La Trattativa di Sabina Guzzanti scuote la Mostra di Venezia. Iincanta anche Milla Jovovich con Cymbeline.
La presunta trattativa avvenuta tra lo Stato e la Mafia è al centro del film di Sabina Guzzanti, presentato tra polemiche e applausi qui a Venezia. Partendo dalle stragi del 1992, passando per la vittoria di Forza Italia fino ai processi dei giorni nostri, il film cerca di interpretare fatti giudiziari alquanto complessi e spesso poco chiari. La regista romana è consapevole che la sua è un’operazione difficile e rischiosa. Decide quindi di realizzare un meta-film nel quale si alternano interviste, materiale di repertorio e ricostruzioni in studio. All’inizio del film Sabina parla direttamente allo spettatore: “Siamo un gruppo di attori, vogliamo raccontarvi questi fatti reali, mostrandovi il nostro punto di vista.” Basandosi sulle reali intercettazioni e sui processi, il film ha una potenza narrativa travolgente. L’alternare realtà e ricostruzione aiuta a coinvolgere lo spettatore ancora di più in un racconto-ipotesi che risulta terribilmente credibile. Intelligentemente, ricorrendo anche a un pizzico di autoironia, Sabina riesce ad attenuare i toni seri e politicamente impegnati del film, così come le critiche nei suoi confronti. Una colonna sonora fantastica, firmata dal premio Oscar Nicola Piovani. La Trattativa è un film importante che bisogna vedere. Ha il pregio di dare luce a una vicenda troppo spesso fumosa e che ancora ha bisogno di conferme. Sabina Guzzanti ne è consapevole e infatti alla fine del film ci dice, mentre scorrono le immagini degli scandali degli ultimi anni: “C’è stato un patto tra stato e Mafia? Noi non lo sappiamo, ma se la democrazia avesse trionfato sulla mafia non avremmo avuto corruzione e scandali. Non saremmo costantemente sotto ricatto, sempre più depressi economicamente e mentalmente.”
Uscito dalla sala, mi rimetto in coda per vedere l’ultimo film francese in concorso, Le dernier coup de marteau. Purtroppo ci sono problemi tecnici e la proiezione viene rimandata. Decido quindi di tornare a casa per farmi una doccia e mangiare un piatto di pasta. Torno al Lido alle cinque per vedere Cymbeline di Michael Almereyda.
Adattamento dell’omonima tragedia di William Shakespeare, il film riporta fedelmente i dialoghi del testo teatrale, ambientandolo però ai giorni nostri. Se in Romeo e Giulietta di Baz Luhrmann l’operazione era riuscita, qui avviene l’esatto opposto. La sceneggiatura soffre di personaggi solamente abbozzati e una trama confusionaria che si segue a fatica. Situazioni drammatiche sfociano nel comico e la sala scoppia in fragorose risate. Un cast di attori di solito bravi, Ed Harris, Milla Jovovich e Ethan Hawke che però ci regalano la peggior performance delle loro carriere. Una tragedia, sì, ma di film. Unica magra consolazione la presenza in sala della bella Jovovich che a fine proiezione ha cercato di proteggere il regista dai fischi e dagli insulti del pubblico.
L’ultimo film della giornata è stato Red Amnesia di Wang Xiaoshuai. La toccante storia di una pensionata cinese che cerca di combattere la sua solitudine, tra i figli sempre più distanti e una società sempre meno attenta alle vecchie generazioni. Un film che ci mostra come nel paese più popolato del mondo vi siano molte persone sole, in una Cina in lotta tra tradizione e rinnovamento. Una regia chirurgicamente fredda, ma allo stesso tempo calda e avvolgente riempie i vuoti e i silenzi dentro ai quali si muove la solitaria protagonista. Un bel film che ha il pregio di rendere interessante una storia che sulla carta lo è poco.
A domani!
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Jacopo Mascolini
Jacopo Msn
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