Interviste

Web Series: SOMA

E rieccoci qua, con il nostro appuntamento settimanale dedicato ai migliori prodotti del web.

Per chi non lo sapesse, lo scopo di questa rubrica è quello di guidarvi alla scoperta del dinamico mondo delle web series, indicandovi i prodotti degni di nota, regalandovi interviste e soprattutto facendo tutto questo con voi. Questa settimana l’articolo arriva un po’ in ritardo. Quindi non perdiamo altro tempo e andiamo a conoscere Soma!

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LA SERIE

Soma è uno Sci-Fi Thriller prodotto dalla MalatestaFilm. Tra i creatori figurano Fabio PaladiniMaria Grazia Cassalia, Dario SardelliFrancesco Vitiello Davide Devenuto (ora dovreste iniziare a sentire nella vostra testa il motivo iniziale di Un Posto al Sole). La serie racconta il rientro a casa di un fotografo (Emilio Vacca) che ha trascorso un periodo in Amazonia dove pare abbia contratto un misterioso parassita. Presto la situazione diverge in una caccia all’uomo portata avanti da un ispettore trasandato (Luigi Di Fiore) e dal suo cavilloso partner (Carlo De Ruggeri). Il conflitto Uomo-Natura permea la storia su più livelli e la metafora ecologica non è di certo velata. Tra gli altri, nel cast, troviamo anche Roberta StellatoSamanta PiccinettiHelene NardiniGianfranco Russo Giorgio Sorrentino.

PERCHÉ GUARDARE SOMA

SOMA_SamantaPiccinetti_03_300dpiPerché il bottino di premi che questa serie ha collezionato parla da solo. Quattro premi al prestigioso LAWebFest per regia, produzione, colonna sonora e sound design, oltre all’ambita qualificazione al Marseille Web Festival. Segno che la qualità del prodotto è internazionale. Poi perché ha una trama originale e coinvolgente e riesce a sfruttare al meglio sia le prerogative del mezzo, sia le sue debolezze. Soma ha infatti uno script molto ben strutturato, dialoghi avvincenti e misurati e un’ottima organizzazione degli episodi. Infine perché raramente sul web si trova una regia e soprattutto una fotografia così curata. Elemento che va ad aggiungere non pochi punti al pathos della narrazione. Ogni inquadratura esprime una cura meticolosa del dettaglio e le sequenze sono evidentemente ben studiate. È un aspetto che spesso passa in secondo piano in questo tipo di produzioni. Insomma un must del panorama italiano.

L’INTERVISTA

malatesta-film-935x684Oggi sul “divano” di ItaSA si sta stretti. Ci sono infatti, non uno, ma ben tre ospiti a farci compagnia. Sono Fabio Paladini, Davide Devenuto e Francesco Vitiello! Ciao ragazzi, ci fa molto piacere avervi qui con noi e credo di parlare a nome di tutto il blog facendovi i complimenti per Soma. Avete messo insieme veramente un prodotto lodevole.

Fabio: Grazie per i complimenti, che facciamo anche a te e a tutto lo staff di Italian Subs Addicted. Abbiamo risposto numerosi alla tua chiamata perché, da fedeli fruitori del vostro sito, ci tenevamo assolutamente a sdebitarci in qualche modo. Manca solo il quarto elemento del nostro gruppo creativo, Dario Sardelli, rimasto a presidiare il campo base.

Inizio subito con le domande perché sono davvero impaziente di chiedervi del LAWebFest. Chi mi racconta qualcosa in proposito?

soma_6Francesco: Purtroppo nessuno di noi è potuto andare a Los Angeles. Abbiamo appreso da Internet di aver vinto cinque award tra cui il riconoscimento più prestigioso del festival, il Grand Prize Award. Potrai immaginarti la soddisfazione, dopo quasi un anno di duro lavoro. Ci siamo però ampiamente rifatti partendo, in massa, alla volta di Marsiglia. La vittoria al LAwebFest, infatti, ci dava accesso di diritto alla fase finale del Marseille Web Fest. Qui le aspettative sono state ampiamente ripagate. Soma era l’unica web series italiana in concorso, all’interno di una selezione di 25 web series giudicate il meglio del panorama internazionale. Marsiglia è una città fantastica e l’ospitalità e l’organizzazione sono state impeccabili. Per tre giorni abbiamo respirato un’aria di grande professionalità. Un’altra esperienza incredibile è stata quella di Houston dove ci siamo aggiudicati il Gold Remi Award come migliore web series. Il WorldFest è uno dei più antichi festival di cinema indipendente degli Stati Uniti ed era soltanto il secondo anno che ammetteva in concorso anche le web series. Ci hanno portato in gita alla NASA e ci hanno riempito di carne e fagioli.

LA_webFESTSono curioso. Avendo respirato quest’aria di grande professionalità che idea vi siete fatti sugli altri Paesi? Insomma chi sono i più avanzati? Chi crede maggiormente nel mezzo?

Fabio: Al festival di Marsiglia erano presenti web series prodotte da alcuni colossi come Warner Digital e Fox, a dimostrazione di come negli Stati Uniti il fenomeno web series abbia già attirato l’interesse di grandi realtà produttive, sia in quanto terreno di sperimentazione per nuovi formati e nuovi talenti, sia come occasione di lancio per altri prodotti mediatici (spesso serie televisive o videogiochi). A sorpresa, però, il paese più attivo sul fronte web series si è rivelato essere il Canada. Al di là di questo, è stato bello constatare come non sempre (e per fortuna) i prodotti più ricchi siano anche quelli più riusciti. Abbiamo visto un sacco di cose estremamente interessanti prodotte in maniera assolutamente indipendente. Una delle mie preferite è un serie teen-mistery irlandese intitolata “Cuckoo”.

Entriamo nello specifico di Soma. In genere, vuoi per i tempi ristretti, vuoi per la libertà stilistica, quello del web è un ambiente a netta maggioranza comedy. Quali sono le difficoltà di portare sul web delle trame drammatiche, come la vostra, che solitamente necessitano di lunghi tempi di respiro? Cosa bisogna sacrificare nel processo?

images (1)Fabio: Provare a portare sul web una storia dai toni e dai tempi diversi è una delle sfide che ci siamo voluti porre fin dall’inizio dell’avventura di Soma. Era anche un modo per trovare un nostro stile, un approccio al web che potesse in qualche modo differenziarci da quello che già esisteva. Come sceneggiatore mi ero già trovato a lavorare su serie televisive drammatiche sotto i quindici minuti a puntata. Bisogna lavorare in economia, nel senso che le scene a disposizione sono poche e devono essere in qualche modo ottimizzate, contribuendo sempre a portare avanti la storia e allo stesso tempo ad arricchire lo spessore dei personaggi. Come dici tu il web è un terreno di sperimentazione e libertà stilistica, ma non vuole dire che questa libertà debba riguardare solo la commedia. Noi ci siamo divertiti ad ibridiare il thriller, il dramma e il poliziesco, a variare leggermente lo stile e il tono di ogni singolo episodio, a mischiare le carte con i ruoli di protagonista e antagonista, a introdurre nuovi personaggi, anche di rilievo, in ogni puntata… insomma, a nostro modo ci siamo sbizzarriti. Quanto a ciò che abbiamo dovuto sacrificare, direi un po’ di viralità. Ovviamente serie di commedia veloce si prestano maggiormente al clic frenetico, a essere fruite in una pausa veloce dal lavoro o dallo studio. Noi andiamo a chiedere uno sforzo d’attenzione un po’ maggiore allo spettatore. Però la verità è che per noi le visualizzazioni non sono mai state un’ossessione e devo dire che la cosa, a conti fatti, ci ha portato bene perché siamo rimasti soddisfatti anche da quel punto di vista.

Ormai la tradizione di questa rubrica è quella di cercare di strappare ai creatori qualche importante consiglio per chi vuole seguirli nel mondo della produzione per il web. È il vostro turno di sfoggiare esperienza e regalarci tre consigli su come affrontare l’impresa.

Davide: Inizio io. Le web series di successo sono brevi, massimo 5 minuti a episodio, divertenti e dirette ad un target molto giovane tra i 15 e i 25 anni. Se la serie che desiderate realizzare non ha queste caratteristiche… Fatela lo stesso!!! Meglio raccontare la storia che vi appassiona di più. Vi darà l’entusiasmo per arrivare fino in fondo!

Fabio: Trovate un vostro look. Pensate un po’ a come vorreste che fosse la vostra serie e poi dedicate del tempo a sperimentare varie combinazioni tra videocamere e lenti, a spulciare le soffitte di zii e nonni in cerca di vecchi obiettivi, a giocare con luci e software di color correction. Scegliete l’impronta visiva più adatta alla vostra storia, insomma, e non lasciate che sia la tecnologia mainstream a scegliere per voi.

Francesco: Non sottovalutate l’audio!!! Fate sentire il vostro microfonista il protagonista assoluto del set!

Una domanda per Francesco e Davide. Anche voi con Soma avete affrontato un “salto della telecamera”. Come nasce in un attore questa esigenza di passare al lato celato della produzione?

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Davide: Credo che questo sia sempre stato quello che desideravo fare. Fare l’attore mi diverte, fare il produttore mi piace e mi stimola. Mettere insieme un gruppo creativo e seguire la realizzazione di un progetto, come è stato per Soma, dall’inizio alla fine, è una soddisfazione incredibile.

Francesco: Per quanto mi riguarda, sicuramente uno dei motivi principali è stato il desiderio di fare qualcosa che non ti è mai stato proposto e forse non ti verrà proposto mai. Qualcosa che si avvicina, almeno un po’, a quei fantastici prodotti che ci arrivano da altri Paesi. Il desiderio di mettere in pratica quello che si è imparato in tanti anni di lavoro e la presunzione di poter fare di meglio. Lavorare ad un progetto, in ogni sua fase, ti restituisce un bagaglio di esperienza impareggiabile. L’aspetto, diciamo così, imprenditoriale, è un ulteriore elemento di gratificazione e può essere molto stimolante. Pensare al prodotto anche da un punto di vista commerciale è un bel lavoro di concretezza. L’importante non è fare una commedia o un thriller, l’importante è fare le cose bene. Non esistono storie giuste o storie sbagliate, l’importante è non annoiare.

downloadÈ arrivato il momento di dimostrare la vostra itasianità. Se ognuno di voi dovesse trovarsi sulla famosa isola deserta, con soltanto un PC ed una serie, quale sceglierebbe?

Davide: In treatment. È l’unica serie che mi fa sentire una persona migliore, più colta e con nuovi strumenti per capire me stesso e le persone che mi stanno intorno! È pur vero che, probabilmente, su un isola deserta non saprei che farmene!

Fabio: Io mi porto una tra Homeland e Sherlock, se non altro perché non ho ancora finito di vederle e finire su un’isola deserta senza sapere come vanno a finire le terze stagioni sarebbe una disgrazia!

Francesco: Senza ombra di dubbio Un Posto Al Sole. Mi assicuro di essere coperto in caso nessuno venga a salvarmi.

Ahimè, questa era l’ultima domanda dell’intervista. Vi lascio ai vostri impegni sempre più internazionali e vi riporto l’all the best dello staff del blog per i progetti futuri della Malatesta Film. Ciao ragazzi!

Fabio: All the best a tutti voi. Grazie di nuovo per tutto quello che fate e per lo spazio che avete voluto dedicarci!

Termina così anche questo appuntamento. Fateci sapere qui sotto nei commenti cosa ne pensate e se avete nel cuore qualche progetto di questo genere. Se poi vi siete persi gli articoli precedenti su Di Come Diventai Fantasma e ZombiStuck li trovate qui e qui. Io vi lascio al primo episodio di Soma e vi invito a seguirci mercoledì prossimo con una nuova web series. Un indizio: Metro e Capitale.

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Matteo Pilon

Rocket Scientist, Alpinist, PirateBayers, Adobe Expert, ScreenWriter, Butcher, Drinking Buddy. Amo le serie TV di ogni razza e colore, ma venero le Dark Comedy. Se un Pilot sfiora l'etere, io l'ho visto. Cinefilo per folgorazione e per proto-professione. Cazzaro

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