Charlie Jane Anders, blogger su io9, ha scritto un interessante raffronto tra Alactraz e Journeyman. Cosa hanno in comune queste due serie? Quali ne sono i punti di forza o di debolezza? Scopriamolo insieme.
Journeyman: è da quando è iniziato Alcatraz che questo nome risuona nella mente di molti fans. I due telefilm hanno molte cose in comune: viaggio nel tempo, un ritratto totalmente sbagliato di San Francisco, il caso della settimana… ed inoltre entrambi hanno avuto un inizio lento. Ma la differenza reale viene dalle sensazioni e dalle emozioni che ci sono su Journeyman piuttosto che su Alcatraz.
Attenzione. Il resto dell’articolo contiene spoilers su Journeyman ed Alcatraz.
Vale la pena di vedere l’unica stagione di Journeyman, se ancora non l’avete fatto. Come Alcatraz, andava in onda il lunedì sera, e parlava di un tale chiamato Dan Vasser (Kevin McKidd) che a volte viaggiava indietro nel tempo di due o tre decenni. Di solito lo faceva per aiutare qualcuno nel passato, per poi tornare al presente, ma nel corso della stagione si sono affrontate un bel po’ di insidie nascoste nel viaggiare nel tempo. La serie aveva anche una sorta di triangolo amoroso, su Dan Vasser che cerca di rimanere con sua moglie mentre lo scopre che la sua ex-fidanzata non è morta ma viva.. ed è anche un viaggiatore del tempo.
Ovviamente Journeyman ha avuto una maggiore diversità di storie rispetto ad Alcatraz, perchè ogni settimana Dan Vasser viaggiava in punti differenti del passato, ed aiutava persone con diversi problemi. Ma il punto centrale, qualcuno del presente alle prese con problemi ed affari irrisolti del passato, era generalmente lo stesso. E come Alcatraz, Journeyman era spesso al suo meglio quando si trovava “nel passato” rappresentando la “stranezza” del XX secolo agli occhi di chi vive nel XXI secolo, distante solo poche generazioni.
Qual’è la cosa che più di tutte c’è in Journeyman e non in Alcatraz? La volontà di colpire forte allo stomaco, a volte. Come ad esempio nella puntata finale, quando Dan Vasser incontra un compagno di viaggio che aveva irrimediabilmente rovinato la propria vita, ed avverte Dan che probabilmente lo farà anche lui. Quello è stato un episodio che ha dato una vera emozione, e relazioni [personali] reali, perchè ha speso tempo nell’approfondire [le relazioni] durante tutti i “casi della settimana”.
Ci si pone questa domanda anche perchè allo stato attuale non si è sicuri di quali siano le relazioni importanti in Alcatraz. Un paio di settimane fa si sarebbe potuto dire che il rapporto tra Rebecca Madsen ed il suo padre adottivo/prozio Ray fosse un elemento centrale della serie, ma in seguito Ray non si è visto per un paio di settimane. Le relazioni che per la maggior parte vediamo sullo schermo sono pressocchè superficiali: Emerson Hauser ringhia a Rebecca e Diego, Rebecca e Diego si sorridono di tanto in tanto. E Diego flirta con la ragazza carina dell’obitorio per qualche secondo. Su queste cose non ci si può contare.
Si potrebbe pensare dunque di essere un po’ ingiusti, perchè Journeyman era sicuramente molto più soap-opera di Alcatraz, che invece si adatta perfettamente ai procedurali CBS come CSI e NCIS e simili. Ma la verità è che non importa nulla dei personaggi di Alcatraz né interessa il lento centellinare dei misteri della serie: ci metterebbe troppo per rendere le persone curiose su un mistero di così ampio respiro e Alcatraz sta facendo il meno possibile per interessare le persone.
Così si esprime, in un articolo su AVClub, Ryan McGee, una lettura obbligata sui pericoli della televisione serializzata:
Poi ci sono serie che aderiscono al modello delle reti USA di mitologia televisiva moderna. Queste serie si presentano come se avessero un mistero più grande in gioco, ma in realtà sono procedurali travestiti. Serie come Burn Notice hanno reso popolare questo modello, che presto si è diffuso in altri show e su altre reti. Il modello: qualsiasi episodio avrà circa il 90% di storia auto conclusiva… ma per qualche ragione, queste serie sentono anche il bisogno di avere una storia più grande e continua che funga da colonna portante per l’intera stagione. Che si tratti di Michael Westen alla ricerca di coloro che lo hanno bruciato a Miami, o Nick Burkhard che scopra il suo passato di Grimm, o in Alcatraz l’indagine di Rebecca Madsen sulla ricomparsa dei criminali, questi show sono dotati di lunghi archi temporali che di solito danneggiano, non aiutano, la loro solida ed insignificante struttura “insapona/risciacqua/ripeti” sull’episodio. Piuttosto che lavorare insieme, [queste trame] spesso lavorano l’una contro l’altra, producendo un attrito scomodo per entrambe le parti della storia che cercano di avere lo stesso spazio.
Quindi si, Alcatraz non funziona come una serie sul mistero, anche perchè il formato del “mistero a lungo termine” è abbastanza logoro. E non è proprio detto che cliccando sulla formula “caso della settimana” lo show funzioni, almeno non per molti. Anche se, proprio come in Journeyman, la parte più interessante è vedere il passato di nuovo vivo, attraverso le lenti del presente.
Assodato questo, andiamo a vedere l’episodio della settimana scorsa, “Johnny McKee”. E’ stato scritto da Toni Graphia, un veterano di Terminator: The Sarah Connor Chronicles che è riuscito anche a produrre un episodio straordinariamente bello di The Cape. Purtroppo questa volta non è stato all’altezza di quello standard. Ecco la nostra Alcatraz-o-meter:
Il caso ha visto Johnny McKee, un ex-insegnate di chimica divenuto avvelenatore, che usa tutto, dal cianutro alla belladonna al gas della Prima Guerra Mondiale per uccidere le persone. In questo modo ha ucciso 70 persone nel 1958 ed ora è sull’onda di una nuova follia omicida, concentrandosi sugli uomini. Ama Jules Verne ed alcuni (ma non tutti) dei suoi crimini hanno vagamente un tema verniano: che stia forse cercando vendetta contro il mondo per l’esistenza di Journey 2: l’isola misteriosa?
E con quali affari emozionali incompiuti abbiamo a che fare? Odia i bulli, ed entro la fine dell’episodio si scoprirà il perché. La più bella ragazza nel suo liceo, Ginny, aveva un appuntamento con lui, e gli aveva detto che era più intelligente degli altri ragazzi. Ma, come si scoprirà alla fine, lei lo ha portato sul tetto della palestra, lo ha baciato ed ha iniziato a spogliarlo, quando si sono accese le luci e l’intera squadra di football si è avventata su di lui, rendendolo impotente. In seguito McKee si è vendicato, rovinando il viso di Ginny con l’acido. In questa puntata abbiamo avuto un barlume di intelligenza, poichè abbiamo passato l’intero episodio credendo che i bulli abbiano rovinato il volto di Ginny e lui abbia cercato vendetta per questo motivo. Questo è stato davvero intelligente, motivo per il quale l’episodio merita molto credito.
Sin da allora, McKee odia i bulli, come mostra quando un boss rinchiuso ad Alcatraz, Cullen, cerca di minacciarlo per fargli uccidere il bibliotecario della prigione per la vendita di coltelli che va in concorrenza con quella di proprietà dello stesso Cullen. McKee uccide Cullen durante la proiezione di Born Reckless, con Mamie Van Doren, in una svolta che probabilmente tutti hanno previsto. In ogni caso, la dottoressa Sangupta decide, una volta che McKee ha vissuto la sua memoria traumatica, che può aiutarlo.
Quali cose immorali fanno i “bravi ragazzi” per mantenere le cose di Alcatraz un segreto? Eliminano un video virale di uno degli omicidi di Johnny McKnee in un nightblub. In seguito, coprono un avvelenamento su di un treno della BART con una storia di copertura su di una fuga di gas. E presumibilmente la loro mancanza di condivisione di informazioni implica che nessun altro è sulla scena per salvare le decine di potenziali vittime di avvelenamente. E a tal proposito, la sequenza finale dell’epiosodio da un nuovo significato al termine “avvelenamento lento”. Quanto tempo hanno respirato il gas le persone intrappolate sul treno prima che Hauser e Madsen arrivassero sulla scena?
Il simpatico momento geek di Hurley della settimana: gioca a Starcraft e parla di come stia agendo sul mondo [del gioco]. In qualche modo migliora un video fatto da un cellulare e messo su You Tube in un filmato con ultra risoluzione ad alta definizione così che si veda la faccia di McKee, sebbene sia presente il software integrato della dottoressa Sangupta. Filgra con la ragazza dell’obitorio ed è spaventato dal suo cadavere smembrato dicendo “Non dire enchilada”. Sa di Jules Verne e di chimica e di altre cose.
Il momento della settimana del duro ma buono Emerson Hauser: il dottor Bauregard vuole che Hauser legga alla dottoressa Sangupta, e lui si rifiusa, dicendo di chiamarlo se ci siano altre opzioni “tangibili”. In seguito, in una svolta che non ha sorpreso nessuno, cambia idea e decide di leggerle un libro, non un opera commerciale di Harold Robbins ma le Metamorfosi di Ovidio. Oh, ed inoltre dice a Jack Sylvane che non è cambiato nulla: è ancora in prigione come 50 anni fa. E Hauser sembra parlare veramente male il cantonese, facendo si che un tizio gli dica che il suo Qi è incasinato.
Cosa impariamo dei problemi del nonno di Rebecca? Chiede a Jack Sylvane del proprio nonno, ma non apprende molto. Tuttavia viene a conoscenza dei prelievi di sangue e del dottor Beauregard. E del buco sotto la buca. E’ quasi al passo.
Aggiunte settimanali al mistero: si sentono ancora una volta un sacco di cose risapute, ma nel frattempo Jack Sylvane dice che non ha mai sognato da quando è tornato, fatto che potrebbe significare qualcosa. Oh, e perchè il dottor Bearuegard pensa che che la traumatica terapia del ricordo possa svegliare qualcuno dal coma? E come mai i detenuti conoscono bene i cellulari ma non internet? Ancora, come mai Broadway va fino alla fine nel distretto di Richmond in questo universo e perchè un pezzo di terreno nel distretto di Richmond è ancora disponibile? Oh, e quando Li Po ha avuto un pavimento da ballo così carino?
Quanto sono sadiche le scene in flashback, su di una scala da Club Fed a Gitmo (*)? Lo staff di Alcatraz è stato addirittura gentile questa volta, il direttore ha apparentemente deciso che la cura “a parole” della dottoressa Sangupta è il modo di procedere, e l’unica penalità per la mancata cooperazione è sentire il direttore dire un sacco di “ding”. Nel frattempo, viene detto che Cullen è uno spietato boss del crimine all’interno della prigione, ma non lo vediamo mai realmente in azione. Oh, e non vi è permesso di guardare il corpo lascivo di Mamie Van Doren senza prima aver sentito la lezioncina del direttore per voi tra la defecazione ed il diventare ciechi.
Momenti casuali di inquetudine della settimana: forse fanno solo finta che Ovidio sia in realtà Harold Robbins? Questo è in un certo qual modo inquietante. Ancora: Johnny McKee che guarda la gente morire da bordo pista e poi che guarda i corpi in piscina è inquietante.
Cosa pensate di questi paragoni? L’autore è stato veramente troppo cattivo nei confronti di Alcatraz oppure le critiche sono più che meritate?
Fonte io9
(*) Club Fed è un termine che indica il grado di tolleranza o di comodità presenti in una prigione e deriva dalla storpiatura di Club Med. Club Fed viene qui usato come valore più basso mentre Gitmo… bhe lasciate che la definizione parli da sola “Guantanamo Bay Naval Base also called Gitmo or GTMO”