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L’invasione degli attori British

In origine fu Hugh Laurie, colui che ha reso universale il personaggio del dottor House. In realtà già altri lo avevano preceduto. Adesso è più opportuno descrivere l'andamento come un'invasione. Di cosa sto parlando? Chiaro, degli attori britannici. L'Impero Britannico si è dissolto, Robert Downey Jr. interpreta Sherlock Holmes, Russell Crowe sta per fare lo stesso con Robin Hood. Deve essere dura per i britannici. Una piccola rivincita se la stanno però prendendo.

Anche per gli statunitensi non deve essere un bel momento, questi spocchiosi si stanno prendendo tutti i ruoli da protagonista. Si sono anche spinti a colonizzare anche un'intera serie, un intero cast, esempi? Rome e, si spera, Game Of Thrones. E non finisce qui, anche il contingente australiano è sempre più numeroso.

Hugh Laurie per House incassa dalla Fox 400.000$ ad episodio, che fanno circ 8.000.000$ a stagione, Tim Roth 250.000$. Nel corso del tempo, questo emerge da una mia ricerca effettuata sulle interviste a diversi attori, gli interpreti della perfida Albione hanno acquisito una grande dimestichezza con gli accenti americani, si va da quello asettico di Hugh Laurie fino a quello della Louisiana di Stephen Moyer.

L'impressione potrebbe essere quella che la figura più ricercata sia quella del protagonista maschio 35-40 anni, bianco, handsome. Così non è, perchè dalla Gran Bretagna provengono molti attori che vanno a ricoprire ruoli destinati ad asiatici ed africani. Gli attori di Lost Naveen Andrews (Sayid) e Adewale Akinnuoye-Agbaje (Mr. Eko) sono entrambi nati a Londra. Idris Elba, Stringer Bell in The Wire è un altro di questi. Kareem Said di Oz, alias Eamonn Walker, l'avete visto recentemente anche in Kings, in tutta la sua bravura. Per questi ultimi la motivazione sembra essere la mancanza di ruoli importanti per attori dalla pelle nera.

Una serie BBC tradizionalmente dura 4-6-8 episodi, con relativi benefici, basta vedere Life On Mars. Ma una serie americana ne dura dai 13 ai 26, quando si dice la sicurezza del posto fisso.

Un attore britannico costa meno ed ha solitamente un curriculum di tutto rispetto: Grande Fratello, La Talpa, La Fattoria, Buona Domenica… Oops, scusate, ho sbagliato paese. Di solito l'attore britannico si è fatto le ossa in teatro, a pane e Shakespeare, ha frequentato una School Of Drama, o un'Accademia. Nulla di tanto straordinario, di attori così ce ne sono anche in Italia.

C'è anche un lato oscuro, perchè fra gli attori bravi ce ne sono anche di cani, vi ricordo che Joseph Fiennes è inglese.

Una breve lista:

– Hugh Laurie (House)
– Damian Lewis (Life, Band Of Brothers)
– Anna Friel (Pushing Daisies)
– Indira Varma (Rome)
– Dominic West (The Wire)
– Michelle Ryan (Bionic Woman)
– Naveen Andrews (Lost)
– Adewale Akinnuoye-Agbaje (Oz, Lost)
– Tim Roth (Lie To Me)
– Idris Elba (The Wire)
– Jim Dale (Pushing Daisies)
– Jamie Bamber (BSG)
– Natascha McElhone (Californication)
– Joseph Fiennes (Flashforward)
– Sonya Walger (Lost, Flashforward)
– Lena Headey (TSCC)
– Ed Westwick (Gossi Girl)
– Ian McShane (Deadwood, Rome)
– Kevin McKidd (Rome)*
– Eamonn Walker (Oz, Kings)
– Zuleikha Robinson (Lost, Rome)
– Henry Ian Cusick (Lost)*
– Dominic Monaghan (Lost)
– Stephen Moyer (True Blood)

EDIT: L'asterisco (*) è per gli scozzesi

Fonti: The Guardian, The Independent

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Chris Bernard

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