Torna l’inverno e torna SottoTitolo.
La pausa estiva ci ha dato modo di fare il carico di nuovi titoli, e il gran numero di novità della stagione non ci lascerà certamente senza lavoro!
Per coloro che già ci seguivano questa sembrerà una ripetizione, per chi invece è un novizio nella famiglia di SottoTitolo, una breve spiegazione. In questa rubrica andiamo a indagare i titoli delle nostre serie preferite: perché la scelta di un nome e non di un altro, perché è stato modificato e che titolo era stato pensato in partenza e in alcuni casi anche la scelta della grafica del titolo, che potrebbe rivelarsi molto più interessante del titolo stesso, come già successo in passato.
Se avete richieste, volete vedere trattata una serie piuttosto che un’altra, non dovete fare altro che scrivercelo nei commenti e se ci sarà materiale per poterci lavorare, cercheremo di accontentarvi in tutti i modi.
Iniziamo, allora. I primi tre titoli di questo nuovo anno.
The Shield: si tratta di una serie famosissima, la cui premiere andò in onda il 12 marzo del 2002 e la sua ultima puntata, dopo sette stagioni, fu trasmessa il 25 novembre 2008.
La serie ruota attorno a un distretto di polizia di Los Angeles, dove la giustizia deve continuamente confrontarsi con l’ingiustizia e i poliziotti ricorrono a ogni metodo per mantenere l’ordine.
Riguardo al titolo, il creatore della serie Shawn Ryan afferma quanto segue in un’intervista:
Non so perché i titoli non sono mai semplici nei miei show. The Shield fu una scelta davvero tardiva, dopo The Barn e Rampart.
Tardiva davvero, poiché il titolo ufficiale venne scelto pochissimo prima della messa in onda della puntata pilota mentre il materiale promozionale era già stato pubblicato e mandato in onda con il titolo Rampart.
Però andiamo con ordine. Il primo titolo non fu neanche Rampart, ma, come già ci ha anticipato Ryan, fu The Barn.
The Barn era un modo per riferirsi al The Farmington Precint, un dipartimento della polizia di Los Angeles nel distretto di Farmington. Questo distretto, inesistente in realtà, è riconducibile nella realtà al distretto di Rampart.
Il titolo The Barn venne fatto modificare da FX per paura che il pubblico potesse confondere lo show per un programma sul giardinaggio e quindi decidere a priori di non seguirlo (“barn” in inglese significa fienile, granaio).
La seconda scelta fu allora Rampart, in seguito alle accuse di corruzione contro il distretto di polizia di Rampart. Fu la polizia di Los Angeles ad opporsi per prima e le fece eco ancora una volta la casa di produzione poiché probabilmente la gente(o quanto meno la maggior parte della gente) non era a conoscenza dello scandalo che coinvolgeva le forze dell’ordine.
Il titolo venne quindi cambiato pochissimi giorni prima della messa in onda.
House of Cards: la serie, andata in onda la scorsa stagione, è stata un successo di pubblico. Tutti i fan di serie TV ne hanno quanto meno sentito parlare e sanno di cosa tratta. Vi evito quindi la sinossi.
Lo show, la cui prima stagione è terminata pochi mesi fa, è un rifacimento di un’omonima serie TV inglese, andata in onda 23 anni fa e considerata, ancora una volta, così come la sua versione americana, un gioiellino della televisione britannica.
La serie inglese, a sua volta, deriva da una trilogia di romanzi scritti da Michael Dobbs aventi come protagonista Francis Urquhart (Frank Underwood nella versione con Kevin Spacey): House of Cards, To Play The King e The Final Cut. Dobbs a sua volta fu un politico britannico che decise di scrivere gran parte della sua esperienza.
L’espressione “House of Cards” richiama un ipotetico schema dipendente da fattori non prevedibili e quindi non controllabili dal pianificatore, così come lo è un castello di carte che rischia di crollare al minimo evento non prevedibile dal suo costruttore (un soffio di vento, un movimento del tavolo, un amico simpatico che soffia). L’espressione è una chiara allegoria alla politica e alle sue associazioni, spesso non prevedibili.
Vicious: altra serie britannica andata in onda la scorsa stagione, che ruota attorno a questa coppia di anziani gay e di come si critichino e si insultino a vicenda, spesso senza una valida ragione (“Vicious” in inglese sta a significare feroce, aggressivo).
La sit-com vede protagonisti due pilastri del teatro, cinema e televisione inglese come Ian McKellen e Derek Jacobi
Il titolo di lavorazione era Vicious Old Queens, ma venne ridotto e quindi censurato dal network ITV, che non ha avuto il coraggio di promuovere la serie con il suo titolo completo, ritenuto troppo esplicito e provocatorio.
Marta2706
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