La serie tratta dal libro di Stephen King inizia la sua seconda stagione in maniera convincente, ma cosa ci dice questa serie sugli adattamenti da libro a serie TV?
Under The Dome aveva conquistato ben 12 milioni di spettatori, con critiche tiepide, per una prima stagione nel complesso convincente. Con questo primo episodio, su 13 previsti, la serie continua a portare avanti la sua intrigante storia senza cambiamenti eclatanti. I dialoghi a volte sono troppo macchinosi, alcuni attori sono un poco imbalsamati (Mike Vogel e Rachelle Lefevre su tutti), ma la trama si fa seguire piacevolmente, giocando forse in maniera eccessiva sui colpi di scena; ogni dieci minuti ce n’è uno, o presunto tale, e questo rischia di smorzare eccessivamente la tensione. L’introduzione di due nuovi misteriosi personaggi porta una ventata di aria fresca all’interno della serie, aprendo a nuovi intriganti misteri. Se la prima stagione vi è piaciuta, non rimarrete delusi da questa seconda.
La serie è stata creata da Brian K. Vaughan, ma a produrre e scrivere il primo episodio troviamo Stephen King, autore del libro dal quale è tratta. In una lettera, King ha spiegato come e perché sia stato necessario modificare certe cose nell’adattare il suo libro. Pur rimanendovi fedele, numerosi sono i cambiamenti attuati, e Under The Dome non è l’unica serie che si trova ad affrontare questo problema. Possiamo citare Game Of Thrones e The Walking Dead; anche questi prodotti vedono la partecipazione attiva dei creatori dell’opera originaria nell’adattamento per la TV e, inevitabilmente, nel cambiamento e nell’evoluzione della stessa.
La serie con gli zombie creata da Robert Kirkman ha introdotto ben due personaggi (Merle e Daryl) completamente estranei al fumetto, portando inoltre a rivoluzionare la trama in numerosi punti. La prossima stagione, infatti, si prospetta diversa sia dal fumetto, sia da tutte le stagioni precedenti. Anche Game of Thrones, la serie fantasy in onda su HBO, vede la partecipazione attiva dello scrittore dei libri George R.R. Martin; coinvolto anche lui nel processo di scrittura e produzione della serie, ha approvato con difficoltà alcuni cambiamenti drastici apportati dagli autori.
Ma è un bene o un male che le serie evolvano poi in qualcosa di diverso rispetto alle controparti cartacee? Voi siete soddisfatti delle modifiche portate all’opera originale?
Fatemi sapere la vostra.
Jacopo Msn
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