Il paese delle libertà, gli USA, è anche il paese in cui la tv libera è commerciale, gratuita per chiunque disponga di un televisore. La situazione attuale è frutto di una liberalizzazione fatta già 30 anni fa, che ha portato la competizione nel sistema televisivo americano a livelli a noi sconosciuti. In questo (lungo) articolo, proverò a descriverne la fisionomia (stay tuned per il prossimo pezzo dedicato alla tv via cavo).
Ora che il passaggio al digitale è stato completato (lo switch-off è avvenuto il 12 giugno, “solo” 6 mesi di ritardo rispetto alla data prevista, e senza tabellino regionale come da noi), lo spettro delle possibilità per l’utente televisivo “gratuito” americano si è pure allargato. Oggi il numero di emittenti televisive sfiora il centinaio, senza contare le diverse affiliazioni, che fanno della tv un business molto diverso dall’elitarismo cui siamo abituati. Certo, anche negli USA le emittenti di grido, dalle loro sedi scintillanti a Manhattan, sono giganti inarrivabili per il sottobosco di nuove tv “digitali”. Nate grazie all’allargamento di frequenze del digitale terrestre, queste baby-tv non sono ancora competitive né sul piano dei contenuti, né su quello della raccolta pubblicitaria o della copertura.
Proprio la copertura è negli USA un problema grosso: per raggiungere un territorio così vasto, infatti, è indispensabile appoggiarsi alle tv locali, che non sono semplici “ripetitori” ma spesso producono contenuti indipendenti, soprattutto di carattere informativo, e acquistano il resto del palinsesto scegliendo fra i programmi syndacate, cioè quelli vendibili a più offerenti diversi (come a.e. il basket e il football universitario, una specie di serie Dilettanti dei rispettivi sport). In effetti, la trasmissione “a copertura totale” è riservata solo alle fasce orarie più importanti, in cui vengono chiaramente trasmessi i prodotti televisivi migliori. Per il resto, è un po’ come guardare TeleNorba.
Ciascun network dispone perciò di un numero di affiliati (i più grandi arrivano a più di 200) che concedono al network stesso le proprie strutture di trasmissione e riproducono i contenuti del suddetto network quando richiesto, occupando poi le fasce rimanenti coi propri programmi. L’affiliazione è molto stretta e univoca (non posso affiliarmi a Fox e CBS insieme), almeno per gli affiliati “a tempo pieno”.
Il bacino della tv broadcast è ampissimo: per questa stagione televisiva, sono state calcolate quasi 115 milioni di famiglie americane (il 99% delle famiglie USA possiede la tv). Solo 5 televisioni possono vantare una copertura superiore al 90% e sono:
– NBC: la prima e la più anziana delle tv, resta ancora la più grande sia per affiliati che per struttura societaria. E’ controllata all’80% da General Electric (la più grande azienda del mondo secondo Forbes), e ha sede al Rockefeller Center di New York (Curiosità: NBC ottenne il nickname di Must-See TV dopo la splendida decade degli anni ’90, in cui il giovedì sera era blindato ai concorrenti da programmi come Seinfeld, ER, Will&Grace, Friends, Mad About You)
– CBS: è la seconda tv nazionale, nata due anni dopo la NBC, ed è famosa per la qualità dei suoi contenuti, oltre che ad essere stata la prima tv a colori al mondo. E’ controllata da National Amusements, holding che raccoglie sotto di sé il gigante Viacom, il quale a sua volta controlla la casa cinematografica Paramount, MTV e la Dreamworks di Steven Spielberg. (curiosità: nel 1965 la CBS acquistò la Fender, la marca produttrice della chitarra di Jimi Hendrix).
– ABC: nacque da una costola della NBC, che poi fu costretta dalla FCC, l’organo di vigilanza statunitense, a venderne la proprietà. E’ stata acquistata dalla Walt Disney nel 1996, che ne è ora la proprietaria. (Curiosità: il primo proprietario della ABC imprestò i soldi alla Walt Disney per realizzare il primo Disneyland; nessun’altro era disposto a farlo perché a tutti sembrava una cretinata. Bel modo di restituire un favore).
– FOX: la televisione di News Corporation, il gigante (repubblicano) di Murdoch, proprietario di… beh, si fa prima a dire di cosa NON è proprietario. Uno che in confronto Berlusconi è un barbone. (Curiosità: in tutto il bailamme, Murdoch possiede pure il 50% del campionato di rugby australiano e neozelandese).
– CW: la tv più giovane, nasce nel 2006 come fusione di due televisioni distinte: la UPN, collegata al colosso Paramount ma gestita dalla CBS, e WB, il progetto televisivo della Time Warner. (Curiosità: fino a due anni fa CW trasmetteva il wrestling della WWE, costretta a passare poi al diretto concorrente MyNetwork per “incompatibilità di target” con la precedente emittente. Da allora, MyNework ha battuto CW TUTTE le volte che trasmetteva una nuova puntata di WWE Smackdown. You can’t see me.).
Altre tv includono le commerciali più piccole, come appunto MyNetworkTV (altro progetto di News Corp), ION e America, la tv “educazionale” PBS che ha principalmente scopo informativo ed è non-profit; alcune tv in lingua spagnola, la cui copertura è però inferiore al 50%, e le tv religiose, che sono quasi 40 e che trasmettono soprattutto a livello regionale.
Non esiste una tv che superi le altre in modo netto. Certamente la NBC è la più anziana e grande, ma la CBS a.e. sta imbroccando diversi colpi ad effetto, a partire da CSI fino a The Mentalist passando per le commedie (How I Met Your Mother, 2 And ½ Men). Lo stesso si può dire per la ABC, che con Dancing With The Stars dispone dello show più seguito in America dopo il Superbowl, e fa man bassa di signore con Desperate, Grey’s e Private Practice. Fox è la migliore quanto a raccolta pubblicitaria, essendo parte di un gruppo immenso e quindi con enormi economie di scala; CW invece ha un target giovane e profilato su cui si concentra, bisogna dire con ottimi risultati considerando i pochi anni di vita.
Dando un’occhiata a palinsesti, ascolti, nuove serie, ecc… l’italiano abituato ai suoi 6 canali pensa subito: che abbondanza. Eppure a conti fatti i canali grossi da loro sono meno che da noi.
Viene da credere che non sia la disponibilità di frequenza o banda il vero fattore discriminante per un'offerta varia e, molto spesso di qualità. Viene da credere che quella italica sia, più che altro, una land of the freak.
Fonti: wikipedia.com/eng
imdb.com
tvbythenumbers.com
SLM
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