Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata agli incassi cinematografici. La rubrica è curata da Emanuele Di Porto per Sentieri Selvaggi.
Questa settimana ci occupiamo solo degli incassi americani.
USA:
Il 2014 è andato benissimo nei momenti tradizionalmente lenti del calendario, ma ha rallentato proprio quando aveva il dovere di decollare.
The Hunger Games: Mockinjay Part I doveva colmare l’insolita assenza di un titolo da quattrocento milioni. Il largo seguito di appassionati del franchise autorizzava persino a osare la previsione di un sorpasso su Catching Fire. Il secondo capitolo delle avventure di Katniss Everdeen aveva esordito con quasi centosessanta milioni di dollari e si era fermato poco sotto ai quattrocentotrenta milioni. Il richiamo dell’ultimo episodio della saga letteraria di Suzanne Collins aveva legittimato l’aspettativa di una replica e questa possibilità avrebbe risollevato l’umore generale del 2014. Il boom di Mockinjay Part I non c’è stato e il film ha debuttato con appena centoventi milioni: un risultato che va registrato come la migliore apertura dell’anno, ma che decreta anche una profonda flessione rispetto agli standard dell’eroina interpretata da Jennifer Lawrence. Il gran finale di The Hunger Games è l’ennesimo caso annuale di approssimazione al ribasso della stima iniziale e una conclusione superiore ai duecentocinquanta milioni pare abbastanza plausibile. I dati internazionali hanno fatto tornare il sereno sullo young adult della Lionsgate e in pochi giorni il bottino è lievitato fino a trecento milioni; l’obiettivo è quello di avvicinare gli ottocentosessanta milioni di Catching Fire. I resoconti worldwide danno una prospettiva diversa a uno scenario che altrimenti sarebbe deludente.
Interstellar di Christopher Nolan e Big Hero 6 della Disney hanno raccolto meno di quanto era stato preventivato. I due film avevano un budget che autorizzava a coltivare delle grandi ambizioni, ma entrambi rimarranno sotto ai duecento milioni. Il kolossal di fantascienza con Matthew McConaughey sta per toccare il mezzo miliardo su scala globale, ma la sua quota interna potrebbe essere clamorosamente inferiore a quella di Gone Girl di David Fincher. Un’altra dimostrazione di come i film dal conto spese agile hanno spesso avuto una fortuna superiore ai blockbuster che avrebbero dovuto egemonizzare la scena. Il titolo natalizio della Disney è in linea con tutte le operazioni precedenti come Wreck-It Ralph e non aveva la missione di pareggiare l’incredibile exploit di Frozen.
Alla prossima settimana.
Tita0188
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