Cinema

ItaSA al cinema: 3,2,1… Frankie Go Boom

Un cast di stelle telefilmiche per una commedia che vi farà ridere, piangere e riflettere ma soprattutto… un Ron Perlman come non l’avete mai visto!

Frankie Go Boom

  • Titolo: 3,2,1… Frankie Go Boom
  • Regia: Jordan Roberts
  • Sceneggiatura: Jordan Roberts
  • Fotografia: Matias Toelstrup
  • Montaggio: Michael Hofacre
  • Musica: Mateo Messina (come Matt Messina)
  • Interpreti principali: Charlie Hunnam, Chris O’Dowd, Lizzy Caplan, Ron Perlman, Chris Noth, Nora Dunn, Withney Cummings, Sam Anderson
  • Produzione: Pavlina Hatoupis, Michael Hofacre, Julie Kirkham, Marcel Langenegger, Elliott Lewitt, Katayoun A. Marciano, Frank Strick
  • Distribuzione: Variance Films, Gravitas Ventures, Universal Pictures
  • Origine: USA, 2012
  • Genere: Commedia
  • Durata: 89′
  • Colore: Colore
  • Giudizio: 8/10
  • Sinossi: Frank Bartlett ha subito per tutta la vita gli scherzi e le umiliazioni del fratello Bruce, che ha sempre ripreso tutto con la sua videocamera. Ora che Bruce è uscito dalla clinica di disintossicazione e si proclama un uomo nuovo, le cose dovrebbero cambiare. Ma non lo faranno.

Iniziata a filmare nel 2010 (ve ne accorgerete se seguite Sons of Anarchy, Charlie Hunnam qui sembra un bambino…), questa commedia a basso budget è rimasta nel limbo della distribuzione fino all’inizio del 2012, quando è stata presentata al Sundance Film Festival. Dopo questa “anteprima” è di nuovo sparita dai radar per ricomparire a settembre, distribuita su iTunes con un titolo modificato ad hoc (i numeri prima non c’erano… sarà mica merito del fatto che su iTunes i titoli che iniziano con i numeri sono primi in lista?). Ma veniamo al film. La commedia gira intorno al rapporto difficile di due fratelli, Bruce (Chris O’Dowd) e Frank (Charlie Hunnam). Appare subito chiaro che Bruce è il fratello stronzo, con il povero Frankie costretto a subire le sue angherie fin dall’infanzia. Se ci aggiungete che Bruce ha il pallino della regia e adora filmare Frankie nelle situazioni piu’ umilianti, magari condividendole in rete, capirete perchè ora Frankie viva nella Death Valley in un camper, isolato dal mondo e dai genitori, che troppo spesso hanno preso le difese di Bruce. Ora apparentemente Bruce è cambiato. Tutti, lui compreso, ne sembrano convinti. Ed ecco che Frankie viene nuovamente trascinato in un mondo fatto di pubblico ludibrio, stelle del cinema decadute, ragazze ubriache, produttori che hanno fatto voto di castità, maiali da compagnia e travestiti improbabili.

Questa commedia ha l’indubbio pregio di essere leggera ma con garbo e di rappresentare, senza troppa retorica, un tema già trattato e bistrattato come i rapporti difficili tra fratelli e il percorso verso la maturità di un uomo, al grido di “nessuno è perfetto”. E poi fa ridere. Questo è merito del cast, e farà ancora più ridere voi, fedele pubblico itasiano, che riconoscerete quasi ogni attore come protagonista di un qualche telefilm, rendendo alcune situazioni ancora più comiche del voluto (o forse il regista lo ha fatto apposta? Il dubbio è lecito…). Perciò ecco che il macho e tenebroso Mr. Big (Chris Noth), idolo di una generazione di donne che guardava Sex and the City e che ora guarda The Good Wife, ci mostra un flaccido didietro saltellante per cinque minuti buoni di ripresa, facendoci pentire di aver mai anche solo desiderato di vederlo nudo. E che dire della viril coppia eroe/antieroe (Charlie Hunnam/Ron Perlman) di Sons of Anarchy? No, questo lo dovete vedere con i vostri occhi, perchè non potrei mai spoilerarvi una scena così. Io ho perso un frammento della poca innocenza che mi era rimasta, dopo quella scena. Poi c’è l’adorabile Lizzy Caplan (New Girl, True Blood) che interpreta una Lassie in cui riconoscersi e con cui solidarizzare, bella e ubriaca persa che vaneggia e tenta la carta della donna fatale, con risultati disastrosi. Chris O’Dowd è Bruce, e nella mia mente l’immagine di Roy (The IT Crowd) è l’unica cosa che mi trattiene dall’odiare il personaggio con tutta me stessa. Poi, ancora, abbiamo Sam Anderson (Bernard di Lost), padre remissivo e sottomesso, Nora Dunn (Entourage) la madre insopportabile che fa figli e figliastri, David Marciano (Virgil di Homeland) nei panni di un wanna-be produttore cinematografico cristiano integralista con la fissa degli angeli. Ne riconoscerete anche altri, vedrete.

La colonna sonora, poi, è perfetta. E’ spensierata ma malinconica, come il film stesso. Il responsabile delle musiche è Mateo Messina, che aveva già curato la colonna sonora di Juno e della serie TV Fairly Legal. Lo stile di ripresa è volutamente grezzo, giocando costantemente, sin dal principio, con la videocamera sempre incollata alla mano di Bruce, e senza alcun effetto speciale, nemmeno le scritte in sovraimpressione, che diventano scritte a mano su cartoni tenuti davanti all’obiettivo. E questo dualismo va avanti fino alla fine, lasciando sempre lo spettatore a chiedersi se sia la vita “reale” dei personaggi o un ennesimo cortometraggio del caro Bruce, film dentro il film, storia nella storia.

Insomma solo per il cast varrebbe la pena, e devo dirvi che Charlie Hunnam ancora una volta dà ottima prova di sè, con quell’aria stropicciata e innocente che non siamo abituati a vedere di solito. Poi, vogliamo perderci un film dove Ron Perlman transessuale operato in vestaglia è il guru morale della storia? No, non potevamo perdercelo, nè permettere che ve lo perdeste. E mi raccomando, guardatelo tutto, fin dopo i titoli di coda… ;D

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Lisina

Anestesista rianimatrice di professione, traduttrice e blogger per passione. Appassionata di serie TV per lo più crime, ma anche drama, odio le comedy e non guardo serie medical per scelta religiosa. Se mi torturaste costringendomi a dire LA mia serie preferita probabilmente risponderei Sons of Anarchy. Sono stata definita power user e board game geek. Proudly su ItaSA dal 2008.
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