La prima giornata del Comic-Con 2017 ha ospitato la reunion di una delle serie Sci-fi più acclamate di sempre: Battlestar Galactica. A otto anni di distanza dalla conclusione dello show, andiamo a vedere come ritroviamo alcuni protagonisti della serie cult dei primi anni 2000.
Al panel hanno partecipato gli attori Tricia Helfer (Numero Sei), Mary McDonnell (Laura Roslin), Grace Park (Boomer), Michael Trucco (Samuel Anders), Tahmoh Penikett (Helo) e Aaron Douglas (Galen Tyrol). Oltre a loro sono saliti sul palco i produttori esecutivi Ronald Moore e David Eick.
L’evento si è aperto con la proiezione di un video contenente immagini di show televisivi che nel tempo hanno citato la serie SyFy: da I Simpson a Portlandia passando per The Office, il filmato ha fatto capire quanto la cultura pop dei tempi in cui viviamo sia intrisa di riferimenti a Battlestar Galactica.
Uno dei grandi assenti di giovedì pomeriggio a San Diego è stato senza dubbio Edward James Olmos (Capitano Adama), impegnato in Spagna e quindi impossibilitato a partecipare. L’attore è comunque riuscito a intervenire in video-conferenza in due occasioni: la prima volta a inizio conferenza, per ringraziare il pubblico per l’affetto sempre dimostrato e per un caloroso saluto agli ex colleghi; alla fine, poi, l’attore è ricomparso per intonare un “So Say We All” in onore di Richard Hatch, l’interprete originale di Capitan Apollo nel Battlestar Galactica degli anni ’80, morto nello scorso febbraio.
Per quanto riguarda gli highligts di quanto dichiarato dai protagonisti presenti sul palco del Comic-Con, i produttori esecutivi si sono concentrati sulle difficoltà di far accettare ai fan la bontà di un reboot della serie originale. Moore ha raccontato di lettere poco piacevoli inviate, sia a lui che a Katee Sackhoff, da fan del franchise originale arrabbiati e dei fischi ricevuti a seguito delle prime proiezioni del reboot. È stato anche grazie all’intervento del già citato Hatch, il quale ha chiesto che venisse data una chance a Moore e alla sua opera, che lo show è poi riuscito a superare quest’astio iniziale e, successivamente, ad affermarsi a livello globale.
Aaron Douglas ha, invece, svelato come sia giunto alla rivelazione del suo essere Cylon: durante una festa svoltasi nel periodo delle riprese della prima metà della terza stagione l’attore è incappato accidentalmente negli script che svelavano la drammatica verità. Per saperne di più è anche dovuto fuggire in bagno con la sceneggiatura nascosta sotto la camicia per non farsi beccare. In ogni caso il Chief Tyrol ha inoltre spiegato di come abbia dovuto convivere con questo segreto per tre mesi, senza poterlo svelare a nessuno.
Al contrario, chi sapeva di essere un Cylon fin da subito era Tricia Helfer. Al riguardo, la bella attrice canadese ha raccontato che tutti i colleghi avevano ricevuto pagine e pagine di backstory sui loro personaggi, prima dell’inizio delle riprese, mentre lei aveva ricevuto solo un biglietto con quattro parole:
The machine is woman.
Era quindi abbastanza chiaro che la donna che doveva interpretare fosse una macchina, che sotto Numero Sei si celasse un cylon. Ciononostante, a detta dell’attrice stessa, il lavoro svolto per recitare nei panni di un “robot” non è stato affatto facile, dal momento che l’ex modella ha dovuto districarsi con diverse personalità e versioni di Numero Sei.
Anche Grace Park ha parlato delle difficoltà incontrate nell’interpretare più personaggi contemporaneamente. Per essere più precisi, Park ha specificato che finché si è trattato di recitare due ruoli (Boomer e Athena) non ci sono state particolari difficoltà; le cose hanno iniziato a farsi più ingarbugliate, più “confusionarie” (per usare un suo termine), quando alla lista dei personaggi da interpretare si è aggiunto anche il Generale.
Mary McDonnell si è concentrata sul raccontare le difficoltà degli uomini e delle donne di potere, di come alcune decisioni che si devono prendere in alcuni momenti possano portare a un sentimento di isolamento rispetto agli altri esseri umani.
Tahmoh Penikett e Michael Trucco, infine, hanno parlato delle loro contrapposte sensazioni in seguito alla partecipazione allo show: il primo, la cui sorte era a dir poco in forse dopo quanto avvenuto nella mini-serie iniziale di quattro ore, si è dichiarato semplicemente al settimo cielo per aver avuto l’occasione di tornare nel mondo di Battlestar Galactica. Per Trucco, invece, l’impatto con il franchise non è stato così gioioso, date le molte critiche ricevute dai fan sui forum a causa di un’interpretazione a loro detta non all’altezza. Ciò che ha sconvolto di più l’attore è stato il fatto che a venire criticato non fosse il personaggio interpretato, ma proprio lui, citato con tanto di nome e cognome. A permettergli di superare queste difficoltà è stata una sorta di terapia d’urto prescritta e attuata da Ron Moore: l’assegnazione di un maggiore screentime a Samuel Anders, alla faccia degli hater!
Come sempre, il panel si è concluso con qualche domanda del pubblico in sala. Tra le più interessanti si possono segnalare quelle rivolte a Michael Trucco, Tricia Helfer e Aaron Douglas e quella relativa al miglior scontro nella serie. Per quanto riguarda quest’ultima, il cast concorde ha stabilito che la miglior scena di combattimento è stata quella che ha visto contrapposte Numero Sei e Starbucks (Katee Sackhoff). A Trucco sono stati chiesti lumi in merito al gioco inventato per la serie: Pyramid. L’attore ha rivelato che nessuno sapeva le regole esatte del gioco e che quindi il tutto veniva inventato al momento, man mano che si procedeva con le riprese. In ogni caso, se si dovesse scegliere un compagno di squadra per questo gioco, Trucco consiglierebbe di puntare su James Callis (Gaius Baltar), altro attore indimenticato purtroppo assente al Comic-Con di quest anno. Uno dei rimpianti dell’interprete di Numero Sei, passando alla domanda che l’ha vista interpellata, è stata quella di non essere mai riuscita ad avere nello show una battuta contenete la celeberrima esclamazione “Frak!”. L’attrice ha recuperato il tempo perduto urlando un FRAK! a pieni polmoni, rivolta al pubblico in sala. Per Douglas, invece, il maggior rimpianto è un altro, con una punta di invidia nei confronti di Callis e del suo Gaius Baltar:
Mi sarebbe piaciuto passare più tempo sulla nave del sesso Cylon
Per chi volesse godersi il panel completo, ecco il video con i 37 minuti più nostalgici del Comic-Con 2017:
FONTI: SyFy, HollywoodReporter
Jacopo Zambon
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