Channel 4

Utopia stagione 2: coming soon

“Where is Jessica Hyde?” vi dice qualcosa? Se sì, possiamo passare alla domanda successiva: “Che fine farà Jessica Hyde?”.

ciak utopiaAvete capito bene: sono ufficialmente iniziate le riprese della seconda stagione di Utopia, la serie TV britannica che, grazie alla penna sapiente di Dennis Kelly e alla cinepresa “acida” di Marc Munden, ha unito in un vortice pulp e creativo il fumetto, cospirazione politica e thriller all’ultima suspense.

La pagina Facebook di Channel 4, l’emittente televisiva che trasmette Utopia, ha dato il felice annuncio attraverso la foto del primo ciak che riporta la data del 10 dicembre 2013 e il nome, appunto, di Marc Munden, il regista che ha impresso lo stile assolutamente distintivo a tutta la serie e che girerà i primi tre episodi dei sei della seconda stagione.

Come ben sanno i fan “utopici”, la serie non ha risparmiato morti e scomparse anche di personaggi principali; ecco, allora, alcune anticipazioni sul cast che vedrà confermati i principali protagonisti con in più delle new entry. Ritroveremo: Fiona O’Shaughnessy (Jessica Hyde), Alexandra Roach (Becky), Nathan Stewart-Jarrett (Ian), Adeel Akhtar (Wilson Wilson), Oliver Woollford (Grant), Paul Higgins (Dugdale), Neil Maskell (Arby) e Geraldine James (Milner). I nuovi quanto enigmatici personaggi saranno interpretati da: Rose Leslie, direttamente da Game of Thrones e nota anche per la sua apparizione in Downton Abbey; Ian McDiarmid, noto per la sua interpretazione dell’imperatore Palpatine in Star Wars e abituato a ruoli piuttosto dark; Tom Burke, conosciuto per aver recitato in Great Expectations e in The Hours; Michael Moloney, apparso in By Any Means e in The White Queen; infine Trystan Gravelle, dal cast di Mr Selfridge. Chi interpreteranno? Dove si collocheranno nell’instabile e fumosa linea bene/male del distopico mondo di Utopia?

UtopiaMa a proposito di Dennis Kelly, la mente creativa dietro la scrittura di Utopia: il sito web Den of Geek qualche mese addietro lo ha intervistato facendo emergere un profilo alquanto interessante sia della serie che del suo creatore. Uno dei primi elementi che emerge dall’intervista è la focalizzazione della serie sull’“uomo qualunque” invece che sul classico eroe pronto ad immolarsi per il bene dell’umanità, come ci si aspetterebbe da una serie che attinge alla mitologia fumettistica. Le disavventure di cui narra Utopia, infatti, sin dal pilot coinvolgono persone comuni proprio per la precisa volontà di Kelly di rappresentare uno scenario assurdo ed un estremo faccia a faccia con la banale normalità della vita di tutti i giorni. Kelly ci racconta, inoltre, di tenere particolarmente ai propri personaggi, nonostante questi compiano delle azioni terribili e spesso spregevoli.

Credo che l’unico vero peccato nella scrittura sia disprezzare i tuoi personaggi. Se disprezzi i tuoi personaggi stai disprezzando le persone. Se non puoi prenderti il disturbo di trovare un modo di apprezzare o amare qualcuno, allora perché ne stai scrivendo?

Quando gli viene chiesto come mai abbia deciso di creare un soggetto basato su una teoria della cospirazione, sebbene egli stesso abbia dichiarato di non credere nella maggior parte di queste cose, Dennis Kelly risponde che negli ultimi trent’anni si è assistito ad un incredibile aumento di tali teorie forse, a suo dire, proprio per la crescente tendenza a non ammettere che certe cose probabilmente sono successe e basta. Come ad esempio l’attentato alle Twin Towers, lo sbarco sulla Luna o la morte di Diana. Kelly ci confida che in un primo momento aveva pensato di inserire nella trama di Utopia l’aumento delle teorie della cospirazione come un tentativo della Rete di coprire la propria stessa cospirazione. Poi rifletté che sarebbe stato troppo contorto e lasciò perdere. Ad ogni modo è stata proprio questa impazzata di dietrologie varie a fornire ispirazione per Utopia. Che sia una sorta di critica velata alle assurde ossessioni alimentate dal web?

utopia violenzaDalla trama della prima stagione emergono diverse questioni moralmente ambigue, una su tutte l’espansione incontrollata della popolazione e il suo annesso problema: il controllo delle nascite (mi viene immediatamente in mente uno dei più camaleontici protagonisti della letteratura contemporanea: Walter Berglund in Libertà di Jonathan Franzen e, se posso, vi consiglio di cuore di leggerlo!). A proposito di tale spinosa questione Dennis Kelley ammette di non avere una risposta a causa anche della sua propensione liberal-sinistroide, ma aggiunge che nemmeno Utopia sarà in grado di fornire delle indicazioni etiche a tal proposito. Il fatto resta: la popolazione mondiale è in continuo aumento e anche se l’incremento retrocedesse di percentuali consistenti nei prossimi venti anni, assisteremmo comunque alla nascita di un altro miliardo di persone. E certamente questo, per Kelly, è inquietante.

A proposito dei toni dark e psicotici della sua scrittura, Kelly ammette di aver pensato spesso di essere ritenuto una persona disgustosa per il solo fatto che quelle cose orribili e pulp siano venute fuori dalla sua mente; come ad esempio cavare l’occhio di qualcuno con un cucchiaio, o massacrare dei bambini innocenti in una scuola. Il gesto più semplice sarebbe stato aggirare l’ostacolo e omettere i dettagli più cruenti. Ma, appunto, sarebbe stato fin troppo semplice, da codardi. Il segreto è credere nei propri personaggi e nella loro storia, – ci spiega – avere il coraggio di fargli fare quelle cose. Un autore subisce sempre troppe pressioni dalle persone che gli stanno accanto, vocine fastidiose che dicono “non fare questo, non fare quello”. No, l’unica cosa che la storia ha sei tu, e quella storia merita la tua totale devozione, scevra da distrazioni altrui.

Kelly si dice anche sorpreso e soddisfatto dall’atteggiamento comprensivo e permissivo di Channel 4 nei confronti dei contenuti di Utopia. Ci sono stati momenti di tensione, è vero, soprattutto circa il massacro della scuola elementare, ma l’emittente ha retto al contraccolpo e tutto è andato per il meglio. Non hanno mai messo il becco nella scrittura di Utopia e hanno lasciato libertà creativa al suo autore.

Jessica and ArbySull’interpretazione dei personaggi da parte degli attori, Dennis Kelly ci svela il disagio che a volte, di primo acchito, può provare uno sceneggiatore nel veder prendere forma e voce la sua scrittura. Sta lì la bravura dell’attore, anche nella capacità di disattendere le aspettative iniziali e di superarle sorprendendo lo stesso scrittore. Questo è ciò che è accaduto soprattutto con Fiona O’Shaughnessy (Jessica Hyde) e con Neil Maskell (Arby). Nel caso di Fiona ci sono stati momenti in cui Kelly capiva che nemmeno lei sapeva dove sarebbe andato a parare il personaggio che stava recitando, e questo è tanto interessante quanto spaventoso. La O’Shaughnessy ha apportato allo show molto più di quanto era stato previsto dalla scrittura.

Per ciò che riguarda le anticipazioni sulla seconda stagione di Utopia, Kelly ci spiffera che il tutto verrà girato in due mesi, in due diversi blocchi: i primi tre episodi e poi gli ultimi tre. Per i primi tre si affida, come già detto, alla maestria di Munden che viene descritto da Kelly più come un vero e proprio film-maker che come un regista TV; un patito del dettaglio, fino al punto di alzare il telefono anche solo per chiedere il preciso senso di un minuzioso particolare. Munden sarà molto più coinvolto nella realizzazione dell’intera seconda stagione. Kelly ci saluta preannunciandoci che il primo episodio sarà talmente strano che la gente o lo amerà o dirà “perché cazzo lo hai fatto?”… non ha idea della reazione che potrebbe generare!

Buona attesa distopica, allora!

E voi cosa pensate dei possibili sviluppi di Utopia? Via alle speculazioni!

Fonti: Den of Geek (1) e (2)

Valeria Susini

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Lola23

Lunatica, incasinata, perennemente indecisa, una ne faccio e mille ne penso. Quattro elementi chiave della mia vita: Famiglia, Mare, Etna, Scrittura. Le serie TV sono il Quinto Elemento, una vera e propria dipendenza, meglio farsene una ragione. Le mie preferite? Non chiedetemelo! Vabbè, ve ne dico 3: Six Feet Under, The Wire, Treme... Mad Men! Ah sono 4... Ve l'ho già detto che non so decidere?
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