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Comic-Con 2015 presenta: The Man in the High Castle

Nello stesso giorno in cui si è svolto il panel di Minority Report, al Comic-Con di San Diego si è parlato anche di un’altra serie tratta da un’opera di Philip K.Dick, The Man in the High Castle. La serie, che verrà trasmessa dalla piattaforma streaming di Amazon è una trasposizione dell’omonimo romanzo ucronico, uscito in Italia col titolo La Svastica nel Sole. Il primo episodio della serie è stato rilasciato da Amazon diversi mesi fa, a gennaio di quest’anno, nell’ambito del processo di scelta dei pilot da portare avanti, per cui molti di voi conosceranno già la premessa alla base della serie.

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LA STORIA
The Man in the High Castle si può considerare una ucronia in quanto rappresenta una realtà storica alternativa, per la quale nella Seconda Guerra Mondiale le forze dell’Asse avevano trionfato sugli Alleati con il risultato di trasformare gli Stati Uniti in un enorme paese occupato, diviso a metà tra le forze naziste di stanza a est, e i giapponesi stabilitisi sulla costa occidentale. In mezzo invece troviamo una zona neutrale, i cosiddetti Stati delle Montagne Rocciose. La serie è ambientata nel 1962 e ha come protagonisti Juliana Crain (Alexa Davalos), una giovane di San Francisco e Joe Blake (Luke Kleintank), una recluta della resistenza newyorkese. Il fulcro della vicenda è un filmato (nel romanzo si trattava di un’opera letteraria) intitolato “La cavalletta non si alzerà più”, creato da un uomo che si fa chiamare “L’uomo nell’alto castello” (da qui il titolo della serie che è anche il titolo del romanzo di Dick), che mostra le immagini della vittoria alleata sul Terzo Reich; una sorta di ucronia all’interno di un’altra ucronia, quella principale. La ricerca di questo filmato e dell’uomo nell’alto castello, temutissimi dai nazisti per il loro potere propagandistico, costituiscono il filone narrativo principale della serie. Altri personaggi rilevanti sono Frank Frink (Rupert Evans), fidanzato di Juliana di origini ebraiche, John Smith (Rufus Sewell) spietato agente delle SS e Nobosuki Tagomi (Cary Hiroyuki Tagawa), ministro del commercio giapponese, legato alla parte della vicenda che si occupa della lotta di potere scatenata dall’imminente morte del Fuhrer, Adolf Hitler.

IL PANEL
Nel corso del panel, Frank Spotnitz l’ideatore della serie, ha rivelato ben poco di ciò che vedremo a partire dal prossimo autunno ma ha regalato diverse chicche interessanti. Ha evidenziato il debito nei confronti di Ridley Scott che, tramite la sua casa di produzione, la Scott Free, stava cercando di convincere SyFy a imbarcarsi nell’adattamento del romanzo del 1962, inizialmente sulla base di una miniserie di 4 episodi. Scott ha collaborato alla realizzazione della serie a diversi livelli, vista la sua esperienza con i lavori di Philip Dick. Scott ha influenzato il gusto estetico della serie, ispirato a Il Conformista, film di Bernardo Bertolucci del 1970, e ai quadri di Edward Hopper, come anche a certi particolari della Los Angeles futuristica di Blade Runner. Una delle scene più iconiche dell’episodio pilota – ossia l’inquietante vista di Times Square tappezzata da iconografia nazista – in realtà è stata girata in un parcheggio di Seattle e verrà rivisitata e perfezionata in vista delle première. Almeno all’inizio, la serie si concentrerà sugli Stati Uniti e verremo a conoscenza a piccole dosi di ciò che è stato del resto del mondo nei quindici anni passati dalla fine della guerra. Sono curioso di sapere se il ruolo dell’Italia sarà quello che Dick le aveva riservato nel suo libro e se, in generale, i particolari storici dell’ucronia verranno rispettati. Rupert Evans dice che l’identità e il vero ruolo del cosiddetto Uomo nell’alto castello sono tuttora un mistero per il cast e che le teorie su chi esso sia cambiano ogni settimana. Isa Dick Hackett, la figlia di Philip, il genio dietro il romanzo alla base della serie, si dice convinta del fatto che il padre avrebbe apprezzato l’adattamento del proprio romanzo realizzato da Spotnitz.

Con ogni probabilità sarebbe stato certamente più facile accontentare Dick rispetto ai fan dell’autore, molto spesso scettici nei confronti degli adattamenti cinematografici e televisivi. Rispetto a Minority Report, di cui ho parlato diffusamente in occasione di un altro articolo sul Comic-Con, in questo caso le premesse sono decisamente migliori. Il primo episodio non mi ha convinto fino in fondo ma rispetta l’atmosfera del romanzo, che rimane la cosa più importante, e lascia ottime speranze per quanto riguarda il prosieguo della serie. Dubito fortemente che le tematiche legate alla religione e ai piccoli momenti di vita quotidiana negli Stati Uniti occupati (centrali nel romanzo) verranno ripresi nella serie che dà l’idea di concentrarsi decisamente sul filone resistenza/filmato ucronico.

IL TRAILER

In occasione del panel sono stati trasmessi i primi due episodi della serie della quale non è ancora stata fissata una data di lancio ufficiale. Con certezza sappiamo solamente che la serie comincerà a partire dal prossimo autunno. Se foste interessati, per un periodo di tempo limitato, il sito di Entertainment Weekly ha messo a disposizione lo streaming dei primi due episodi mostrati al Comic-Con. Cosa ne pensate? Fate parte della schiera degli scettici o attendete con ansia l’arrivo di questa serie? Fatecelo sapere nei commenti.

Fonte: Entertainment Weekly

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talpa10

29 anni, blogger su itasa dall'estate 2014 con una predilezione per i series finale. Sono sempre stato un fedele suddito di HBO ma negli ultimi anni ho trovato rifugio sicuro tra le braccia di FX. Nick Miller e Ron Swanson i miei spiriti guida
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