Curiosità

Nuove frontiere linguistiche: le lingue elfiche della Terra di Mezzo

Le storie hanno spesso origine nei modi più bizzarri. Si può partire da un’immagine, un coniglietto che si infila nella sua tana e una bambina dai capelli dorati che lo rincorre. Oppure ci si chiede “Che fine fa la stella, una volta caduta?” e così nella mente degli autori scaturiscono le immagini più fantastiche, di vascelli volanti, guerre di discendenza, streghe, unicorni e chi più ne ha più ne metta.

Tolkien non agiva così. Per lui non è stata l’immagine di un anello maledetto a portare alla creazione della Terra di Mezzo, ma piuttosto sono state le lingue della Terra di Mezzo a creare Frodo Baggins, Gandalf e tutta la Compagnia dell’Anello. In quanto filologo, Tolkien si dilettava nello studio delle lingue e, ovviamente, nella loro creazione. Le lingue, gli alfabeti, le diverse modalità di scrittura sono le fondamenta di tutte le storie della Terra di Mezzo.

Chiaramente, sarà pressoché impossibile parlare di tutti i linguaggi creati da Tolkien e di quelli che sono stati poi sviluppati (nel rispetto di ciò che era già stato creato dall’autore) dai fan e dai linguisti che hanno lavorato nei film. In questo articolo si prenderanno in considerazione le lingue elfiche più sviluppate, ovvero il quenya e il sindarin.

"Elen síla lúmenn'omentielvo" ovvero "Una stella brilla sull'ora del nostro incontro" scritto in quenya con alfabeto Tengwar

“Elen síla lúmenn’omentielvo” ovvero “Una stella brilla sull’ora del nostro incontro” scritto in quenya con alfabeto Tengwar

Il quenya ha avuto origine con i primi elfi i quali, essendosi risvegliati a Cuiviénen, osservarono che essi erano l’unica specie ad avere l’abilità di parlare e cantare. Per questo motivo decisero di chiamarsi Quendi (coloro che parlano). Dai primi elfi si formarono diverse stirpi, alcune delle quali raggiunsero la terra di Valinor e godettero della vista dei Due Alberi. Questi elfi vengono chiamati Calaquendi (elfi della luce) e a loro appartengono le stirpi dei Vanyar, Falmari (che fanno parte del terzo clan dei Teleri) e i Noldor. Le altre stirpi comprendono i Sindar (gli elfi grigi), gli Avari e i Nandor. Le stirpi si diffusero e diverse lingue si svilupparono. Proprio come successe con il latino e le sue lingue derivate, lo stesso fu con il protolinguaggio elfico. In latino la parola “bracchium” indica il braccio, che in francese diventa “bras” e in spagnolo “brazo”. In quenya, la parola “persona” si dice “quendi”, mentre in telerin “pendi”, dove il suono /kw/ è diventato /p/ e in sindarin diventa “ben” in cui non solo cambia il suono iniziale ma viene anche troncata l’ultima sillaba.

QUENYA

La fonologia e la grammatica del quenya sono influenzate soprattutto dal finlandese e in secondo luogo dal greco e dal latino. L’intento di Tolkien era quello di dare un’aria arcaica e antica al quenya, in modo da fornirgli una risonanza culturale simile a quella che ha per noi il latino.

Tolkien afferma:

Gli ingredienti del quenya sono disparati, ma si uniscono fra loro come non succede con nessuna altra lingua che io conosca. Il finlandese, in cui sono incappato mentre cominciavo a costruire una “mitologia”, ebbe un’influenza dominante sulla lingua, che però andò riducendosi con il tempo nel tardo quenya. In alcune caratteristiche, però, continua a sopravvivere. Per esempio, l’assenza di combinazioni consonantiche iniziali, l’assenza delle plosive sonore b, d e g (escluse mb, nd, ng, ld e rd che sono invece favorite) e un debole per le desinenze –inen, -ainen, -oinen. L’influenza si fa sentire anche in alcuni punti grammaticali come le desinenze delle declinazioni –ssë (nel locativo, stato in luogo), -nna (allativo, movimento verso) e –llo (ablativo, movimento da).

GaladrielRiguardo all’influenza del finlandese, c’è da sottolineare che proprio come la lingua nordica anche il quenya è una lingua molto “agglutinante”, per cui si intende che spesso le parole si “allungano” per accorpare significati e funzioni linguistiche diverse. Un’intera frase in italiano può coincidere con un’unica parola in quenya.

I sostantivi del quenya si declinano in 10 casi e in 4 numeri. I dieci casi comprendono i 5 latini più il possessivo (genitivo sassone), il locativo (stato in luogo), l’allativo (moto a luogo), lo strumentale (complemento di modo, mezzo, strumento, agente e causa efficiente), e il dedativo. Quest’ultimo veniva probabilmente usato da Tolkien come un corrispettivo figurato del locativo. Ci sono due classi verbali (verbi radicali e verbi derivati) che si coniugano in 5 tempi (presente, aoristo, passato, perfetto e futuro) e negli stessi modi italiani.

SINDARIN

E’ la lingua che nei film viene chiamata semplicemente “lingua degli elfi”. La fonologia del sindarin prende ispirazione dalle lingue del nord ma soprattutto dal gallese. Per esempio, se vogliamo dire il nome del fiume Lhûn, dovremo pronunciare una consonante che gli addetti ai lavori chiamerebbero una “laterale fricativa alveolare sorda”. Questa manciata di paroline indicano un suono presente nelle parole gallesi come llan (chiesa) o llwyd (grigio). Per chi fosse interessato, il suono in questione risulta più o meno così. Essendo Tolkien uno studioso del norreno e dell’inglese antico, è probabile che il sindarin sia stato influenzato foneticamente anche da queste lingue.

LegolasIl sindarin è meno sviluppato del quenya e per questo non esistono paradigmi completi di nessun verbo. Sappiamo, tuttavia, che come nel quenya, ci sono due tipi di verbi: radicali e derivati e che vengono coniugati in 4 tempi (passato, presente, futuro e imperativo). I sostantivi non sembrano avere declinazioni, ma formano il plurale con delle mutazioni vocaliche simili all’inglese (come in goose e geese – oca e oche). Le parole possono subire anche delle mutazioni consonantiche molto particolari, che probabilmente sono un’influenza del celtico.

 

Frasi “comuni” in Quenya e Sindarin:

Quenya: Mána ontalérë

Sindarin: Aur onnas alwed

Italiano: Buon compleanno

 

Sindarin: Pedin i phith in aníron, a nin ú-cheniathog

Quenya: Istan quetë ya merin, ar lá hanyuvatyen

Italiano: Posso dire tutto quello che voglio e tu non mi capirai.

 

Sindarin: Ego, mibo orch

Quenya:  Eca, a mitta lambetya cendelessë orcova

Italiano: Vai a baciare un orco!/Vai a baciare un orco con la lingua!

 

Sindarin: Gellon ned i gelir i chent gîn ned i lelig

Quenya: Melin tirië hendutya sílalë yá lalat

Italiano: Adoro guardare i tuoi occhi che brillano quando ridi.

 

Se volete imparare qualche parolina in quenya o sindarin troverete i loro dizionari rispettivamente qui e qui!

 

Namárië!

 

Fonti:

languageconnections.com

realelvish.net [1] [2]

midgardsmal.com

tolkiengateway.net [1] [2] [3]

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