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Welcome to Earth: intervista a Miles Beyond – seconda parte

Continua l’intervista a Miles Beyond, la società italiana che ha gestito alcune spedizioni in Welcome to Earth, la nuova serie documentario di Disney+ con Will Smith.

Prima di continuare, se non l’avete già fatto vi consiglio di leggere la prima parte e il nostro aperitivo. Riprendiamo!

Le Dolomiti sono stupende anche dentro!

In questa serie si punta molto sull’importanza della sicurezza, anche a causa dell’inesperienza di Will Smith. Come avete gestito la squadra, avete fatto loro un minicorso?
Parlo in generale: la sicurezza parte dalla nostra preparazione e dobbiamo trasmetterla a chi accompagniamo. C’è chi sa già muoversi in quegli ambienti, come operatorə con esperienza decennale, ma anche chi non conosce nulla di imbraghi o corde a cui bisogna fare un piccolo training per far prendere confidenza con le attrezzature. Queste persone non si muovono mai senza di noi, possiamo spostarlə con la nostra sicura e non fanno nulla in autonomia. Ma la sicurezza non finisce qui: ci assicuriamo che tutto sia stato preparato correttamente e abbiamo sempre medici a disposizione, i nostri campi base sono tra i pochi a essere cardioprotetti con defibrillatore e borsa medica avanzata. Tutta la gestione del cibo avviene secondo le norme di legge e prestiamo attenzione alle allergie individuali. Abbiamo telefoni satellitari, radio… Tutto il nostro materiale è ispezionato e in perfetto stato. La sicurezza non è solo corda, ma anche tutto il resto.

Welcome To Earth ci mostra quanto sia bello esplorare posti estremi e nascosti del pianeta, ma andandoci non rischiamo di rovinarli?
Qualsiasi attività umana ha effetti sulla natura, più o meno profondi. Durante le spedizioni cerchiamo di limitarli, valutando l’impatto dei mezzi di trasporto o della produzione di energia. Seguiamo rigidi protocolli comportamentali: raccolta differenziata, utilizzo di pannelli fotovoltaici dove possibile, raccolta delle scorie umane o anche definizione di percorsi obbligati in cavità delicate.
Riguardo attività con impatti più pesanti bisogna compensare con progetti di riforestazione e riqualificazione ambientale. Noi dedichiamo parte degli utili a progetti di questo tipo. Inoltre non è da sottovalutare l’educazione ambientale: il nostro approccio logistico durante i campi diventa formativo per lə operatorə che stiamo supportando. Un piccolo contributo, non in termini di compensazione di CO2, ma di presa di coscienza collettiva.
Per proteggere l’ambiente è fondamentale conoscerlo e documentarlo, anche se queste attività hanno un costo in termini di danni ambientali. In attesa di soluzioni rivoluzionarie, cerchiamo di ridurre al minimo l’uso dei mezzi inquinanti, piantiamo alberi dove non ci sono e proteggiamo quelli esistenti.

Notte sulle Dolomiti. (Foto di Francesco Sauro/Miles Beyond)

Oltre al training per astronauti fate corsi anche a “persone normali”?
Stiamo cercando di organizzare spedizioni per privati o training fotografici in ambienti estremi, anche solo per imparare a gestire una spedizione in piccolo. Vorremmo sviluppare anche training di medicina in luoghi estremi per personale sanitario e parasanitario, sia per essere più sicurə sia perché i luoghi estremi fanno da fattore di stress, per mettersi alla prova e imparare cose nuove. Il problema è riuscire a trovare il tempo.

Non sembra facile, infatti, dedicarsi a queste attività, per via del tempo che richiedono.
Quest’anno, nonostante il COVID, siamo stati via di casa per quasi 100 giorni, che su 365 non sono pochi. Quando siamo a casa dobbiamo preparare le spedizioni, oppure fare scouting e soprattutto allenarci: non possiamo presentarci in spedizione non allenatə! Inoltre, c’è la gestione della società, siamo una società regolare come molte altre, con tutte le problematiche collegate.

Per concludere, c’è ancora interesse per l’esplorazione? C’è davvero ancora molto da scoprire sulla Terra? È una mia impressione o rispetto ai secoli passati la magia dell’esplorare si è un po’ affievolita?
Noi siamo coinvolti nel tema spazio e per declinazione professionale pensiamo che l’esplorazione del terzo millennio sia nello spazio. Noi, le agenzie spaziali e lə astronautə lavoriamo per esplorare nuovi mondi, per superare i limiti umani. È un tema che affascina molto, vedi anche SpaceX che, anche se ha scopo di lucro, attrae molta attenzione. La magia non si è affievolita, è solo cambiata. Nei secoli scorsi molte montagne come le Dolomiti sono state scalate da pastori e cacciatori in cerca di animali, adesso è tutto più professionale. Il livello è aumentato e si rischia sempre più, come nell’alpinismo himalayano dove si aprono percorsi sempre più pericolosi. Di sicuro c’è meno attenzione da parte dei media, anche se il mondo sportivo collegato alle montagne o grotte è molto attivo.
C’è ancora tanto da esplorare sulla Terra e soprattutto nel mondo sotterraneo: è più facile pensare alla scalata come ricerca del limite umano, ma le grotte e l’esplorazione speleologica rappresentano grosse sfide e soprattutto hanno importanti implicazioni scientifiche. C’è ancora moltissimo da scoprire e studiare sottoterra, grandi scoperte scientifiche sono in attesa di essere svelate!

Nello spazio o sottoterra?

Ringraziamo tutto il team di Miles Beyond per la disponibilità e vi invitiamo a dare un’occhiata al loro sito, dove troverete tutti i contatti social per rimanere aggiornati sulle loro attività, e le spettacolari fotografie e video dai luoghi stupendi dove lavorano.
Vi è piaciuta questa variazione dal mondo delle serie TV? Lasciateci un commento! Se avete qualche domanda non esitate a scrivercela che, chissà, magari un giorno li rincontreremo.

Immagini di proprietà Disney+/National Geographic salvo dove diversamente indicato.

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Federico Marchionda

Musicista perso tra i libri e le serie TV. Inizio migliaia di cose e ultimamente scrivo musica e testi. Fed su ITASA e nel mondo.

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