L’anno scorso quando ancora si sapeva poco di Warehouse 13 si era parlato di una serie che doveva molto a Indiana Jones, ora è pronta al ritorno.
L’estate scorsa ci sono state due serie che mi sono piaciute particolarmente, due generi molto diversi tra loro: Dark Blue e Warehouse 13.
La prima è incentrata su una squadra di poliziotti di Los Angeles che lavorano sotto copertura, dimenticatevi il bianco e il nero, il buono e il cattivo: la squadra di Carter adotta metodi che coprono tutte le sfumature di grigio.
La serie è stata rinnovata, il che è un’ottima notizia (per me quantomeno), ma veniamo ora alla seconda, visto che è di quella che vorrei parlare oggi.
Warehouse 13.
Questa serie mi è particolarmente piaciuta sin dalla sinossi: due agenti segreti, artefatti con misteriosi poteri e poi un magazzino, il “Magazzino 13”.
Il minisito di Syfy lasciava già intravedere i contorni di un altro personaggio: Artie.
Artie Nielson è a capo di una divisione molto speciale, che sfugge al controllo di chiunque, anche dei pezzi grossi della CIA. Il suo lavoro è quello di custodire il Magazzino 13, nel quale sono racchiusi gli artefatti più potenti che il mondo abbia conosciuto, questi oggetti sono troppo pericolosi perché vengano utilizzati, per questo vengono “acchiappati, impacchettati ed etichettati” dagli agenti del Magazzino che li conservano nei meandri dell’edificio.
Myka Bering: Myka viene reclutata da Artie per far parte della squadra ma non ha intenzione di accettare un’assegnazione di così basso rilievo, lei ha salvato la vita al presidente degli Stati Uniti, si merita ben altro, e poi chi ci crede veramente? Artefatti? Poteri soprannaturali?
Uno dei primi artefatti con cui Myka viene a contatto è un bollitore da tè che realizza i desideri, tranne quelli impossibili; se esprimi un desiderio impossibile compare un furetto nel bollitore. Inutile dire che il voler tornare agli incarichi “ordinari” procura a Myka un amico peloso in un batter d’occhio.
Questo furetto è un po’ la mascotte del team di ItaSA, la scritta “Italian Ferret Addicted” nei credit iniziali è appunto dedicata all’animaletto.
Pete Lattimer: Pete è un po’ il contrario di Myka, a lui l’idea di entrare nel team del Magazzino 13 piace, si diverte un sacco a girare nei meandri dell’edificio e gioca un sacco di partite di ping pong con il suo io riflesso nello specchio di Lewis Carrol.
Pete ha un approccio nettamente meno logico e più emotivo, cosa che lo rende il più comico dei due agenti, gli piacciono anche i biscotti e non si fa grossi problemi a mangiare l’ultimo sul vassoio o anche portarselo via per mangiarlo dopo.
Leena: Leena possiede un Bed & Breakfast nel quale risiedono Myka e Pete e che funge un po’ da quartier generale per le riunioni operative, è empatica, capisce tutto delle persone in un batter d’occhio, ma le persone non capiscono molto di lei, pare…
Claudia Donovan: inizialmente i rapporti di Claudia con il gruppo sono un po’ tesi, rapire Artie non è un buon modo di attirarsi le simpatie, ma risolte queste piccole divergenze, la ragazza diventa parte del team, è un incrocio tra Marshall di Alias (le sue trovate geek sono fantastiche) e Paperoga (penso non serva esplicitare nulla), il risultato è esilarante per gli spettatori, un po’ meno per chi deve tirarla fuori dai guai.
James MacPherson: in ogni serie che si rispetti ci vuole un cattivo, questi è James MacPherson, non mira a conquistare il mondo ma ha tutte le intenzioni di usare la sua conoscenza degli artefatti e del Magazzino per trarre profitto personale, se poi qualcuno si trova sulla sua strada tanto peggio per lui.
Il Magazzino: sì, perché l’edificio situato in un posto sperduto del South Dakota è un po’ un personaggio a sé, rende possibili le avventure più disparate, raccoglie gli artefatti più potenti che il mondo abbia conosciuto e… vive un po’ di vita propria, chissà quali segreti ancora nasconde. Probabilmente l’Arca dell’alleanza è chiusa lì dentro da qualche parte.
Ah, dimenticavo la Signora Frederic: di lei non si sa quasi nulla, ma quando dice una cosa tutti le obbediscono, fosse anche il papa o il presidente degli Stati Uniti, io eviterei di farla irritare.
Warehouse 13 nel 2009 ha spopolato nella fascia principale del pubblico adulto (25-54 anni), con 4.1 milioni di spettatori. Non sarà nulla in confronto alle serie di ABC e Fox ma per Syfy sono numeri molto interessanti, tanto da balzare in testa alla classifica delle serie più seguite di Syfy in 17 anni di vita del canale (da quando ancora si chiamava Sci-Fi).
Non avete seguito Warehouse 13? Siete ancora in tempo per recuperare la prima stagione, solo 13 puntate e sarete pronti per la seconda, che andrà in onda a partire da luglio.
Avete imparato a memoria anche “se li uomini sapessino le cagioni della paura mia, capir potrebbero il mio dolor”? Bravissimi, voi siete già pronti.
La produzione della seconda stagione è iniziata, questa volta si parla di un po’ più di trama orizzontale (che a mio avviso non guasta mai), grazie anche a Nolan Gerard Funk che comparirà in un mini ciclo di 4 episodi. Il suo personaggio, Todd, attirerà le attenzioni di Claudia, la loro relazione però sarà minata dal fatto che la ragazza non può raccontare a Todd cosa fa nella vita e che cosa c’entra con gli strani incidenti che, immancabilmente, capiteranno.
Se siete geek, se sapete che cosa succede a chi indossa una maglietta rossa, vorreste dire “alla faccia tua, Magneto!”, dareste qualsiasi cosa per avere una katana vera con cui giocare, vorreste comunicare con un oggetto chiamato farnsworth (v. immagine)… sicuramente questa serie fa per voi.
Se non siete geek, non vi piacciono le serie di fantascienza, trovate Star Trek e Battlestar Galactica noiose, non capite come delle persone adulte possano giocare con delle pseudo spade di luce… questa serie fa anche per voi, sicuramente non rispetta le leggi della fisica per come la conosciamo ma allora vogliamo parlare di cosa fa Tom Cruise in Mission Impossible 2 con quella moto…?
Ragazze. Un appello particolare al gentil sesso: se siete arrivate fino a qui a leggere vuol dire che non partite prevenute, bravissime.
Sappiate che negli USA il 50% circa del pubblico di Warehouse 13 è di sesso femminile e anche su ItaSA ha un gran successo tra utenti di ambedue i sessi. Volete una motivazione in più per vederlo? Potreste riuscire a capire un po’ di più le passioni dei vostri fidanzati un po’ geek.
Probabilmente siete andate al cinema a vedere Avatar, sicuramente Warehouse 13 è molto più vicino alle altre cose che seguite in TV del film di Cameron.
Vi ho convinti tutti? Sicuramente no, ma spero di aver incuriosito un buon numero di coloro che ancora non conoscono questa serie a provare a guardare l’episodio pilota.
Warehouse 13 ha una sezione dedicata all’interno del forum di ItaSA, passate a raccontarmi se vi è piaciuto o meno.
fonte: http://www.airlockalpha.com
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