Ash vs. Evil Dead

Ash vs Evil Dead – una prima stagione “Groovy”!

Iniziata nel giorno di Halloween 2015 e conclusasi all’inizio del 2016, Ash vs Evil Dead è il tentativo di portare sul piccolo schermo le avventure dello scriteriato Ash Williams, “eroe” della trilogia di Evil Dead, nella sua eterna lotta contro il Male scatenato dal Necronomicon. Sarà andato a buon fine o sarà risultato essere un fiasco? Scopriamolo subito!

L’articolo contiene spoiler su tutta la stagione e i relativi film.
Non proseguite nella lettura se non li avete ancora visti.

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Non sarebbe giusto parlare di Ash vs Evil Dead senza tirare in ballo almeno brevemente la saga cinematografica da cui è tratta. Partita nel 1981 con The Evil Dead (in Italia, La Casa), quella in questione è una saga decisamente poco comune per i canoni del periodo e anche tutt’oggi si parla di una saga cominciata con un horror puro, che riusciva per l’appunto a terrorizzare e i cui punti di forza maggiori erano gli effetti speciali “caserecci”, fatti con i quattro soldi che il giovane Sam Raimi e i suoi collaboratori avevano a disposizione, riuscendo a tirare fuori una piccola gemma del genere, considerata un assoluto cult ancora oggi.

Invece che seguire lo schema di molti, se non tutti, gli horror del periodo, la saga è proseguita sei anni dopo con The Evil Dead 2 (La Casa 2), non proponendo una seconda versione dello stesso film solo con un budget superiore, ma cambiando decisamente le carte in tavola e rimanendo fedele alle origini horror del capostipite della saga, aggiungendo un elemento di commedia nera che ha dato a questo secondo capitolo una sua identità personale, completamente distinta da quella del primo film. Tant’è che, più che un seguito, verrà considerato un remake del primo Evil Dead, data anche la riproposizione di alcuni suoi eventi. È nel secondo film che emerge il carisma e il carattere di un Ash Williams che sarebbe diventato il ruolo più celebre e amato del caratterista Bruce Campbell, il quale nel primo capitolo si poteva definire persino anonimo; cosa assurda se si pensa alla visione del personaggio che si ha oggi.

file_204405_0_Army_of_Darkness_Bruce_CampbellNel terzo capitolo, Army Of Darkness (L’Armata delle Tenebre) la saga prende una direzione quasi completamente diversa da quella originaria, mantenendo dei lievi elementi horror, ma virando ancora di più su elementi inerenti alla commedia, con anche una certa dose di slapstick humor, ma riuscendo a farlo con una efficacia tale che, malgrado il radicale cambio di stile, la fan base rimase fedelissima alla saga, in un’impresa certamente non da poco. Si parla quindi di una saga che è riuscita, nel giro di “soli” tre film, a cambiare completamente o quasi il proprio genere di appartenenza, in totale contrapposizione alle saghe colleghe che, con una quantità di film ben maggiore, si sono limitate a riproporre più o meno fedelmente sempre la stessa solfa, a volte con risultati comunque soddisfacenti per quanto statici, altre meno.

Evil-DeadIn questa parentesi relativa alla saga cinematografica è giusto menzionare anche il remake del primo film, The Evil Dead (sempre La Casa) datato 2013, nel quale ci si focalizza sul personaggio della ex tossica Mia (Jane Levy) in cui Bruce Campbell nei panni di Ash compie un cameo abbastanza inutile e privo di contesto. È tuttavia da segnalare che, ancora una volta, questo nuovo innesto della saga di Evil Dead si discosti dalla consuetudine hollywoodiana di essere un remake/reboot senza anima e privo di attrattiva, risultando invece un’aggiunta alla serie più che piacevole, un remake quindi inusuale nel suo essere degno.

Trent’anni dopo la saga originaria hanno luogo gli eventi di Ash vs Evil Dead; un invecchiato Ash Williams scatena nuovamente e sempre accidentalmente il terribile potere del Necronomicon, confermandosi il più inetto degli eroi, ammesso che lo si possa definire tale. Purtroppo, per una questione di diritti, gli eventi relativi ad Army Of Darkness non vengono menzionati direttamente, ma vengono comunque fatti dei vaghi riferimenti al terzo capitolo della saga, che è quindi da ritenere ugualmente canonico. Il rischio di avere una continuazione non degna della storica trilogia, composta da tre cult imprescindibili per tutti i fan dell’horror come si deve, c’era ed era anche consistente, a causa di vari fattori: a partire da quello temporale, per il quale forse questa continuazione degli eventi della trilogia desiderata per anni dal fedele fandom poteva essere giunta fuori tempo massimo, subendo quindi l’inevitabile deterioramento che l’avrebbe resa un’aggiunta non gradita al franchise. A causa del passare del tempo e del media utilizzato (dal cinema alla TV), c’era inoltre il rischio di avere un prodotto non fedele al materiale originale, senza contare la possibilità che semplicemente la trasposizione dal cinema alla TV potesse risultare impossibile.

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Dando fiducia a Raimi e ai suoi collaboratori abbiamo invece avuto un fluido passaggio al piccolo schermo, mantenendo una coerenza di stile con la trilogia, in particolar modo con il connubio horror/splatter e black comedy del secondo capitolo, risultando ampiamente vincente già in quell’occasione. Riguardo il possibile raggiungimento del tempo limite per un’operazione del genere, si è riusciti a creare un’opera che fa del fattore nostalgia un punto di forza, non un fastidio. Sedati i vari dubbi che ci potevano essere all’inizio della serie, bisogna però premettere che di certo non si sta parlando di una serie perfetta, bensì di una serie che è totalmente cosciente della sua natura trash e splatter quasi fino a limiti comici, e che riesce a sfruttare questi elementi e farne una sua attrattiva, oltre che un tratto caratteristico che fornisce alla serie stessa una sua identità ben consolidata.

Come è lecito aspettarsi da una serie del genere, non sono la trama o i personaggi i punti forti: la trama della serie potrebbe essere ridotta dalle dieci puntate di cui è effettivamente composta a tre, massimo quattro puntate, tagliando fuori i riempitivi, i cosiddetti filler, che però ci danno modo di conoscere maggiormente i personaggi e le dinamiche che vi sono tra loro, oltre che, ovviamente, avere una maggior dose di Ash, ragione primaria per la quale tutti i fan della saga hanno iniziato a seguire la serie. Gli stessi personaggi non brillano particolarmente ad eccezione, come prevedibile, di Ash che rappresenta la garanzia, l’usato sicuro che conosciamo già dalla trilogia originale e che in questa serie torna sempre inetto, sempre inadeguato ma anche straordinariamente badass, malgrado si porti dietro trent’anni aggiuntivi. Tolto il protagonista, il resto del cast lascia a desiderare: Pablo (Ray Santiago) e Kelly (Dana DeLorenzo) sono personaggi che si cerca di definire sia singolarmente, tramite i background relativi alle loro rispettive famiglie, sia insieme, grazie al classico espediente della coppia. Coppia che, inizialmente almeno da una delle due parti coinvolte, non è percepita come tale, risultando abbastanza pacchiana e banale; non che sarebbe lecito aspettarsi una definizione psicologica troppo profonda da parte di una serie che non pretende di essere niente di più di ciò che è, ovvero un puro divertissement senza grandi pretese. ashvsjessica3

È proprio questo il modo in cui va presa questa serie: un divertimento cieco e ignorante, pieno zeppo di basso umorismo e splatter eccessivo. Se non fosse così, sarebbe facile etichettarla come il totale fallimento che in realtà non è, avendo rispettato certamente le premesse di quei sostenitori che avrebbero fatto carte false per avere in tempi brevi un sequel di Army Of Darkness e che, seppur con oltre vent’anni di ritardo e un cambio del media in questione, sono stati accontentati.

La stagione si conclude con l’accordo tra Ruby (Lucy Lawless) e Ash: quest’ultimo accetta che quella che si è rivelata essere l’autrice del Necronomicon liberi il Male e lo tenga sotto controllo, a patto di risparmiare i due compagni Pablo e Kelly e di lasciarli vivere tutti e tre in pace nella tanto agognata Jacksonville. Ma pare subito evidente che, a causa di questo accordo, Ash abbia fatto scatenare l’inferno sulla terra. Insomma, l’ennesima castroneria di Ash, che si conferma essere l’ultima persona al quale dovremmo affidare il destino del mondo. Ash vs Evil Dead ci assicura una seconda stagione che, si spera, rimarrà fedele allo spirito della prima: una “caciaronata” in tutti i sensi, ma una che ci piace e che non potremmo che definire così: Groovy!

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Blogger su itasa dall'estate del 2015, sito scoperto grazie alle mie prime serie TV. Solo negli ultimi anni mi sono totalmente convertito alle serie subbate, cercando costantemente di far fare altrettanto ad amici, conoscenti, e magari anche semi-sconosciuti. A livello televisivo il mio non plus ultra è Breaking Bad. Poco originale, dite? Come si suol dire: "if it ain't broke, don't fix it".

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