Recensioni

Vittima degli Eventi: Dylan Dog torna agli italiani!

“Ogni individuo è vittima della propria maledizione. Qual è la sua, signor Dog?”

 

È disponibile da ieri sera, in modalità online, Vittima degli Eventi, il fan film diretto da Claudio di Biagio e scritto da Luca Vecchi, dedicato ad una delle più celebri e longeve icone italiane del mondo a fumetti: Dylan Dog. La cosa è totalmente no-profit, finanziata esclusivamente dai fan tramite la piattaforma IndieGoGo. E caspiterina! Direte voi, e dice il sottoscritto, funziona davvero!

Innanzitutto la domanda iniziale: chi è/che cos’è Dylan Dog? Un semplice “albetto” horror ambientato a Londra, divertente per le sue derive splatter? Assolutamente no. E la risposta di un fan è secca e acida, quanto lo è quella dei due autori di questo progetto. Ecco quindi che la trasferta romana del noto Indagatore dell’Incubo non si fa minimamente sentire, perché, signori, Dylan Dog oltre che essere un discreto titolo horror è un gioco di atmosfere, un manifesto del surrealismo moderno, ma soprattutto italiano. E quale modo migliore si poteva studiare per evidenziare lo stacco dell’attuale produzione da quella fallimentare (americana) di due anni fa? Riportando Dylan sul suolo italico e, simbolicamente, alle nostre braccia.

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E ci voleva tanto? Date ad un paese la sua icona, ed ecco che questa se ne esce con dignità e creatività.

Dopo le brutture ammerigane con Dylan “belloccio” e azione alla Buffy, ecco che una piccola produzione italiana si riprende ciò che gli spetta e lo rimodella in un perfetto adattamento, che farà sbavare i molti lettori del fumetto originale.

Di Biagio e Vecchi si divertono (e pure tanto) e colpiscono il bersaglio. Il primo con una regia raffinata, senza equilibri o braccia a cui aggrapparsi (in gran parte ispirata allo stile di Ryan Murphy in American Horror Story) e dal forte gusto cinematografico; il secondo con una sceneggiatura e una recitazione semplici, genuine ma di grande impatto.

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La trama: Adele è succube di un agghiacciante sogno ricorrente; un sogno che spesso sconfina nella realtà, tramutandosi in atroci visioni che raggiungono il proprio culmine passeggiando col fratello vicino a Castel Sant’Angelo. Serata tranquilla, se non fosse che i due vengono sorpresi da una strana figura di donna, intenta a staccarsi la testa a mani nude, per poi lanciarla ad Adele. I due, inevitabilmente, perdono conoscenza. Dagli accertamenti medici non emerge nulla degno di nota e al fratello diagnosticano un semplice attacco epilettico. Scontratasi brutalmente con lo scetticismo generale, ad Adele non resta che la via meno convenzionale: decide così di rivolgersi a Dylan Dog. Professione: Indagatore dell’incubo.

Il meccanismo è veloce e facilmente comprensibile, Dylan è una via di mezzo fra lo Sherlock della BBC e l’indagatore dell’incubo della Bonelli; fortemente introverso e disposto a tutto pur di risolvere gli incubi che infestano la sua città. È proprio bello vedere come è stata riadattata la capitale italiana, divenendo un centro di leggende e misteri, pulsante e vivo, sussurrante nelle sue notti senza luna e di certo non sicura come si immaginerebbe.

Un Dylan più cupo, quello presentato. Una traduzione del personaggio ben resa dall’evocativa voce narrante e dal viso di Valerio De Benedetto (che evita lo “Scamarcio 2.0” e regala un’ottima performance) e dagli interni polverosi e ricchi di dettagli. In scenografie non si bada proprio a spese! Non c’è un angolo, che sia 321414-457194507702351-487247744-nuno, che sia vuoto o inutile. L’occhio rimbalza da una parte all’altra delle stanze, affascinato da tanta pienezza d’arredamenti.

Gli easter egg non mancano. Ci sono tante strizzatine d’occhio ai lettori del fumetto, ma soprattutto c’è tanto del mondo cartaceo di Dylan, dai personaggi, secondari o meno che siano (Bloch, Madame Trelkovsky, Hamlin e il suo negozio Safarà), alle riflessioni del protagonista, che addirittura cadono in una scena sulla teoria dei Multiversi, molto importante per la tradizione sclaviana.

Un fan movie. Un gesto d’amore, un bacio di 50 minuti a tutti coloro che hanno seguito appassionatamente le vignette di Sclavi & co. e che per anni (dalla fine degli ’80) hanno sognato una trasposizione coraggiosa e di qualità. Eccola qui, finalmente è arrivata. L’attesa è stata lunga, ma ampiamente ricompensata.

Non resta che diffondere la voce e sperare in un (grande) successo. E magari in una futura serie tutta su Dylan.

Potete vedere il film direttamente qui sotto:

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lost2010

Itasiano grazie a Lost e X-Files dal 2009 e blogger dal 2014. Tentata (ma presto abbandonata) la via delle Scienze Umane e dell'Antropologia, mi sono lanciato nella Grafica Pubblicitaria, studiando contemporaneamente Sceneggiatura per Fumetto. Sono un nerd a 360 gradi, mastico di tutto. Pur conservando una certa predilezione per la fantascienza e il soprannaturale.
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