Hi, I’m Chuck. Here’s a few things you might need to know or maybe just forgot.
Ebbene sì, nel Back to the Past odierno parliamo della serie Chuck, riportando alla memoria un paio di cose che dovreste sapere ma che magari avete semplicemente dimenticato. Chuck è uno show creato da Josh Schwartz e Chris Fedak andato in onda per cinque stagioni, da settembre 2007 a gennaio 2012, sulla rete broadcast statunitense NBC. Non si può certo parlare di capolavoro ma una serie che ha tenuto incollati agli schermi TV milioni di spettatori in tutto il mondo, con una base di fan negli USA che ha permesso di realizzare l’impossibile e che per molti anni è stato uno degli show di punta del network col pavone, qualche pregio lo deve per forza avere. Senza contare che molte persone che hanno avuto modo di vedere lo show, pur magari ammettendo di non essersi trovati davanti ad una perla del panorama televisivo, ne portano dietro un ricordo molto positivo nonché nostalgico. Vediamo di capire perché.
TRAMA
Chuck Bartowski è un ventenne incastrato in un lavoro sottopagato come esperto informatico nel reparto “Nerd Herd” di un negozio della catena Buy More presente a Burbank, California. A dargli man forte c’è il suo migliore amico, Morgan Grimes. Chuck vive assieme alla sorella Ellie, che non perde occasione per ricordargli quanto sia intelligente ma senza ambizioni e per spronarlo a uscire dalla monotonia della sua vita per sfruttare appieno le sue potenzialità. Con i due fratelli Bartowski abita anche il fidanzato di Ellie, nonché collega dottore, Devon Woodcomb, che Chuck ha soprannominato “Captain Awesome” per via del suo aspetto statuario e delle sue strepitose capacità nei più svariati ambiti. La vita di Chuck cambia radicalmente quando il suo (ex) migliore amico ai tempi dell’università, Bryce Larkin, gli invia via mail l’Intersect, un computer neurale contenente gli interi database di CIA e NSA (Sicurezza Nazionale). Le due agenzie governative inviano due agenti, Sarah Walker (CIA) e il maggiore John Casey (NSA), per cercare di recuperare i dati presenti nel computer, ora all’interno della testa del giovane impiegato del Nerd Herd. Appurato come non sia possibile estrarre i database dal cervello di Chuck egli diventa, nel segreto e nella riservatezza più assoluta, l’analista più prezioso – e instabile – della CIA, sotto la protezione dei supervisori Sarah, che sotto copertura diventa la fidanzata del ragazzo, e Casey, che ne diventa collega al Buy More.
CAST
Ad interpretare il nerd Chuck è Zachary Levi, conosciuto in precedenza principalmente per il suo ruolo nella sitcom Less than perfect e che grazie a questo ruolo, abbinato alla sua ecletticità e bravura nell’alternare momenti drammatici ad altri ben più comici (come quella che è divenuta un marchio di fabbrica del Chuck Bartowski delle prime stagioni: la flash-face che compare sul suo viso ogni volta che il database si attiva permettendogli di avere dei “flash” contenenti informazioni sensibili per la sicurezza nazionale americana), ha ottenuto fama e acclamazione internazionale. Il ruolo del barbuto migliore amico Morgan è affidato a Joshua Gomez, mentre John Casey assume le sembianze di Adam Baldwin, l’indimenticato Jayne Cobb in Firefly. L’agente CIA Sarah Walker è interpretata dalla bellissima australo-polacca Yvonne Strahovski, al trentacinquesimo posto nel 2012 nella lista delle 100 donne più sexy secondo la rivista Maxim ma soprattutto musa ispiratrice di uno dei topic strettamente legati alle serie TV con più interazioni nella storia del nostro forum: questo. Per terminare i personaggi già citati nella trama, ad interpretare Ellie e Davon Woodcomb sono rispettivamente Sarah Lancaster e Ryan McPartlin, mentre Bryce Larkin è inscenato da Matthew Bomer (White Collar). Ma oltre a questi personaggi (più o meno) principali ci sono altri attori che compaiono in molte puntate e una parterre di star non indifferente. Rientrano nella prima categoria Bonita Friedericy, la direttrice dell’NSA Generale Beckman, Mark Christopher Lawrence, il Big Mike sfaticato direttore del Buy More in cui lavora Chuck, Scott Bakula (ma non vi dirò nel ruolo di chi per non rivelarvi troppo) e l’affiata coppia Jeffster – Jeff e Lester, lavativi colleghi di Chuck da impensabili doti (ben) nascoste, interpretati da Scott Krinsky e Vik Sahay.
Le guest star in questo show hanno sempre avuto una certa rilevanza, ma è stato a partire dalla quarta stagione che sono diventate una presenza continuativa: l’apice si è raggiunto comunque col quinto arco d’episodi, una sorta di auto-celebrazione della serie, dove l’ospitata della star era all’ordine del giorno. Procedendo con ordine e ricordandone solo alcuni possiamo citare la star di O.C. (con cui Chuck condivide la coppia di creatori) Rachel Bilson, la modella Mini Anden e C.S.Lee (il Vince Masuka di Dexter) per la prima stagione, Michael Clarke Duncan (Il miglio verde), Tricia Helfer (Battlestar Galactica), Nicole Richie (Six Feet Under), John Larroquette (Boston Legal), Gary Cole, il Merry del Signore degli Anelli Dominic Monaghan, Tony Hale (Arrested Development) e Jordana Brewster, famosa principalmente per i suoi ruoli in vari Fast & Furious, nella seconda. Per la terza stagione ricordiamo il Doc di Ritorno al Futuro Christopher Lloyd, l’attrice di Smallville Kristin Kreuk e l’ex Superman Brandon Routh, mentre per la stagione quattro citiamo solo attori kick-ass: Linda Hamilton (Terminator), l’Hulk Lou Ferrigno, l’ex wrestler Stacy Keibler, l’affascinante quanto pericolosa Summer Glau (Terminator: The Sarah Connor Chronicles, Firefly) e l’ex James Bond Timothy Dalton. Per terminare, la quinta stagione ha visto – tra gli altri – le comparsate di Mark Hamill, il Luke Skywalker nei primi Star Wars, Carrie-Anne Moss (Trinity di Matrix), il fumettista Stan Lee e la vecchia – con rispetto parlando – gloria Bo Derek nei panni di… beh, Bo Derek.
CURIOSITÀ
- Una delle particolarità di Chuck è che, a differenza della maggior parte dei prodotti televisivi che possono essere suddivisi in drammatici o commedie, esso è catalogato come dramedy. Ciò è dovuto al fatto che in Chuck la storia è raccontata mediante uno stile narrativo che fonde brillantemente gli elementi più classici delle serie drama e quelli degli show comedy;
- Tutti i titoli dei 91 episodi iniziano con “Chuck versus”;
- Croce e delizia per l’universo Chuck è sempre stato ciò che concerne gli ascolti: delizia per gli spettatori il primo anno, quando la serie fu seguita in media da 8 milioni di persone negli USA, croce negli anni successivi quando i rating iniziarono a crollare e, già a partire dalla seconda stagione, si iniziò a pensare alla chiusura dello show. E qui si torna paradossalmente alla delizia: come si accennava ad inizio articolo i fan di Chuck riuscirono a compiere l’impossibile, portando la serie al rinnovo (ogni volta soffertissimo, in realtà) per altre tre stagioni grazie al passaparola, alle petizioni, agli appelli ma soprattutto ad una campagna di marketing a favore del maggior sponsor dello show, la catena di fast-food Subway. Della storia completa ne abbiamo parlato all’interno di un recente articolo, sempre sul nostro blog. Inutile dire che questo trambusto sul rinnovo/non rinnovo della serie per tre stagioni consecutive fu una manna dal cielo anche per i siti specializzati, che sapevano di andare sul sicuro nello scrivere articoli sulla situazione in questione, potendo attirare i sempre-attivissimi-sul-web fedelissimi di Chuck e con loro gli introiti provenienti dall’inserimento di banner pubblicitari all’interno di tali articoli. Chi, come il sottoscritto, ha vissuto in prima persona la “tensione” di quelle stagioni può testimoniare di come sui siti televisivi americani (tvbythenumbers, in primis) si potesse trovare quasi ogni giorno, fino a quello dell’annuncio ufficiale, notizie di aggiornamento sullo status di Chuck;
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Volendo puntare ad un pubblico prevalentemente nerd/geek la serie abbonda di riferimenti, omaggi e citazione a questo mondo, in particolare nella sua accezione cinematografica e televisiva. Tantissimi, ad esempio, i richiami al brand di Star Wars: dalle lenzuola di Morgan alla fotografia di Chuck & Sarah al Comic Con vestiti da Han Solo & Principessa Leila, dalle mille battute uscite dalla bocca di alcuni personaggi riprese (quasi) testualmente dalla saga di George Lucas all’omaggio diretto con la già citata apparizione di Mark Hamill nella quinta stagione. Ma sono presenti riferimenti anche a Star Trek, quando in un episodio Bryce e Chuck si ritrovano a parlare nella lingua klingon, Ritorno al futuro (con il fenomenale episodio “Chuck Versus the DeLorean”, S02E10) e Matrix – e qui vi dirò solamente “Guys… I know Kung Fu!”. Il tutto senza dimenticare i vari Il grande Lebowski, Rocky, Terminator, James Bond, Harry Potter, Indiana Jones e, in ambito delle colleghe serie TV, Lost, Breaking Bad e un Game of Thrones nella sua versione letteraria. Infine, non mancano auto-citazioni/parodie sulla serie che ha fatto conoscere l’accoppiata Schwartz-Fedak: The O.C.;
- Chuck è la prima serie televisiva al mondo ad avere girato un episodio in 3D: parliamo di “Chuck vs the Third Dimension” (S02E12);
- Nonostante le difficoltà incontrate sul fronte degli ascolti, Chuck fu accolta positivamente dalla critica: nell’autunno del 2007 il magazine Rolling Stone la inserì nella lista dei suoi show preferiti e il USA Today la incluse nella lista dei 10 migliori show di quell’anno, lodando l’interpretazione di Zachary Levi. Nel Dicembre 2008 il Time e il Chicago Tribute nominarono Chuck come una delle 10 migliori serie TV dell’anno, mentre il sito Television without Pity la inserì nella lista degli “Show televisivi che vorremmo più gente guardasse”. Lo stesso anno Chuck entrò nelle seguenti graduatorie: al quarto posto nei “Migliori show del 2008” del The Star-Ledger, nella lista delle 5 migliori serie secondo il The Miami Herald e al sesto posto nella top ten del The New York Observer. Infine la Pittsburgh Post-Gazette menzionò Chuck come uno dei pochi punti luminosi nel palinsesto televisivo del 2008.
MUSICA
La natura dramedy di Chuck si rispecchia anche in quello che è uno dei punti di forza di questo show: la musica. Vengono usati, infatti, brani più ritmati e allegri proveniente dal rock, dal pop melodico o anche dalla musica disco-elettronica quando l’episodio punta sul lato comedy mentre durante i ben più ricorrenti momenti drama le canzoni diventano più melanconiche, profonde ed emotive. Rappresentante del primo tipo di musicalità è, ad esempio, il brano usato nella sigla – nominata nel 2008 agli Emmy: “Short Skirt/Long Jacket” dei Cake. All’interno degli episodi possiamo invece variare da Iggy Pop ai Backstreet Boys, da Lady Gaga a David Guetta, dai The Clash a Alice Cooper, dai Kasabian fino ai The Cure. Anche se, a onor del vero, i veri rappresentanti della musica dedicata ai momenti comedy sono i brani reinterpretati dall’improbabile e improvvisato duo Jeffster. La coppia di amici e colleghi Jeff e Lester, unendo la loro voce e le capacità strumentali in un gruppo il cui logo è chiaramente ispirato nel font agli AC/DC, si esibisce nei luoghi più (in)opportuni in brani che hanno fatto la storia della musica (“Africa” – Toto, “Leaving on a Jet Plane” – John Denver, “Blaze of Glory” – Jon Bon Jovi, “Love hurts” – Cher) con risultati più inquietanti che soddisfacenti. C’è anche da dire, però, che la loro versione di “Take on me” degli A-Ha è ancora impressa nel cuore di molti fan di Chuck. La colonna sonora dei momenti che fanno virare Chuck verso il drama si compone essenzialmente, invece, di brani provenienti dal mondo indie/alternative rock e, in quantità minore, di ballate rock. Per dare un assaggio della qualità di questa tipologia di musicalità basta ascoltare i due brani qui sotto riportati, tratti dai primissimi episodi della serie: “A comet appears” dei The Shins e “The weight of the world”, tratto da uno dei migliori album degli Editors – An End Has a Start [2007].
E da qui si va solo a migliorare, se consideriamo quanto l’accoppiata Schwartz-Fedak faccia ampio uso dei The National (“Slow Show”, “Fake Empire”, “Vanderlyle Crybaby Geeks”), di Bon Iver (“Skinny Love”, “Blood Bank”, “Creature Fear”) e dei Band of Horses (“No One’s Gonna Love You“, “Neighbor”, “On my way back home”, “Blue Beard”). Se questi non bastassero, possiamo continuare citando gli Oasis, presenti in un flashback pieno di significati nel settimo episodio della prima stagione con “Don’t look back in anger”, i Radiohead con il brano “Codex” e il componente dei Sigur Rós, Jónsi, presente con “Sinking Friendship” nella scena che molti spettatori avrebbero voluto come finale di serie. Non che poi gli stessi spettatori abbiano dimenticato molto facilmente il pezzo usato al termine del vero series finale: “Rivers and Roads” dei The Head and the Heart genera ancora attacchi di nostalgite acuta nei fedelissimi di Chuck che ne sentono anche solo partire le prime note.
La colonna sonora di questa serie TV meriterebbe, insomma, un articolo a parte per fare capire quanto sia stata importante e funzionale all’emotività di alcune scene: per ora mi sono già dilungato troppo… ma chissà, forse un giorno ve lo proporremo veramente.
IL PERCHÉ DEL SUCCESSO
Ma perché, quindi, Chuck ha avuto un tale successo? La risposta è tanto semplice quanto articolata: ha avuto un grande seguito perché, nonostante la storia sia letteralmente incredibile e talune volte richieda un’altissimo livello di sospensione dell’incredulità – già nel concept, ad esempio, ma anche quando si arriva a disinnescare una bomba usando un succo di frutta o sfruttando un virus porno – la serie è unica nella sua particolarità. È un prodotto che diverte e crea affezione spontanea verso i personaggi, ma è pure uno show che ti fa sognare. Anche che la bella di turno possa innamorarsi dello sfigato, con il quale chiunque può immedesimarsi. Piace per questo ai romantici, e le musiche già descritte fungono da amplificatore per le emozioni scaturite da molte scene, ma anche agli esteti, dato l’elevato quantitativo di belle donne (Yvonne – Sarah Walker, innanzitutto) e uomini (Zachari Levy in primis, nonostante la goffaggine creata dagli sceneggiatori per il suo personaggio) che lo spettatore ha modo di incrociare seguendo lo show. Ma piace anche, ad esempio, agli amanti dell’azione e dello spionaggio o agli appassionati di cinema e serie TV, data l’ampia conoscenza dei creatori della serie al riguardo trasfusa profusamente, come già visto, all’interno dello show: ce n’è quindi davvero per tutti i gusti. Televisivamente parlando, infine, è una serie diversa – nella trama, nel modo di svilupparla e nello stile narrativo complessivo – da tutte le altre: Chuck è ed è stato una ventata di freschezza rispetto ai prodotti creati con lo stampino e propinati negli ultimi anni dall’industria televisiva generalista statunitense.
Aspettando l’eventuale, ma già chiacchieratissimo e con ricorrenti rumor, film che concluda la serie (in realtà lo show ha avuto un finale chiuso, ma non nel senso stretto del termine secondo le speranze di molti fan) il consiglio non può che essere, quindi, quello di rifugiarsi nella sala Home Theater del Buy More a voi più vicino e recuperare o dare un’ennesima visione agli episodi di questo show che, nonostante tutto, resterà nell’olimpo delle serie TV indimenticabili.
Jacopo Zambon
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