La scorsa settimana Netflix ha finalmente rivelato il cast principale della sua futura serie basata su Sandman, la famosa graphic novel scritta da Neil Gaiman (Good Omens, Doctor Who) e pubblicata da DC Comics (Panini DC in Italia). Si è così scoperto un cambio di genere che ha lasciato perplessi molti fan, e Gaiman è intervenuto a dare una spiegazione….
The Sandman non sarà la prima serie di Netflix tratta dall’omonimo fumetto: Lucifer, giunta alla sua quinta stagione, vede Tom Ellis (Miranda, Rush) nei panni del protagonista Lucifero, personaggio creato da Gaiman e dagli illustratori Sam Kieth (illustratore in Peter Parker: Spiderman, Batman: Through The Looking Glass) e Mike Dringenberg (sceneggiatore in Lucifer, illustratore per DC Comics e Marvel) proprio per Sandman, e che ha poi avuto il suo spin-off cartaceo su Vertigo Comics (pubblicato sempre da Panini DC qui da noi).
I fan delle due serie si sono quindi domandati perché a interpretare Lucifero in The Sandman sarà Gwendoline Christie (Game of Thrones, Star Wars: The Last Jedi) e non Tom Ellis riprendendo il suo ruolo come Stella del Mattino, e se questo significa che le due serie non saranno collegate.
Gaiman l’ha spiegato rispondendo a un fan su Tumblr:
“La teologia e cosmogonia di Lucifer sono molto distanti da quelle di Sandman. Sono ispirate a Sandman, ma non puoi aggiornare la versione di Lucifer per tornare a quella di Sandman, se capisci cosa voglio dire.
È sembrato più facile e divertente avere la versione di Lucifero di The Sandman essere, beh, più simile alla versione di Lucifero di Sandman.”
In un’intervista a Comicbook.com e altre testate prima del debutto dell’adattamento di Sandman come audiolibro per Audible (che è stato rinnovato per altre due stagioni), Gaiman ha spiegato che sta affrontando la serie di Netflix come se stesse scrivendo Sandman per la prima volta nel ventunesimo secolo. Il che significa aggiornamenti alla cronologia degli eventi, ritocchi alla storia e, come accennato a suo tempo, cambi di genere per personaggi come Lucifero.
“Nel fare la serie per Netflix stiamo pensando a cose come: ok, è il 2020, facciamo finta che abbia iniziato a scrivere Sandman nel 2020, cosa faremmo? Come cambieremmo le cose? Di che genere potrebbe essere questo personaggio? Chi potrebbe essere questa persona? Cosa potrebbe succedere?”
Gaiman ha poi motivato il lungo percorso di Sandman verso l’adattamento live-action.
“In tanti hanno cercato di fare film e adattamenti televisivi negli ultimi 30 anni, lavorandoci su per 25 anni, e non hanno mai funzionato. E non hanno mai funzionato a causa di tutti gli effetti speciali e per tutto il necessario per quegli effetti speciali. Non hanno mai funzionato perché stavano creando qualcosa indirizzato a un pubblico adulto. Scrivevano sceneggiature per i film di Sandman e poi dicevano ‘Ma è un film vietato ai minori, e non possiamo fare film vietati ai minori da 100 milioni di dollari’. Quindi non avrebbe mai funzionato. Era necessario arrivare in un mondo in cui la narrazione lunga è un vantaggio e non uno svantaggio. E il fatto che abbiamo materiale su Sandman per oltre settantacinque numeri (14 volumi nell’edizione Library definitiva italiana), è davvero una cosa positiva. Non è un lato negativo. È un bene per noi. Così come il fatto che siamo in un mondo in cui possiamo inserire roba che un tempo esisteva solo nei fumetti e che ora esiste nella realtà”.
Voi cosa ne pensate? Siete convinti dalla sua spiegazione o pensate sia stata una mossa dettata da Netflix? Venite a discuterne nel nostro forum!
Nel frattempo, siamo contenti che The Sandman sia finalmente in produzione. Lucifer tornerà su Netflix per la seconda metà della quinta stagione e poi per la sua sesta e ultima stagione.
Federico Marchionda
Fonte: comicbook.com
Federico Marchionda
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