Eccoci giunti al sesto appuntamento con questa breve rubrica dedicata ai film candidati al premio Oscar 2015. Oggi parliamo del coloratissimo The Grand Budapest Hotel, il film ispirato alle opere dello scrittore Stefan Zweig.
LA TRAMA: Un famoso romanzo, un celebre scrittore e un racconto: nell’immaginaria Repubblica di Zubrowka sorge, tra le montagne innevate, il Grand Budapest Hotel. Al centro della scena le avventure dell’affascinante concierge Gustave H., un uomo di mezza età, raffinato e amante delle poesie, che intrattiene relazioni con attempate e benestanti ospiti. A fargli da spalla c’è il suo amico e complice Zero Moustafa, giovanissimo lobby boy immigrato. Sullo sfondo si muovono numerosi personaggi, un omicidio, il furto di un celebre dipinto, fughe, inseguimenti, sparatorie, una storia d’amore e l’avvento dei totalitarismi in Europa.
LA PRODUZIONE: Scritto e diretto dal regista texano Wes Anderson, di produzione americano/tedesca, The Grand Budapest Hotel ha ricevuto ben 9 nomination per gli Oscar 2015:
• Miglior film
• Miglior regista (Wes Anderson)
• Migliore sceneggiatura originale (Wes Anderson)
• Migliore fotografia (Robert Yeoman)
• Migliore colonna sonora (Alexandre Desplat)
• Migliore scenografia (Adam Stockhausen e Anna Pinnock)
• Migliori costumi (Milena Canonero)
• Miglior montaggio (Barney Pilling)
• Miglior trucco (Frances Hannon e Mark Coulier)
Il film, distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi da Fox Searchlight Pictures, è stato girato in Germania nella cittadina sassone di Görlitz. Il cast è numeroso e eccezionale: Ralph Fiennes (M. Gustave), Tony Revolori (Zero Mustafa, giovane), F. Murray Abraham (Zero Mustafa, anziano), Jude Law (scrittore, giovane), Tom Wilkinson (scrittore, anziano), Saoirse Ronan, Tilda Swinton, Bill Murray, Edward Norton, Mathieu Amalric, Adrien Brody, Willem Dafoe, Jeff Goldblum, Harvey Keitel, Jason Schwartzman, Léa Seydoux, Owen Wilson, Bob Balaban, Florian Lukas.
LA CRITICA: Strutturato su quattro diversi piani temporali, incastrati l’uno nell’altro come delle bambole matrioska, e suddiviso in capitoli, attraverso un raffinato sistema a cornice che sembra dialogare con lo spettatore, questo ottavo lavoro di Wes Anderson è una commedia noir piena d’avventura, che volge lo sguardo alla storia mitteleuropea del secolo scorso. Un film dallo stile volutamente infantile, ambientato in un mondo fiabesco dai colori sgargianti e popolato da personaggi bizzarri che racchiudono in sé vizi e virtù tipici dell’animo umano. Un racconto frenetico di rara eleganza e ricco di colpi di scena, con una costante staffetta tra dramma e ironia dai toni surrealistici. Un’opera dal gusto meravigliosamente artificiale, capace di coniugare il piacere della fantasia all’ambizione del racconto morale attraverso la violenza del Novecento europeo. Un capitolo a sé merita la passerella interminabile d’interpreti celebri, alcuni dei quali fedeli da sempre ad Anderson (Bill Murray). Ciascuno ligio allo spazio che gli viene concesso, mai superfluo anche se breve. Se non si apprezza lo stile del grande romanzo su celluloide, inserito in un estremo contesto visivo intenzionalmente finto, difficilmente si riuscirà ad amare questo lavoro; ma se ci si lascia catturare dal romanticismo e si considera il piacere per gli occhi parte integrante della narrazione, The Grand Budapest Hotel appare innegabilmente un gioiellino.
Mettetevi comodi, dimenticate le storie realistiche e lasciatevi incantare da questi cento minuti di onirica assurdità.
Eccovi il trailer e buona visione!
Tita0188
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