede che cos’è l’amore secondo loro. La risposta di Gutierrez potrebbe essere l’ago della bilancia nella scelta definitiva di Brannox.
L’amore è un concetto astratto, ma necessario. Come la felicità e l’intelligenza. Come Dio. Quand’ero giovane, un uomo si approfittò di me e mentre lo faceva, mi disse che Dio non esisteva. Ed io risposi, al posto del Signore: “Anche se Dio non esistesse, abbiamo disperato bisogno di credere che esista.
Che cos’è per lei l’amore, Sir Brannox?
L’amore è un vagabondo per strada in punto di morte, al quale il governo offre il suo aiuto, il dottore offre cure mediche, la figlia offre sostegno economico, gli amici offrono un sorso del loro vino, mentre la Chiesa non offre nulla. La Chiesa pensa a lui e basta.
Nel frattempo, il Cardinal Spalletta (Massimo Ghini), il Ministro dell’Economia e delle Finanze Guacciardini (Claudio Bigagli) e il marito di Sofia Dubois cospirano nei sotterranei del Vaticano: Spalletti è a conoscenza di un segreto su Brannox che, di fatto, permetterà a lui di tessere le fila di questo nuovo papato.
***
Dall’ultima puntata di The Young Pope e dall’annuncio di un sequel della serie, l’entusiasmo per questo nuovo progetto era oggettivamente alle stelle. Aspettavo con ansia di potermi immergere nuovamente delle atmosfere oniriche e stravaganti della Chiesa sorrentiniana e, per alcuni aspetti, non sono rimasta delusa. A livello visivo, il primo episodio ci regala le atmosfere a cui eravamo abituati in The Young Pope: colori accesi, rosso carminio, luci al neon intermittenti, colonna sonora incisiva e accattivante, scene provocatorie ed esasperazione della perfezione estetica in ogni ripresa. Tuttavia, è da notare che, al di là del magnifico e incisivo discorso finale di Marcello Romolo nei panni di Francesco II, ho trovato l’episodio nel complesso leggermente sottotono rispetto a ciò che mi sarei aspettata. Chiaramente, arrivando da una stagione pressoché perfetta come quella di The Young Pope le aspettative erano alte, per cui sospendo il giudizio almeno fino a metà stagione. La trama di questo primo episodio, carica di avvenimenti e di colpi di scena, come l’elezione di Viglietti – inaspettata stando al trailer della serie – tiene il ritmo e il fiato sospeso, non stancando né annoiando lo spettatore.
Nota di merito per il “2° Coro delle Lavandaie” durante la marcia dei Cardinali verso l’elezione del Papa. Un sottotesto sottile eppure così potente. Chapeau, Sorrentì.
Nel secondo episodio ci spostiamo invece in un’atmosfera più decadente, che si fonde perfettamente con le tipiche condizioni meteorologiche inglesi. Finalmente conosciamo Sir John Brannox; sappiamo già che prima o poi accetterà di diventare il nuovo Papa e che (forse) si scontrerà con il vecchio, giovane, Papa, ma non sappiamo che cosa succederà tra questi due eventi temporali. Il secondo episodio, interessante dal punto di vista della conoscenza dei personaggi e della costruzione della trama, fatica un po’ a intrattenere un pubblico che potrebbe non essere completamente rapito dall’estetica di Sorrentino, ma che semplicemente cerca una storia più o meno lineare, con intrighi di palazzo e eventi che colpiscano e intrattengano. Il ritmo è dunque rallentato, e la presenza di John Malkovich – finalmente palesatasi dopo un intero primo episodio in cui non ve ne è traccia, se non per qualche fugace momento – è quanto mai apprezzata e desiderata, a questo punto, e la sua entrata in scena stabilisce un punto in cui gli equilibri potrebbero rompersi e cambiare e in cui potremmo finalmente ritrovare tutta la straordinaria carica simbolica e onirica di Sorrentino e della sua The Young Pope.
Fatemi sapere che cosa ne pensate di questi primi due episodi con un commento qui sotto. E a presto con la recensione degli episodi 3 e 4! Per gli appassionati: trovate la colonna sonora con tutte le canzoni di The New Pope su Spotify!
Silvia Speranza
Edel Jungfrau
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