Le vostre serie preferite sono in pausa natalizia, altre non ricominceranno per mesi. Cosa fare nei freddi pomeriggi di fine anno? Ma è ovvio, scoprire qualche nuova bella serie! Si comincia con una serie della NBC ispirata dalla storia Biblica di Re Davide ed ambientata in quello che sembra un prossimo futuro.
Al giorno d'oggi il concetto di trasporre opere classiche in un contesto moderno è talmente comune da rimanere sorpresi del contrario, basti pensare ai classici Shakespeariani. Breve e tormentata è la storia di Kings: partita di domenica, bassi ascolti, grandi critiche, spostamento letale al sabato, interruzione, messa in onda degli ultimi episodi nei sabati di luglio e agosto, cancellazione. Solo 13 episodi.
Qui Golia è un carro armato, la fionda è una granata e il figlio del Re è un party boy circondato dai paparazzi. Anche se alcuni nomi possono cambiare (Saul è ora Silas, Jonathan è ora Jack, il profeta Samuele è il Referendo Samuels), e l'ambientazione essere una versione degli Stati Uniti d'America (chiamati qui Gilboa), Dio rimane parte integrante della storia, quasi uno degli attori. Molti dei dialoghi sono deliberatamente teatrali, rendono l'atmosfera epica, biblica, appunto.
Ian McShane è Re Silas, il leader del neonato regno di Gilboa, la cui capitale Shiloh viene inaugurata nelle prime sequenze del pilot. All'inizio si alternano scene idilliache in una fattoria, dove una famiglia segue il discorso di Silas alla televisione, e scene nella capitale dove il Re sovrasta un'enorme folla per fare il suo discorso, potreste pensare al discorso di inaugurazione di Obama. Egli racconta una storia che cambiò la sua vita, il segno di Dio che lo indicò come il suo prescelto per portare la pace tra le fazioni in guerra: uno sciame di farfalle prese a roteare sopra la sua testa fino a formare una corona lucente.
David Shepherd (Christopher Egan), il pastore, assiste in tv alla suddetta cerimonia di inagurazione, la sua famiglia porta le ferite della guerra con Gath, guerra nella quale il capofamiglia ha perso la vita.
Kings è inevitabilmente messo a fuoco sulle imprese del venturo Re Davide e sulla sua relazione con il potere, la famiglia reale dei Benjamin. Silas prima pensa di poterlo sfruttare salvo poi vedere in lui quello che era e che non è più, il prescelto di Dio. Il principe vede Davide prendere il suo posto vicino al trono, la deliziosa Michelle ne è innamorata. Certi aspetti di Kings sono stati considerati da soap opera, l'unica cosa che possa portare alla vostra attenzione è l'apposito topic in Altre Serie e myItasa.
Cosa rende Kings ancor più avvincente è la straordinaria forza dell'interpretazione di McShane, dall'allegorica scrittura di Michael Green, ex autore e produttore di Heroes; e dalla regia di Francis Lawrence (Constantine, Io Sono Leggenda), chiaramente di categoria superiore. Inquadrature e fotografia fanno il resto, i volti dei personaggi raccontano ancor di più, quasi come un graphic novel, se il pilot non vi convince abbiate comunque fiducia perchè Prosperity, il terzo episodio, ancora meglio dei primi due.
Conoscere la storia biblica vi sarà particolarmente utile per gustarvi questa serie. Alcune cose che si possono notare subito sono:
David Shepherd, il protagonista. Davide era effettivamente uno "shepherd", un pastore.
Il Reverendo Samuels unge il nostro David proprio come nella Bibbia, nel nostro caso l'olio è di motore.
Davide uccide Golia, ma questo cosa l'ho scritto a fare?
Ragazze, state tranquille, alla fine Davide si sposa la figlia del Re.
Davide era un musicista, fu lui a scrivere i Salmi, David ci delizia suonando Liszt.
Siete curiosi di sapere come lavorino i traduttori di ITASA? Ho avuto la fortuna di tradurre Kings, la quale ci ha proposto notevoli difficoltà, ecco a voi un cable riservato NOFORN riguardante una comunicazione segreta tra un certo 'sottoscritto' e diverse traduttrici di Kings, Wikileaks c'entra solo marginalmente.
Sottoscritto: Ho qualche difficoltà nel tradurre questa:
IN THE CAUL. SEVEN SONS, A MOTHER KNOWS. THIS ONE…YOU PROTECT FROM WHAT WANTS TO HAPPEN.
Sembra un detto.
– caul, la placenta, e qui ci siamo
– il sette è il numero di Dio, della grandezza http://en.wikipedia.org/wiki/Seven#Judaism
– i sette figli penso siano i figli di Hannah, morti come martiri insieme alla madre, libri dei Maccabei http://en.wikipedia.org/wiki/Hanukkah#Origins_of_the_holiday http://www.shemayisrael.com/chanukah/more/chanah.htm
– nella bibbia Iesse è il padre di Davide, mentre qui Jesse è la madre
– davide aveva sei fratelli: Eliab (ELI), Abinadab, Shimea, Nethanel, Raddai e Ozem, tutto sembra coincidere
XXXXXX: Pure secondo me parla della sua famiglia! David ha sei fratelli, tutti maschi, a quanto ho capito => la madre ha sette figli…… almeno mi pare
Se poi ci sia qualche sottosenso biblico, non ne ho proprio idea
XXXXXXX: Se non erro "to be born in the caul" corrisponde all'italiano "nascere con la camicia", comunque ora mi documento meglio e ti dico…
Per quanto riguarda la parte biblica, i figli maschi di Iesse sono effettivamente sette (più due femmine). Il sette come hai sottolineato è segno di grandezza in quanto rappresenta la completezza di tutte le cose (6 giorni +1 per creare il mondo, 7 peccati capitali, 7 virtù, ecc) (e pure i 7 nani, volendo )
EDIT
Confermo, i due detti corrispondono: si riferiscono a quando un bambino nasce con il sacco amniotico intatto; viene considerato dai superstiziosi come un segno di buona fortuna.
RIEDIT
Per quanto riguarda la traduzione, mi dici il minuto preciso?
XXXXXXX: Visto il senso di tutta la scena, mi pare che lei stia semplicemente dicendo che sa che, di tutti e sette i suoi figli, David è nato con un destino da cui lei vorrebbe proteggerlo (perché le persone con un destino sono sfigate, come spiega poi )…
Faccio una figura bruttissimissima se dico che, fossi stata al posto di Chris, avrei tradotto nell'ignoranza più assoluta di tutto il discorso sul numero 7 e i biblici fratelli di Davide?
XXXXXXX: i riferimenti biblici ci sono sicuramente, per questo è bello: la gente biblicamente ignorante come me apprezza il telefilm su un livello, voi che avete più cultura (o la ricercate) fate più collegamenti
ad ogni modo il senso è quello: ho sette figli e ho sempre saputo che questo finisce male
XXXXX: Secondo me il senso è esattamente quello "Questo figlio è diverso, l'ho sempre saputo da quand'era ancora nella placenta, ho avuto 7 figli quindi so capire quando uno è diverso dagli altri" Il riferimento biblico è evidente, ma non serve tradurre in maniera particolare perché resti anche in italiano a mio parere.
XXX: solo una precisazione: il figlio non sta mai "nella" placenta.
Al limite nel sacco amniotico. Alla placenta ci e' solo attaccato tramite cordone ombelicale.
Chris Bernard
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