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Intervista con lo Zombie

Quante ore di trucco occorrono per diventare un walker?
Cosa mangiano realmente gli zombie durante una scena?
Come si comportano gli attori nei confronti del folto gruppo di Erranti?

Queste sono solo tre delle domande che sono state poste ad alcuni attori che si sono prestati ad impersonare gli zombie più famosi della tv.

Ma prima di rispondervi, vi porto tutti alla Zombie School:

Zombie non si nasce, lo si diventa. Questa verità l’abbiamo appresa perfettamente seguendo lo show, ma la realtà non è tanto diversa. Esiste un preciso addestramento zombie e una vera e propria scuola, tenuta da Greg Nicotero in persona, che osserva, dirige, dà consigli agli aspiranti morti viventi e li trasforma in perfette macchine pronte ad uccidere. Sembrerà assurdo ma i coordinatori non forniscono nessuna regola agli zombie, se non essere il miglior walker possibile, in modo naturale. Certo, imitare il mostro di Frankenstein non aiuta.

Finito l’addestramento è il momento di trasformarsi fisicamente in Erranti, e chi meglio di Greg Nicotero poteva spiegarci i retroscena della trasformazione? Eccovi degli stralci di un’intervista effettuata al truccatore:

Sono anni che crei zombie per Romero (produttore tra gli altri de La notte dei Morti Viventi, La Città Verrà Distrutta all’Alba). Cosa ti ha spinto a creare The Walking Dead?
Sono amico di Frank Darabont (regista del pilot di TWD e autore della serie ndr.) già da prima che dirigesse The Shawshank Redemption (Le Ali della Libertà, in italiano) e condividiamo l’interesse e una nostalgica devozione nei confronti di George Romero e Night of the Living Dead (La Notte dei Morti Viventi). Iniziammo a parlare di questo progetto probabilmente tre o quattro anni prima di iniziare a realizzarlo, quando Frank disse di voler provare a fare qualcosa di diverso con gli zombie e si chiedeva come avremmo potuto dar loro un aspetto fresco e originale. Da quel momento in poi, è stato tipo: “Ehi, amico! Creeremo degli Zombie!”

Che differenza c’è tra questi zombie e quelli creati per Romero?
Ovviamente, abbiamo preso la graphic novel come ispirazione. Abbiamo sempre cercato di spingerci oltre il limite, e visto che ho sempre avuto molti altri progetti, è sempre stata una di quelle volte in cui finisci un film e dici: “Ehi, la prossima volta so come potremmo migliorarlo. E poi so come potremmo migliorarlo ancora di più!”.
Abbiamo preso tutto quello che abbiamo imparato da tutti questi altri progetti e le abbiamo messe in pratica, nel senso che abbiamo cominciato a usare nuovi materiali e nuove tecniche (…).

Quale è stata la vostra soluzione?
Allora, negli anni ’70, mettevano dei petardi sulla testa delle comparse e li facevano esplodere. Poi siamo arrivati ad un punto in cui un petardo esplosivo lo potevi usare solo su uno stunt-man. Ma per The Walking Dead, noi cerchiamo una fisicità molto specifica: ogni zombie è molto alto, molto magro e con un aspetto molto scarno. Uno dei punti salienti della storia è che questi personaggi sono morti da così tanto tempo che sono affamati e potrebbero mangiare praticamente qualsiasi cosa. Mangerebbero un cavallo, un ratto. Così abbiamo costruito un dispositivo che funziona ad aria compressa. Si riempie un tubo con del sangue e si usa una pompa a pedale per avere un bello spruzzo di sangue. Lo si attacca su chi ti serve e così si ottiene l’effetto della ferita improvvisa alla testa.

Una delle scene più famigerate nel fumetto è quella in cui gli zombie mangiano un cavallo. Come siete riusciti a girare questa scena?
È stato quasi come se fossero dei piranha, una scorpacciata in piena regola. Avevamo trenta comparse buttate sopra il cavallo artificiale che avevamo creato, e hanno iniziato a lacerarne le interiora e loro sembravano fuori di testa. Avevano le mani e le teste infilate dentro il cavallo (…).

Frank (Darabont ndr.) ha descritto quanto caldo faccia ad Atlanta. In che modo il caldo influenza il trucco di scena?
I trucchi che usiamo sono praticamente indistruttibili. Ma quando le persone iniziano a sudare o a strofinarsi il collo, bisogna andare lì a ritoccare il trucco. È complicato. Non ricordo di aver mai lavorato in queste circostanze, in particolare con riprese fatte durante il giorno. La maggior parte delle serie con gli zombie sono girate di notte. Quindi girare una serie tv in cui gli zombie corrono in pieno giorno in Peachtree Avenue in centro ad Atlanta è impegnativo. Tutto deve resistere ad un test molto duro.

 

È arrivato il momento di parlare con loro, i veri protagonisti dell’articolo: gli zombie.

Parliamo con Rodney Hall, che ha impersonato vari zombie nelle prime due stagioni, Joe Giles e Dan Riker presenti nel gruppo della terza stagione e, per concludere, vi riporto un’intervista a Vincent Martella, Patrick o il Paziente Zero, già conosciuto da chi ha visto i primi due episodi della quarta stagione.

Hai mai letto i fumetti? (Se così fosse, cosa ne pensi delle leggere differenze nella trama?)

Rodney Hall

Rodney Hall: Non ho ancora letto i fumetti, ma ho intenzione di cominciare, comunque.

Quando le comparse che interpretano gli zombie hanno del tempo libero tra le scene, giocano a videogame su zombie, guardano film su zombie e altro? Che cosa fanno, di solito, gli zombie quando non sono davanti alle telecamere, oltre ad evitare il caldo degli stati del sud?

Rodney Hall: Solitamente mangiamo, qualcuno gioca a carte, ma principalmente ci rilassiamo e guardiamo gli attori principali girare le loro scene. Io, personalmente, adoro guardare tutto quello che succede dietro le quinte. Molto interessante.

Quanto dura la fase di trucco? Le comparse possono scegliere che tipo di trucchi preferiscono? O devono solo starsene seduti sulla sedia e, una volta finito, andare al guardaroba?

Rodney Hall: Beh, dipende. Per gli zombie eroi solitamente dura un’ora, forse un’ora e mezza, per gli altri non così tanto, forse dai 30 ai 45 minuti, dipende se sei sullo sfondo oppure no.

Dan Riker: Trucco e parrucco durano da una a tre ore, dipende dai dettagli. È incredibile come ci riescano. Il trucco è a base di alcol e non viene via quando si suda. Richiede molto tempo. Bisogna avere molta pazienza e starsene seduto buono buono.

C’è una divisione tra gli attori principali e le comparse? State tutti insieme o siete separati finché non è il momento dell'”Azione!”?

Rodney Hall: Spesso gli attori girano per il set e vengono a parlarti. Sono davvero fantastici.

Dan Riker

Dan Riker: Ogni attore della serie è magnifico. Sono persone davvero molto umili; alcuni dicono che gli attori si montano la testa. Non in questo show. Sono davvero con i piedi per terra. Ci trattano come farebbero con chiunque altro. Credo che siano molto orgogliosi di lavorare nella serie. Sul set ci si diverte molto. Gli attori cercano sempre di alleggerire l’atmosfera.

Se qualcuno si fosse mai domandato cosa mangia un attore-zombie mentre gira le scene, Riker gli fornisce la risposta:

Dan Riker: Quando ci vedete mangiare un cane, un cervo o perfino delle persone, in realtà è del maiale arrosto che hanno aromatizzato un pochino e in cui hanno messo della tintura rossa.

 

Ma c’è anche chi è zombie per vocazione e non solo per fiction, come Joe Giles, truccatore di scena di professione, nonché zombie.

Hai interpretato degli zombie prima di The Walking Dead, giusto?

Joe Giles

Joe Giles: Sì. È stato forse due anni fa (ai tempi dell’intervista, oggi sarebbero tre ndr.), KNB EFX creava gli zombie per This Is It di Michael Jackson. Ho avuto la possibilità di fare uno degli zombie della sequenza di Thriller.

Come funziona la camminata degli zombie? Avete delle istruzioni specifiche da seguire?

Joe Giles: Quando abbiamo fatto la prova, praticamente ci dicevano, “fai quello che devi”, e così ho fatto la mia camminata lenta da zombie. Lo faccio senza pensarci troppo – loro dicono “azione”, tu dici “aghh” e vedi se funziona. (…)

 

Da ultimo, vi riporto un’intervista con Vincent Martella, Patrick nei primi episodi della quarta stagione.

Come hai avuto la parte?

Mi hanno mandato del materiale quando dovevo fare il provino. Erano aspetti di base legati al personaggio, ma di fatto era un copione falso, perché ci tengono a tenere tutto molto segreto. Per fortuna gli è piaciuta la mia interpretazione del personaggio e quali aspetti stavo sottolineando. Mi hanno dato l’intera sceneggiatura e ho avuto la possibilità di parlare un po’ con il regista, Greg Nicotero, e con lo showrunner e autore dell’episodio, Scott Gimple, del mio personaggio, di quale fosse il suo obiettivo e di cosa fosse necessario che io facessi.

Eri fan di The Walking Dead prima di avere la parte? 

Sì, ero un grande fan. Lo guardo sin dal primo episodio. Avere l’opportunità di comparire in una serie così era incredibile – figurati lavorarci!

Li leggi i fumetti?

No. Ho letto parte del primo volume quando ho avuto la parte, ma poi ho deciso che sarebbe stato meglio non sapere. Non volevo proprio sapere cosa sarebbe successo! So che hanno cambiato un bel po’ di cose.

Hai interagito con molti zombie sul set?

Sì. Il primo giorno avevo la prova costume e non c’era davvero nessuno – stavano girando nei boschi. Quando sono andato sul set per il mio primo giorno di riprese, 20 o 30 walker stavano circondando la recinzione della prigione. È incredibile vederli in TV, ma è un’esperienza davvero fantastica vederli di persona. È stato molto surreale.

La parte migliore di lavorare in questa serie è stato vedere quanto questa esperienza fosse reale. Il set vero e proprio che hanno realizzato negli studi in Georgia, la prigione, è così imponente. Vederlo la prima volta già ti toglie il fiato, per non parlare di quando si riempie di Erranti. Trovarsi in quell’ambiente fa sì che tutti abbiamo l’umore adatto alla serie. Credo che, da attore, sia veramente un’esperienza fantastica. Fa sì che tutti si calino nel personaggio molto in fretta.

Il tuo personaggio, Patrick, è progredito molto velocemente. Alla fine del primo episodio, tu sei un Errante. 

Sì. Non sapevo che sarei diventato un Errante fino a quando non ho avuto il copione, ma ne ero decisamente entusiasta. Ovviamente mi piacerebbe lavorare allo show per l’intera stagione, ma avere l’occasione di venire introdotti nella serie con un personaggio con una sua storia tutta sua, per poi poter recitare la parte dell’Errante alla fine, è qualcosa che non credo che si possa trovare altrove.

Puoi parlarci un pochino della scena della doccia?

L’intero reparto del trucco dello show è incredibile. Rimanere seduto su quella sedia ed essere trasformato [in un Errante] è stato forte. Greg Nicotero è un maestro del genere horror e ne sa moltissimo su come diventare uno zombie. Crea i migliori zombie del mondo, è stato magnifico avere lui a guidarmi attraverso questo processo. (…) Mi spruzzava sangue addosso, lo sistemava, usava sangue di consistenze varie… Di un processo così complicato non ne avevo mai avuto esperienza. È stato veramente magnifico essere lanciato in questo mondo horror.

So che di solito non vi danno i copioni successivi a quelli che vi occorrono per gli episodi in cui siete presenti, ma sai cosa ha causato la tua malattia?

Lo so. Era fondamentale che lo sapessi perché dovevo interpretarne i sintomi corretti, visto quello che stava succedendo, e dovevo sapere quello che mi sarebbe successo in seguito. Ho discusso con Greg e Scott i dettagli di quello che sarebbe successo al mio personaggio e come potrebbe influenzare tutti gli altri.

 

Fonti: blogs.amctv; thewalkigdeadnewsfeed; popeater; fearnet; abcnews

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