Ascolti

Glee: facciamo il punto della situazione Ascolti.

Arrivati alla fine della mid-season di questa spumeggiante serie, è ora di tirare le somme e vedere un po’ come se l’è cavata Glee in termini di ascolti.

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Innanzitutto cominciamo con l’elencare gli avversari contro cui si doveva scontrare ogni mercoledì sera, ovvero Criminal Minds (CBS), Modern Family e Cougar Town (ABC), Law & Order: SVU (NBC); per quanto riguarda la CW, prima ha mandato in onda The Beautiful Life, cancellato dopo una manciata di episodi, poi ha fatto una serie di repliche di Melrose Place e Vampire Diaries, più qualche reality qua e là. Quindi possiamo dire che gli avversari in definitiva sono quattro: due sit-com (che puntano più o meno al pubblico di Glee) e due serie crime.
Criminal Minds è quello che in numero di telespettatori ha sempre realizzato il punteggio più alto nella fascia oraria 21.00-22.00, mentre Glee si attesta solitamente al terzo posto. Se invece andiamo a vedere i numeri della fascia commerciale 18-49 vediamo che Glee si trova ancora al terzo posto, ma le distanze si sono notevolmente accorciate dai primi due (Criminal Minds e Modern Family).
Ma il vero salto Glee lo fa nella fascia 18-34 e soprattutto in quella femminile: qui registra sempre il valore più alto della serata. Mica male per uno show che aveva fatto temere durante le prime puntate: partito con più di 9.5 milioni di telespettatori durante la premier di maggio, la director’s cut del pilot andata in onda a settembre è stata vista da poco più di 4 milioni di persone (ma era una replica in fondo). In seguito i telespettatori si attestano sui 6.5 milioni nelle prime puntate per poi salire ai 7.5 milioni a partire dalla puntata 5 (The Rhodes Not Taken, quella con Kristin Chenoweth).
Un calo notevole lo si ha nella puntata 11 (Hairography) con la perdita di quasi 1.5 milioni di telespettatori, ma era la settimana del Ringraziamento e tutti gli show che hanno deciso di mandare in onda una puntata inedita hanno registrato un notevole calo.
Le ultime due puntate si riprendono alla grande registrando ascolti superiori agli 8 milioni e se per la puntata 12 c’è la scusa che molte serie erano ancora in replica, la mid-season finale si trova a combattere contro gli avversari di sempre registrando nella fascia commerciale il valore più alto dall’inizio della stagione.
In conclusione, partita benissimo con il pilot, Glee è poi scesa, riguadagnando terreno puntata dopo puntata e dimostrando quanto non servano misteri insormontabili o personaggi misantropi per far funzionare una serie: bastano ottimi attori e una dose di freschezza, creando così una serie divertente ed innovativa che ha contribuito, e di molto, all’incremento di ascolti della FOX (unica rete a registrare un buon miglioramento rispetto all’anno passato).

Ryan Murphy ha avuto coraggio a trasportare sul piccolo schermo un genere teatrale che poteva comportare molti rischi: perché se è vero che per gli americani il Musical è un vanto (se dici Musical pensi subito a Broadway) e alcuni registi prima di lui si sono cimentati in questo genere inserendo numeri musicali nelle loro serie molto apprezzati da pubblico e critica (Buffy, Pushing Daisies, Chicago Hope), dall’altro fare una serie tv prettamente fondata su numeri cantati e ballati avrebbe potuto escludere una bella fetta di telespettatori che il Musical non lo apprezzano. Ma giocando soprattutto su canzoni moderne pop e rock, con qualche attenzione ai grandi classici di Broadway, si è riusciti nell’impresa di far divenire la serie un vero e proprio cult. E non abbiamo dubbi che quando si riprenderà il 13 aprile col traino di American Idol, Glee potrà dare ancora di più.

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