Classifiche

Best of 2016: Top 10 serie inaspettate (di Manuela Raimo)

Eccoci con un’altra classifica per questo 2016 ricco di serie TV nuove, di proposte interessanti e di qualche delusione.

Chi ci segue con costanza sa che io ho un amore sconfinato per le coppie che si formano nelle serie TV, ma questa volta, pur non mancando qualche ship degna di nota, ho deciso di fare un’altra top 10. Per cui nella mia classifica ci saranno le dieci serie che in qualche modo sono riuscite a stupirmi: non quelle più belle e acclamate dalla critica, ma quelle che comunque hanno qualcosa per cui vale la pena seguirle. Non è stato affatto facile mettere insieme solo dieci show e, soprattutto, decidere quale posizione in classifica meritassero, ma alla fine ecco la lista. Siete pronti? Partiamo.

10. Conviction – ABC

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La bella e brava Hayley Atwell è Hayes Morrison, avvocatessa un po’ ribelle e poco incline alle regole che, pur di sfuggire dall’accusa di possesso di droga che danneggerebbe l’immagine della madre in corsa per il Senato, accetta l’offerta di Conner Wallace (Eddie Cahill), Procuratore Distrettuale ed ex fidanzato, di lavorare al CIU (Convicted Integrity Unit). Molto ben caratterizzati i suoi comprimari: l’assistente procuratore Sam Spencer (Shawn Ashmore); l’ex poliziotta Maxine Bohen (Merrin Dungey); la paralegale Tess Larson (Emily Kinney) e il tecnico forense ed ex galeotto Frankie Cruz (Manny Montana). Non è stato facile lasciare questa serie in fondo alla classifica, meritava un posto sul podio perché è una di quelle che aspetto con più entusiasmo ogni settimana. Ma il suo destino è stato già tristemente segnato: terminati i tredici episodi della prima stagione, non ne vedremo altri e solo un miracolo può far cambiare idea ad ABC per produrre una seconda stagione. Ed è un peccato, perché la trama non sarà stata estremamente originale, ma i protagonisti erano coinvolgenti e i casi sui quali indagavano nelle puntate non erano neanche troppo banali e scontati. Meritava sicuramente di più.

Perché sì: il rapporto tra Wallace e Hayes, impossibile non amarli.

09. Wynonna Earp – Syfy

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Questa serie è stata una piacevole boccata d’aria estiva, quando sei meno incline a guardare serie TV che ti spacchino il cervello in quattro parti e preferisci cose semplici e non troppo impegnative. Tratto da un popolare fumetto, lo show racconta le avventure di Wynonna Earp (Melanie Scrofano) che è costretta a tornare nei luoghi dove è nata. Lì ritrova la sorella minore Waverly (Dominique Provost-Chalkley) e fa la conoscenza con Xavier Dolls (Shamier Anderson), agente federale che si trova a Purgatory per indagare su alcuni fenomeni misteriosi. Ad aiutare Wynonna c’è anche Doc Holliday (Tim Rozon), amico di lunga data del bis-bis nonno della protagonista, il famigerato Wyatt Earp. Come dicevo, si tratta di una serie leggera e senza pretese, ma con personaggi ben caratterizzati e storie tutto sommato intriganti. Sebbene gli ascolti non siano stati eccelsi, lo show ha già ottenuto il rinnovo per un secondo capitolo che, con quel finale di stagione, era quasi obbligatorio.

Perché sì: il triangolo Wynonna-Xavier-Doc anche no, grazie (#teamDoc). Ma Waverly e l’agente Nicole Haught (Katherine Barrell) sono la dolcezza.

08. Berlin Station – Epix

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Amo le serie di spionaggio e Berlin Station è stata la conferma che si possono fare ancora buoni prodotti di questo genere, senza scadere nel solito intreccio banale. È una serie lenta, cervellotica, complessa e coinvolgente, con colpi di scena che si susseguono in continuazione e che ti stupiscono quando pensi di aver capito tutto e scopri che in realtà non è come immaginavi. Attori bravi e capaci, personaggi coinvolgenti con quell’alone di mistero che rende tutto ancora più intrigante: Daniel Miller (Richard Armitage) è un analista della CIA che viene inviato a Berlino per indagare su una fuga di notizie che sta mettendo in pericolo molte operazioni. Nel cast, oltre al protagonista, spiccano per bravura Richard Jenkins, Michelle Forbes e Rhys Ifans, i cui rispettivi personaggi sono importanti quasi quanto il nostro eroe e la cui interpretazione convincente è un motivo in più per seguire questo gioiello che ha già ottenuto un bel rinnovo.

Perché sì: una bella trama orizzontale che ormai sembra una rarità.

07. Ice – DirectTV/Audience

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Questa serie è comparsa un po’ a sorpresa nel mio radar ed ero davvero impaziente di vederla, anche se un po’ introvabile. Il canale che la trasmette non è tra i più noti, ma dopo l’ottimo Kingdom, ambientato in una palestra di arti marziali, questa novità sembra un po’ risentire della scarsa notorietà del network e forse anche della scarsa promozione fatta, perché per seguirla bisogna armarsi di tanta pazienza e tanta attesa. Ne vale la pena, però, sicuramente per la trama originale: l’azione è ambientata in un mondo davvero poco conosciuto, quello del traffico di diamanti. I protagonisti sono due fratellastri, Jake (Cam Gigandet) e Freddy (Jeremy Sisto), proprietari con lo zio Cam (Ray Winstone) della G & G Diamond. Quando Freddy finisce nei guai per omicidio, tocca al fratellastro salvarlo e cercare di proteggere l’azienda e la famiglia dalle mire della spietata Sister Rah (Judi Shekoni). Gli attori non sono eccelsi ma la trama è comunque intrigante e per ora l’intreccio mantiene vivo l’interesse per questa prima stagione.

Perché sì: un argomento un po’ diverso dal solito e un cattivo sadico e spietato che non si ferma davanti a niente.

06. Lethal Weapon – FOX

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Ogni tanto Fox sforna una serie che riesce a tenere alto l’interesse dello spettatore e farebbe bene a tenersela stretta finché può. Basato sull’omonima serie di film con Mel Gibson e Danny Glover usciti a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, Lethal Weapon è la sorpresa di questo autunno delle reti broadcast. Quando ho sentito parlare dell’ennesima serie TV ispirata a un franchise cinematografico, ho subito pensato che avrebbe fatto la fine di quasi tutte le serie che l’hanno preceduta: un discreto flop. Ma sono rimasta stupita dall’intreccio, dalla costruzione dei personaggi e anche dall’interpretazione degli attori. Non era facile sostituire Gibson e Glover, ma bisogna ammettere che Damon Wayans, nei panni di Roger Murtaugh, e Clayne Crawford, in quelli di Martin Riggs, sono riusciti molto bene a ricreare le dinamiche tra i due colleghi, che dal sopportarsi a malapena passano ad essere grandi amici. Molto gradevole anche la parte di Keesha Sharp nel ruolo di Trish, avvocato e moglie di Roger che cerca di coinvolgere Martin nella loro famiglia rendendolo un po’ meno solo. Poco incisivo per ora il ruolo di Jordana Brewster che interpreta Maureen Cahill, terapista del dipartimento e responsabile della valutazione psicologica di Riggs: un vero peccato perché i due insieme hanno una bella chimica.

Perché sì: la bromance tra i due protagonisti è bellissima e pazienza se è una serie procedurale.

05. Shooter – Usa Network

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Questa serie non è partita sotto una buona stella: il suo debutto è slittato prima di una settimana, poi è stata rimossa dal palinsesto estivo, per poi partire finalmente a metà novembre. Basato sull’omonimo film del 2007 (a sua volta adattamento del libro di Stephen Hunter), la serie racconta la storia di Bob Lee Swagger (Ryan Phillippe), un ex cecchino pluridecorato della marina militare USA. Praticamente un eroe. L’uomo, che si è ritirato dal servizio attivo, viene coinvolto in una missione per sventare un attacco al Presidente, ma i piani non vanno come previsto e viene accusato lui stesso di tentato omicidio. Così è costretto a fuggire e a stare lontano dai suoi affetti, braccato come un assassino ma pronto a stanare il vero killer e a svelare il complotto che c’è dietro. Il bello di questa serie è la forza di volontà del protagonista che, nonostante sia al centro di una macchinazione di cui non si vede mai la fine, non si arrende, non si fa mettere all’angolo, si preoccupa che la moglie e la figlia siano al sicuro, anche a costo di venire a patti con altri loschi personaggi che immagino saranno fonte di ulteriori guai. Gli attori non sono estremamente espressivi ma bisogna ammettere che svolgono al meglio il loro ruolo, merito soprattutto di un intreccio che si fa man mano più complesso e che non lascia tempi morti. Sicuramente non una serie originale, ma per il momento è un mix di vari generi ben riuscito. L’attesa è stata lunga, tuttavia sembra che il pubblico abbia apprezzato abbastanza, tanto che la serie ha già ottenuto il rinnovo.

Perché sì: quelli che sembrano dei cattivi forse così cattivi non sono. Almeno non tutti.

04. Incorporated – Syfy

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Questa serie ambientata in un futuro distopico è stata una di quelle che più mi hanno coinvolta lo scorso anno. È ambientato nell’anno 2074 e la popolazione è divisa in zona rossa e zona verde: chi vive nella zona verde è di fatto governato da potenti multinazionali; chi vive nella zona rossa ha governatori deboli o inesistenti, per cui rappresenta un territorio allo stesso tempo pericoloso e libertino. Il protagonista Ben Larson (Sean Teale) è un abitante della zona rossa che riesce a infiltrarsi nella zona verde, con il solo scopo di salvare la donna che ama. Come potrete immaginare, questo comporta tutta una serie di inganni, manipolazioni e tradimenti che rendono affascinante questa doppia vita del protagonista. Altrettanto interessante, poi, è il rapporto di “sudditanza” che si crea con Elizabeth Krauss (Julia Ormond), suo superiore e madre della moglie Laura (Allison Miller). L’ambientazione nel futuro è molto curata, ma non bisogna lasciarsi ingannare perché questo rimane un drama distopico e di sci-fi non c’è praticamente nulla. Al momento non si hanno ancora notizie di rinnovo, ma viste le scelte del canale c’è speranza che continui per una nuova stagione.

Perché sì: un protagonista ambiguo ma pronto a tutto per salvare la sua bella.

03. BrainDead – CBS

BrainDead" is a comic-thriller set in the world of Washington, D.C. politics that follows Laurel, a young, fresh-faced Hill staffer who discovers two things: the government has stopped working, and bugs are eating the brains of congress members and Hill staffers. Series premieres Monday, June 13 (10:00-11:00 PM, ET/PT) on the CBS Television Network. Pictured (L-R) Aaron Tveit as Gareth and Mary Elizabeth Winstead as Laurel Photo: Jeff Neumann/CBS ©2016 CBS Broadcasting, Inc. All Rights Reserved

Questa serie, nata dai creatori di The Good Wife, è stata la migliore serie estiva delle broadcast e una delle migliori novità dell’anno. Ho amato alla follia questo gioiellino che purtroppo ci ha lasciati troppo presto. Tuttavia ammetto che ho apprezzato come è stata chiusa la stagione, senza il tipico cliffhanger che ti fa urlare per ore contro lo schermo nero. La protagonista Lauren (Mary Elizabeth Winstead) è assolutamente adorabile, ironica, determinata e un po’ sognatrice. L’ultima cosa che vuole è ritrovarsi invischiata nella vita politica del fratello Luke (Danny Pino). Molto belle le scene con Gareth (Aaron Tveit), l’assistente del senatore Red Wheatus (Tony Shalhoub): i due hanno una chimica notevole e nel corso della stagione è stato davvero bello vedere evolvere la loro relazione. Come non citare Gustav (Jhonny Ray Jill) e Rochelle (Nikki M. James), la coppia di amici che cerca di risolvere il mistero degli insetti mangia cervelli in cui incappa la bella protagonista. Una serie sagace, dove i continui paralleli tra realtà e finzione sono per nulla celati, dove non c’è buonismo e dove la satira pungente dei King diventa la parte più importante del telefilm. Non ci si sbellica dalle risate, ma è una serie che va assolutamente vista.

Perché sì: ha comunque un finale chiuso e l’evoluzione dei personaggi è sorprendente.

02. Eyewitness – Usa Network
Eyewitness

In realtà sarebbe un ex-aequo con la prima posizione della classifica, perché non c’è un vero motivo per il quale una stia più in alto dell’altra: le serie che occupano le prime due posizioni le ho amate entrambe moltissimo. Nel caso di Eyewitness, si tratta di un remake della serie norvegese Øyevitne, un drama in cui nonostante l’assassino sia chiaro sin dalla prima puntata, è comunque ricco di colpi di scena, con alcuni avvenimenti apparentemente scollegati tra loro ma che trovano presto un legame con il caso principale. La bellezza di questa serie è il rapporto che si crea tra i due testimoni degli omicidi e alcuni personaggi che fanno parte della loro vita. Philip (Tyler Young) e Lukas (James Paxton) fingono di detestarsi ma in realtà tra loro sta nascendo un sentimento che uno è pronto ad accettare, mentre l’altro è reticente ad ammetterlo, ai limiti dell’omofobia. Ammetto che nei primi episodi la voglia di prendere a schiaffoni Lukas è stata davvero alta, mentre Philip vorresti solo abbracciarlo e rincuorarlo. Molto belli i ruoli di Helen (Julianne Nicholson), sceriffo della città, e del marito Gabe (Gil Bellows) che hanno in custodia Philip e che cercano in ogni modo di farlo sentire parte della famiglia, preoccupati perché capiscono che qualcosa non va e non sanno come aiutarlo. Mi è piaciuto anche il personaggio di Anne (Carlyn Burcell) la quale, anche se non può occuparsi del figlio perché ha grossi problemi di tossicodipendenza, dimostra di comprenderlo molto più di quello che si potrebbe pensare. Poca stima per Bo (Aidan Devine) il padre di Lukas e il classico stereotipo di padre che non capisce niente del figlio e che gli crea non pochi problemi nell’accettare la realtà delle cose. Discorso diverso per il cattivo della storia (come ho già detto, è noto dall’inizio della serie, ma di lui non voglio svelarvi troppo) che ho trovato credibile, tormentato, spietato e con l’attore che lo interpreta in grado di trasmettermi tutta la sua disperazione per il susseguirsi di eventi che sono decisamente sfuggiti al suo controllo. È una serie da binge-watching sul divano, credetemi. Si trova anche la versione originale ma, dopo avergli dato uno sguardo, ho trovato che i due protagonisti abbiano zero affinità per cui ho scelto di seguire il remake.

Perché sì: un cast davvero convincente e una coppia di protagonisti che dà tantissime emozioni.

01. Good Behavior – TNT

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Altra serie di cui vorrei già avere a disposizione i dieci episodi e di cui sto sperando in un rinnovo. Dopo avervi stupito con show di vario genere, al primo posto metto Good Behavior di cui non pensavo avrei aspettato con tanta ansia la puntata successiva e la cui forza è il rapporto che si sviluppa tra i due protagonisti. Meravigliosa la protagonista Letty (Michelle Dockery), una ladruncola scaltra che entra ed esce dalla prigione e che non vede mai il figlio Jacob (Nyles Julian) il quale vive con nonna Estelle (Lusia Strus). Letty si mette nei guai quando la sua strada incrocia quella di Javier (Juan Diego Botto), un sicario freddo e calcolatore che sfugge da un passato doloroso. La donna prima lo seduce poi manda all’aria il piano dell’uomo che quindi la ricatta e la costringe a seguirlo come sua complice. Siamo davanti a due persone infelici, che hanno fatto una lunga serie di errori a cui hanno rimediato sempre nel modo sbagliato. Tuttavia, l’attrazione tra i due piano piano evolve in qualcosa di più profondo, iniziano a fidarsi uno dell’altra, si supportano, affrontano o almeno provano ad affrontare i loro demoni. E questo li avvicina moltissimo, forse addirittura iniziano a sperare che anche per loro può esserci un futuro meno doloroso. Ovviamente il passato di entrambi è pronto a tornare prepotentemente nelle loro vite, ma è impossibile non sperare che trovino il modo per stare meglio, possibilmente insieme.

Perchè sì: due protagonisti che da soli bucano lo schermo.

Per questa classifica è tutto. Se volete fatemi sapere cosa ne pensate e quali sono state le vostre serie TV inaspettate fatelo nei commenti qui sotto. Io ho già adocchiato qualche novità in arrivo, magari ve ne parlerò il prossimo anno. A presto!

Manuela Raimo

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Manuela Raimo

Frequentatrice di ItaSA dal 2007, moderatrice dal 2008 e blogger ostinata dal 2010, la mia politica è concedere almeno un pilot a quasi tutto quello che passa sullo schermo o quasi. Nutro poco amore per le comedy. Datemi una coppia e sarà la mia gioia o naufragherò con loro. La mia serie preferita? Facciamo tre: Battlestar Galactica, Sons of Anarchy e Veronica Mars.
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